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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 28 marzo 2012

Il giardino in primavera


Claude Monet, giardino a primavera

La primavera è il periodo delle potature e della preparazione per rendere il giardino colorato e gradevolmente profumato con dei bei fiori. Ma per avere già a primavera dei bellissimi fiori si dovrà cominciare a seminare a novembre.
I fiori da piantare nel periodo autunnale sono quelli con il bulbo; questo perchè essendo piantati a circa 10cm sotto terra non risentono del gelo invernale e a febbraio quando quando è vicina la primavera iniziano a spuntare per poi fiorire a marzo.
I fiori bellissimi con il bulbo sono: Crochi, Tulipani, Giacinti, Fresie.
In piena primavera si può iniziare a piantare i fiori che renderanno bellissimo il nostro giardino in estate. Proprio in piena estate è il momento di comprare Gerani di tutti i colori, Petunie, Margherite, Roselline nane, Begonie. Sono tutti fiori che amano stare in pieno sole o con poca ombra. Petunie e Rose devono essere innaffiate abbondantemente tutti i giorni.
Una particolarità delle petunie è l'odore non proprio buono che emanano quando sono bagnate, ma la loro bellezza compensa questa unica pecca.
Queste piante durante la fioritura tendono ad allargarsi, quindi per avere un'aiuola sempre in ordine è necessario potarle quel tanto che basta; in questo modo acquisteranno anche più forza e la rigogliosa fioritura ne sarà la prova.
La cosa migliore da fare se nel nostro giardino vi sono fiori a stelo lungo è quella di fornire loro un sostegno con dei rami secchi o delle cannette di bambù in modo che quando piove lo stelo non rischi di spezzarsi con il peso dell'acqua.
In commercio esistono delle retine di filo metallico fatte appositamente per creare e dare forme diverse alle aiuole (dalla rete).

NEL GIARDINO

Col guardingo terror d’un masnadiero
Io m’avanzava, al lume de le stelle,
Tra le cupe gaggìe roride e belle
Premendo appena il candido sentiero.

Quindi carponi, in un boschetto nero,
I panni crivellandomi e la pelle,
Lento lento giungea fra le mortelle
A una casetta piena di mistero.

E rampicavo là con disperato
Impeto su per la muraglia annosa,
Muto, caldo, fremente, insanguinato,

E l’aperta finestra appena tocca
Sentìa dentro a una nuvola odorosa
La celeste pietà de la sua bocca.

Edmondo De Amicis


dilavate grigie accolgono
il mio riflesso di sempre
in un contiguo preciso ripongo
speranze, a volte rare gioie
come un scrigno richiudo
momenti sereni in teche mentali...

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