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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 28 luglio 2013

L'Orsa Maggiore

Questa costellazione è certamente tra le più famose e belle di tutto il cielo, infatti comprende stelle e galassie di estremo interesse. Le sue sette stelle principali formano il Grande Carro, anche se la fantasia popolare a volte vi a riconosciuto un aratro, un pentolino o una bara. Diversamente dalla maggior parte delle costellazioni, composte da stelle che non hanno nulla in comune se non il fatto casuale di sembrare vicine per motivi prospettici, 5 delle stelle più luminose (Merak, Phekda, Megrez, Alioth e Mizar) e una dozzina di quelle deboli dell'Orsa Maggiore sono fisicamente legate, formano cioè un ammasso aperto. Queste stelle si muovono tutte nella stessa direzione, con velocità simile (15 chilometri al secondo) e sono probabilmente nate dalla stessa nebulosa. La distanza che le separa dalla terra è circa pari a 75 anni luce (al).
La stella più luminosa della costellazione è Dubhe (Alfa Ursae Majoris), di magnitudine 1,81 ha colore giallo e distanza che si aggira sui 105 al. Questa stella insieme a Merak (Beta Ursae Majoris, magnitudine 2,37, distanza 80 al) forma la coppia conosciuta come i "untatori" il nome deriva dal fatto che costruendo un allineamento che parte da Merak, attraversa Dubhe e prosegue per 5 volte la distanza che separa queste 2 stelle si arriva, senza difficoltà, alla stella Polare. Phekda (Gamma Ursae Majoris) ha magnitudine 2,4, splende come 75 soli e si trova a 90 al dalla terra. Megrez ? la stella pi? debole del Grande Carro (magnitudine 3,3), anche se probabilmente in passato era più luminosa: Tycho Brahe alla fine del 1500 la registrò di magnitudine 2. Alioth ha magnitudine 1,79, si trova a 70 al e brilla come 85 soli. La stella certamente più interessante dell'Orsa Maggiore è Mizar, situata al centro del timone che questa stella disegna con Alioth e Benetnash. Guardando Mizar a occhio nudo la prima cosa che attira la nostra attenzione à una debole stellina molto vicina, chiamata Alcor. Questa stella, di magnitudine 4,02, era difficilmente osservabile in passato a causa della minor luminosità o della maggior vicinanza con Mizar: intorno all?anno mille il riconoscimento di Alcor era considerato dimostrazione di grande acutezza visiva. Se si osserva con un piccolo telescopio, ad almeno 50 ingrandimenti, si scopre che in realtà Mizar è una stella doppia costituita da due componenti rispettivamente di magnitudine 2,4 e 4 separate da 14,4 secondi d'arco. Studi spettroscopici hanno inoltre dimostrato che Alcor e la prima componente di Mizar sono stelle doppie e che la seconda componente di quest'ultima è tripla!! In definitiva, dove a occhio nudo si distinguono due stelle in realtà ce ne sono sette. Benetnash (nota anche con il nome di Alkaid) ha magnitudine 1,87, si trova a 210 anni luce dalla Terra e brilla come 630 Soli.  Oltre alle numerose stelle brillanti, la costellazione dell'Orsa Maggiore contiene alcune tra le più note galassie osservabili con telescopi amatoriali. M81 e M82 sono due galassie che costituiscono una coppia abbastanza stretta, infatti possono essere inquadrate nel campo di un telescopio usato con 50 ingrandimenti. Questa coppia dista da noi circa 8-9 milioni di anni luce e costituisce, insieme ad altre galassie minori, un sistema fisicamente legato. M81 è una maestosa spirale con un diametro di circa 100.000 al e una luminosità pari a 20 miliardi di Soli. M82 è invece un sistema molto più caotico: nel suo cuore sta avvenendo una colossale esplosione che dura ormai da un milione e mezzo di anni. La causa di questa catastrofe è da ricercarsi probabilmente in un'avvicinamento troppo stretto tra la massiccia M81 e la più piccola M82: l'intenso campo gravitazionale della prima avrebbe sconvolto la struttura interna della seconda generando l'esplosione. Un'altra galassia che vale la pena di osservare è M101. Si tratta di una spirale vista di fronte, tra le più belle nel suo genere. Possiede un nucleo molto brillante (la parte che di solito si riesce a osservare nei telescopi amatoriali) e ha un diametro paragonabile a quello della Via Lattea (90.000 al), la sua distanza ammonta a 15 milioni di anni luce. Inserita posteriormente nel catalogo di Messier (contraddistinto dalla lettera M), M108 è una bella galassia a spirale vista quasi di taglio. La sua osservazione è alla portata di telescopi da 10-15 cm, anche se la fotografia a lunga posa (come sempre accade con oggetti così deboli) è l'unico mezzo per ammirare gli innumerevoli dettagli di questa galassia. Il diametro di M108 è pari a 77 anni luce mentre la sua luminosità assoluta ammonta a circa 31 miliardi di Soli; la magnitudine (luminosità apparente) è invece bassa (10), ciò è dovuto all'enorme distanza che ci separa da questa galassia: 45 milioni di anni luce!! L'ultimo oggetto che descriviamo non è una galassia ma bensì una nebulosa planetaria. Con questo termine, si indicano le nebulose che si generano alla fine del ciclo vitale di una stella come il Sole, quando l'astro non è più in grado di trattenere, con la sua forza di gravità, il gas che lo costituisce. La nebulosa planetaria che si può osservare nell'Orsa Maggiore è catalogata con il nome di M87. Questo oggetto appare in un telescopio da almeno 15 cm (sotto un cielo molto limpido) come un evanescente dischetto, del diametro di 3' 20", nel quale si possono distinguere due piccole cavità scure. La distanza di M87 è molto controversa, si va infatti a seconda delle stime da 1600 a 8000 anni luce. Ipotizzando una distanza di 3000 anni luce il diametro attuale della nebulosa sarebbe di 3 anni luce. L'osservazione di questo oggetto è estremamente interessante: ci consente di vedere in anticipo quello che succederà al nostro Sole tra circa 5 miliardi di anni (dalla rete).


L’Orsa Maggiore

L'Orsa, quest'arcipelago del mare senza bordi,
ben prima scintillava che l'uomo la guardasse,
ben prima che in Caldea qualche pastore errasse
e che le ansiose anime scendessero nei corpi.

Quel remoto splendore ciecamente irradiato
da allora va mirando l'umanità vivente;
agli ossessivi sguardi del tutto indifferente,
sull'ultimo dei morti l'Orsa avrà un dì brillato.

Non hai l'aria cristiana, ne stupisce il devoto,
o figura fatale, monotona ed esatta,
dai sette chiodi sopra un nero broccato.

La tua gelida luce, la lenta precisione
sconcertano la fede. Fu per te che, perplesso,
m'indussi a esaminare, di sera, l'orazione.


Sully Prudhomme


come una via
tracciata nel nulla
seguirla?

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