...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

lunedì 16 gennaio 2012

Arturo Onofri

Poeta, nato a Roma nel 1885, vi morì nel 1928.
La sua opera fu influenzata dal simbolismo e dalle dottrine teosofiche.
In un primo momento nella sua poesia predominano influssi del Crepuscolarismo, del Pascoli e del D’Annunzio; successivamente si avvicinò alle esperienze dell’Ermetismo.Nel 1927 iniziò a pubblicare la prima delle cinque parti del Ciclo lirico della Terrestrità del sole, Terrestrità del sole; dell'anno successivo, 1928, è la raccolta intitolata Vincere il drago. Le altre tre parti del ciclo uscirono postume: Zolla ritorna cosmo nel 1930, Suoni del Gral nel 1932, Aprirsi fiore nel 1935. Simili a melodie rapprese in mondo, del 1929, sono 33 poesie che, nelle intenzioni dell'Autore, avrebbero dovuto far parte di Aprirsi fiore. Tutte le pubblicazioni postume furono edite per la cura della moglie di Onofri, Bice. L'intero Ciclo lirico è preceduto sia dalla raccolta poetica intitolata Le trombe d'argento, sia dal saggio poematico che ne illustra le prerogative intitolato Nuovo rinascimento come arte dell'io, 1925. Allo stesso anno risale la composizione di quasi tutte le liriche della prima raccolta del ciclo e di parte della seconda, in seguito riviste.Prima della sua morte riordinò cronologicamente il diario, sul quale annotava pensieri e riflessioni, suddividendolo in Selva (1909-1910), Pandaemonium (1910-1913) e Pensieri e teorie (1915-1928).
Fu tra i fondatori di «Lirica» (1912) e collaborò a «La Voce» fra il 1914 e il 1917.
Poesia: Liriche (1907), Poemi tragici (1908), Canti delle oasi (1909), Disamore (1912), Liriche (1914), Orchestrine (1917), Arioso (1921), Le trombe d’argento (1924), Terrestrità del sole (1927), Vincere il drago! (1928), Simili a melodie rapprese in mondo (1929), Zolla ritorna cosmo (1930), Suoni del Gral (1932), Aprirsi fiore (1935), (dalla rete).

Nella tua siepe c’era l’universo

O mia piccola casa di provincia
ove memorie semplici ma care
si ravvivano intorno al focolare
per colui che ritorna e ricomincia

un interrotto sogno di dolcezza;
o mia tepida casa, io ti ritrovo
come una volta in questo aprile novo,
e sempre verde il rosmarino olezza.

Son nidi ancora sotto le tue gronde,
e, nell’orto, i bei ciuffi appena in fiore
della menta e del timo hanno un odore
che all’effluvio dell’anima risponde.

Caro è il murello con le vecchie crepe,
di dove, un giorno, uscivo di soppiatto
a fischiare ai ramarri o stavo quatto
a spiar la tagliola sulla siepe!

Che stupore, che gioia di scoperte
balenavano in te, mia casa, ogni alba!
Ancora sconosciuta era la scialba
nebbia che grava il mondo fatto inerte.

Ma tu sei sempre quella; è in me ch’è morto
il dolce tempo, come son diverso!
Nella tua siepe c’era l’universo,
ed ora non c’è più che un muro e un orto.

Arturo Onofri

Nessun commento:

Posta un commento