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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 17 ottobre 2007

Il silenzio dei reprobi

Il silenzio come unica verità possibile?
La domanda è: "Chi ascolta veramente?".
Raramente chi parla viene ascoltato; sovente l'uditore percepisce nient'altro che l'eco dei propri pensieri.
"Spesso mi sono pentito di avere parlato, mai di avere taciuto" disse un saggio.
Il male di vivere sta nell'accidentalità del viaggio compiuto dalla Parola e dall'estrema incertezza del suo destino?
Ci sono ambienti (segnatamente quelli che dovrebbero educare alla comunicazione) nei quali sopravvivo solo se taccio e, ogni volta che articolo una frase, le mie parole mi ritornano sotto forma di menzogna.

Eugenio Montale scrisse:

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
a
gli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Significa che abbiamo un maggiore controllo dell'inautenticità e che ad essa siamo destinati?

Ci dissolviamo: la nostra apparenza si sbiadisce nell'indeterminatezza e nell'intercambiabilità del significato.
L'Essere non appartiene al mondo dei fenomeni, vive in sé.
Ma noi siamo sbarcati in questa dimensione distorta, nella quale il tempo e lo spazio non hanno nulla a che vedere con lo scorerre dei nostri pensieri.


Il treno corre verso il precipizio, ma il dolore vero non è l'inevitabile fine, bensì la tristezza che aleggia sui viaggiatori, ignari di sé, tesi verso un infinito che si alimenta di torpide particelle di finitezza.
Ogni giorno reinventiamo il limite, vinti dalla vertigine di ciò che non siamo e che non vogliamo.
L'inautenticità ti passa sopra come una nube tossica. Ti piega e ti confonde, finché ci sei dentro.
Passerà poi una folata di vento: un riff di una chitarra elettrica, un assolo di Dexter Gordon, un pensiero felice, il post di un amico.

Respingi il nodo alla gola, le esalazioni che ti hanno intorpidito la mente. Procedi, un po' appesantito, cerchi di recuperare la consapevolezza, lo scetticismo che ti ha sempre salvato.
Desideri andartene a fare la Guardia Forestale in Norvegia ma sai che resterai. Hai scelto tu i legami, non perdere te stesso. Scendi in fondo al tuo Essere, là dove nemmeno la tua mente annebbiata può confondere ciò che SEI.

Infine riemergi nel mondo, provi compassione per queste anime fragili. Sai che non puoi, non devi e non vuoi dipendere da loro. Ma sei sul treno con loro. Come dice Psychoharp, cerchiamo almeno di allietare la permanenza degli altri passeggeri suonando o scrivendo per loro.
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Keep me in your heart for a while

(Warren Zevon)




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1 commento:

  1. In questi tempi non ho molte parole, non so quanto dolermene, ma una sola te la voglio proprio dire : grazie. La citazione di Warren Zevon chiude un post bellissimo.

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