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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 13 luglio 2011

Il pittore del silenzio


Autoritratto

Jean-Baptiste-Siméon Chardin (Parigi, 2 novembre 1699 – Parigi, 6 dicembre 1779) è stato un pittore francese, autore soprattutto di pregevolissime nature morte e di quadri aventi come soggetto i giochi semplici dell'infanzia. Celebri anche i suoi ritratti eseguiti a pastello.
Figlio di un ebanista fabbricante di biliardi a servizio del re, diversamente dai suoi contemporanei non frequentò l'Accademia né soggiornò a Roma, ma si formò come apprendista nello studio del pittore Pierre Jaques Cazes e poi in quello di Noël Coypel: ancora giovane, partecipò al restauro degli affreschi del Primaticcio nella reggia di Fontainebleau.
Sin dalla prima sua fase artistica evidenziò un'attrazione verso la corrente rococò ed una predilezione per le composizioni basate su frutta, animali ed oggetti.
La notorietà procuratagli dalle sue prime opere (un'insegna da chirurgo, la Razza, il Buffet) gli fruttarono l'ammissione all'Accademia (1728), presso la quale rivestì prestigiose cariche.
Nel 1737, dopo un'esposizione al Salon raggiunse l'apice del suo successo, concretizzato sia con l'apprezzamento di Luigi XV sia con la diffusione svolta dai popolari incisori Cochin e Lépicié delle sue opere.
Durante l'annata 1743 divenne cancelliere dell'accademia e dodici anni dopo ne assunse il ruolo di tesoriere, mentre nel 1761 ricevette l'incarico di organizzare il Salon.
Riuscì a realizzare uno dei suoi sogni giovanili quando nell'anno 1757 iniziò a soggiornare al Louvre, dove vi resterà fino al decesso.
In questa fase creativa, l'artista affondò il suo pennello alla ricerca della profondità dei sentimenti umani e del mondo, mentre da un punto di vista tecnico perseguì nuove tonalità di colore e nuove forme di luminosità accarezzanti gli oggetti immersi in una atmosfera di contemplazione e in una consistenza sempre più sfumata.
Il bouquet di fiori
A causa della sua malferma salute e della caduta in disgrazia dei suoi protettori a corte, a partire dagli anni '70 del XVIII secolo, rallentò il ritmo di lavoro e iniziò a servirsi quasi solo dei pastelli, venendo progressivamente abbandonato dal favore del grande pubblico (Wikipedia).
Tra le più prestigiose mostre d'arte troviamo quella di "Chardin. Il pittore del silenzio", ospitata al Palazzo dei Diamanti di Ferrara in collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, che la ha ospitata, come seconda sede espositiva, sino al 29 maggio 2011.
Curatore di una mostra di così alto prestigio è stato Pierre Rosenberg, massimo esperto di Chardin, membro dell'Académie Française e già direttore del Musée du Louvre.
E' la prima volta che Italia e Spagna ospitano congiuntamente una mostra dedicata a Jean Siméon Chardin uno dei più celebri protagonista della pittura europea del Settecento.
Straordinarie sono le sue nature morte.
La selezione dei dipinti proviene da musei, collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, tra cui il Musée du Louvre che ha concesso in prestito dieci capolavori di Chardin.
Di interesse mondiale non potevano mancare i grandi nomi dell'informazione, come il Corriere della Sera, La Repubblica, The New York Times, International Herald Tribune, Il Venerdì di Repubblica, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Giornale, Panorama, mentre ampi servizi le sono stati dedicati da Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Rai News, Canale 5, Rete 4.
E per chi avesse perduto questa stupenda mostra non rimane che il rimpianto e la corsa alle prenotazioni per quella che si sta svolgendo al Museo del Prado di Madrid (dalla rete).

La bolla di sapone

Elegia del silenzio

Silenzio, dove porti
il tuo vetro appannato
di sorrisi, di parole
e di pianti dell'albero?
Come pulisci, silenzio,
la rugiada del canto
e le macchie sonore
che i mari lontani
lasciano sul bianco
sereno del tuo velo?
Dove vai se al tramonto
li feriscono le campane
e spezzar;o il tuo riposo
gli sciami delle strofe
e il gran numero dorato
che cade sopra i monti
azzurri singhiozzando?

Federico Garcia Lorca

Bicchiere d'acqua
 

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