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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 1 settembre 2024

Sant' Egidio abate

L’epoca in cui visse l’abate Egidio non si conosce con precisione. Alcuni storici lo identificano con l’Egidio inviato a Roma da S. Cesario di Arles all’inizio del secolo. Altri lo collocano un secolo e mezzo più tardi, e altri ancora datano la sua morte tra il 720 e il 740. Numerose sono le testimonianze del suo culto in Francia, Belgio e Olanda. Secondo alcuni nasce ad Atene all’inizio del secolo VII e in seguito si reca in Provenza dove fonda un monastero nei pressi di Arles in cui fu nominato abate. Sul luogo della sua cripta, sul finire del IX secolo, viene costruita una basilica nella quale, in una tomba di età merovingia, si sarebbe conservato il suo corpo. La località, posta nella regione di Nîmes, prese da allora il nome di “Saint Gilles du Gard”. L’abbazia di Sant’Egidio diventò luogo di numerosi pellegrinaggi soprattutto nel X secolo.
Egidio proviene da una nobile famiglia ateniese profondamente religiosa. Morti i genitori, dona tutti i suoi beni ai poveri.
È uno dei santi più popolari dell’Europa occidentale del tardo Medioevo: nella sola Inghilterra gli vengono dedicate più di centocinquanta chiese.
Si trasferisce in Provenza per fare vita eremitica. Lasciata la solitudine, crea una numerosa comunità di monaci a Saint-Gilles.
Dirige il monastero da lui fondato fino alla morte.
Si rifugia con tutti i suoi monaci presso Carlo Martello a Orléans, durante le incursioni dei musulmani.
E’ sempre il re a offrire i fondi per la ricostruzione dell’abbazia distrutta dai saraceni.
Riceve un avvertimento soprannaturale della morte imminente. 
Si addormenta santamente e nella pace del Signore.
Numerosi i pellegrinaggi per venerare le sue spoglie mortali, conservate nel monastero da lui fondato.
 
Il santo Patrono accompagna
la vita quotidiana di ognuno;
per chi crede è importante, presente,
ma spesso lo si ricorda solo un giorno...
 
La tradizione riporta anche un altro episodio della vita del Santo. Durante il suo periodo da abate viene supplicato da Carlo Martello affinché pregasse per ottenere il perdono di un peccato che per la vergogna non aveva mai voluto confessare a nessuno. Il Santo prega intensamente per lui. Mentre celebra messa vede un angelo nell’atto di porre sull’altare una pergamena dove era stata scritta la grave colpa di Carlo Martello, che andò cancellandosi di pari passo allo svolgersi della celebrazione eucaristica. 
Una conosciuta e bella leggenda racconta che una cerva, che nutre col suo latte Egidio, inseguita dal re goto Wamba durante una partita di caccia, si rifugi nella grotta dell’eremita.
Il sovrano ferisce senza volerlo e con una freccia Egidio a una gamba.
Quando il re entra nella grotta, trova Egidio ferito dalla freccia, con la cerva tra le sue braccia e i cani completamente immobilizzati.
Per risarcirlo, Wamba gli dona un territorio dove viene edificato un monastero chiamato “Saint-Gilles”.
(dalla rete)

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