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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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martedì 23 gennaio 2024

Ardengo Soffici

Ardengo Soffici
"Autoritratto" 
 1849 Uffizzi Firenze
Ardengo Soffici 
(Rignano sull'Arno, 7 aprile 1879 - Vittoria Apuana, 19 agosto 1964) 
è stato un pittore, scrittore, poeta e saggista italiano.
 
 Fantasia su un quadro d'Ardengo Soffici

Faccia, zig zag anatomico che oscura
La passione torva di una vecchia luna
Che guarda sospesa al soffitto
In una taverna café chantant
D'America: la rossa velocità
Di luci funambola che tanga
Spagnola cinerina
Isterica in tango di luci si disfà:
Che guarda nel café chantant
D'America:
Sul piano martellato tre
Fiammelle rosse si sono accese da sé. 

Dino Campana

 Di fronte a un dipinto vigili sensi 
 sottraggono linee e colori al sogno;
rimane un istante di eterno stupore
che vaga negli occhi e nel cuore...
 
 
Ardengo Soffici
"Natura morta"
Nel 1925 firma il Manifesto degli intellettuali fascisti, e l'anno dopo inizia la sua collaborazione a L'Italiano di Leo Longanesi. 
Ricevette il "Premio Mussolini" dell'Accademia d'Italia per la pittura nel 1932. 
Nel 1937 si allontana da Mussolini, ma rimarrà fedele al regime fino alla sua caduta. Nel 1938 il suo nome compare nel manifesto della razza, pubblicato sui giornali, firmato da molti intellettuali in appoggio alle leggi razziali appena emanate. Nel 1939, su proposta di Benito Mussolini, fu nominato accademico d’Italia per la classe delle Arti. Dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana e, insieme a Barna Occhini, fonda la rivista Italia e Civiltà, che esce per 23 numeri nel 1944, propugnando l'amor patrio, il carattere sociale del fascismo e la fedeltà ai tedeschi. Nel dicembre 1944 viene arrestato per collaborazionismo e internato, insieme a Occhini, nel campo di concentramento di Collescipoli, vicino a Terni, fino a luglio 1945.  
Nel 1946 viene assolto per insufficienza di prove. 
Nel 1948 torna ad esporre, a Firenze. 
Negli anni 1949-1950, Ardengo Soffici aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi (avente a tema Il lavoro nella pittura contemporanea e attualmente conservata presso la Pinacoteca civica di Forlì), inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera La vangatura. 
Per concludere si ricordano le numerose opere di critica d'arte, da Cubismo e oltre, Cubismo e futurismo, Scoperte e massacri, Statue e fantocci, ecc. fino a Selva, arte che è del 1943 e ai 30 artisti moderni italiani e stranieri che è del 1950. 
Nel 1955 ottiene il premio Marzotto per la letteratura. 
Muore nel 1964 per una trombosi cerebrale.
(da wikipedia)

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