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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 26 dicembre 2018

Santo Stefano, protomartire

Filippo Lippi
"Nascita di Santo Stefano"

Santo Stefano
protomartire
(il primo martire cristiano)

Secondo la leggenda, tra i vari pastori accorsi ad adorare Gesù Bambino, c’erano anche delle donne che avevano portato i propri bambini affinché Gesù li benedicesse.
Tecla, una giovane sposa, non aveva figli, ma desiderava tanto averne uno e desiderava adorare il bambinello.
Per non essere da meno delle altre, prese una grossa pietra, l’avvolse in uno scialle, mise sulla sommità una cuffietta e se la teneva fra le braccia, proprio come se fosse stato un bambino appena nato.
Vedendo Gesù così bello e sorridente, si commosse e scoppiò in un pianto a dirotto intanto che si trovava in ginocchio, davanti alla capanna.
Quando si alzò per ritornare a casa, Maria, che aveva letto nel suo cuore comprendendo il suo innocente inganno le domandò:
”Tecla, che cosa porti in braccio?”
Sentendosi scoperta, la donna rispose: “Allatto un figlio maschio.”
Allora la Madonna le disse:
 “Su, scopriti il seno e allatta tuo figlio;
da questo momento il tuo desiderio é stato esaudito.
La tua pietra é diventata un bel bambino.”
La donna scostò lo scialle che avvolgeva la pietra e rimase meravigliata per il miracolo che era stato compiuto per lei: tra le braccia aveva il suo primo figlio.
“Ricordati però”,
le disse ancora Maria,
“che egli é nato da una pietra e morirà a colpi di pietra.”
Questo bambino fu chiamato Stefano, divenne discepolo di Gesù e fu il primo ad affrontare il martirio ( da qui l'appellativo di protomartire).



Francesco Francia
"Santo Stefano Martire"
Roma Galleria Borghese
Santo Stefano
1938
 
Stasera s'indovina al chiaro delle nevi
Che il giorno avanza con passi di gallo.
Dalla mia stanza erta
Guardo il ballo delle ombre nel solstizio.
C'è nell'aria un indizio
Di vita nuova, una speranza certa.
Forse è il cuore che smania
In questa bianca squilla remota
O il vento che si stana.
Tra lo stridore delle pale il giorno
Vuoto è scacciato, un anno s'allontana.
La luna tardi splenderà sul selciato.


Leonardo Sinisgalli
da 'Vidi le Muse', Mondadori, 1943
 
Il giorno dopo Natale, si riposa,
un cuore di sasso ora è carne
l'anno s'inoltra alla sua fine
il tempo, fuori, s'annebbia...

 
Paolo Uccello-Andrea di Giusto
(1435-1437)
"Lapidazione di santo Stefano"
Gli anziani e gli scribi lo catturarono trascinandolo davanti al Sinedrio e con falsi testimoni fu accusato: “Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno, distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che Mosè ci ha tramandato”.
Ed, alla domanda del Sommo Sacerdote “Le cose stanno proprio così?”, il diacono Stefano pronunziò un lungo discorso, il più lungo degli ‘Atti degli Apostoli’, nel quale ripercorse la Sacra Scrittura dove si testimoniava che il Signore aveva preparato, per mezzo dei patriarchi e profeti, l’avvento del Giusto, ma gli Ebrei avevano risposto sempre con durezza di cuore.
Rivolto direttamente ai sacerdoti del Sinedrio concluse:
O gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato?
Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”. Mentre l’odio ed il rancore dei presenti aumentava contro di lui, Stefano ispirato dallo Spirito Santo, alzò gli occhi al cielo e disse:
“Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”.  
Fu il colmo: elevando grida altissime e turandosi gli orecchi, i presenti si scagliarono su di lui e lo trascinarono fuori dalle mura della città, presero a lapidarlo con pietre, i loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro Apostolo delle Genti, s. Paolo), che assisteva all’esecuzione. In realtà non fu un’esecuzione, in quanto il Sinedrio non aveva la facoltà di emettere condanne a morte, ma non fu in grado nemmeno di emettere una sentenza in quanto Stefano fu trascinato fuori dal furore del popolo, quindi si trattò di un linciaggio incontrollato. Mentre il giovane diacono protomartire crollava insanguinato sotto i colpi degli sfrenati aguzzini, pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”, “Signore non imputare loro questo peccato”.

Lorenzo Lotto
"Martirio di Santo Stefano"

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