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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 13 dicembre 2015

Brezza

In meteorologia la brezza è un vento debole locale, solitamente compreso fra i gradi 2 e 3 della Scala di Beaufort, quindi con velocità comprese tra i 7 e i 20 km/h. Si verifica in presenza di un campo di alta pressione, con assenza di masse d'aria in transito nell'atmosfera, ed è classificato come vento periodico all'interno del ciclo diurno che la caratterizza, influenzato da mutamenti di pressione atmosferica innescati da differenze di temperatura.
 
Sopra: brezza di mare (diurna)
 In basso: brezza di terra (notturna)
La brezza marina è un vento diurno che spira nelle zone costiere dal mare verso terra.
È causato dal minimo depressionario che si forma sopra la terraferma a causa del diverso calore specifico.
L'acqua ha un maggiore calore specifico rispetto al terreno, per cui si riscalda e si raffredda più lentamente rispetto al suolo che, invece, tende a cedere il calore all'aria con una maggiore velocità di scambio.
Il terreno, quindi, di giorno si scalda, e riscalda l'aria che lo sovrasta e questa tende ad innalzarsi.
Questo comporta un abbassamento della pressione al livello della superficie terrestre, di conseguenza l'aria che si trova sopra la superficie del mare, più fresca e in una zona a pressione maggiore si sposta quindi verso la debole depressione generatasi sopra la terraferma inducendo un vento debole.
Durante la notte la situazione si inverte.
Il terreno si raffredda più velocemente del mare: la zona di bassa pressione si sviluppa quindi sopra l'acqua.
Questa situazione genera un vento dalla terraferma verso il mare, detta brezza di terra.
Fenomeni analoghi possono avvenire anche in presenza di superfici lacustri.
 
Nelle zone montuose la brezza si manifesta con modalità simili ma cause differenti.
In questo caso infatti, oltre che la temperatura anche la conformazione del terreno concorre al formarsi del fenomeno.
Al sorgere del sole, solo le cime dei monti ricevono la luce, e con il passare della mattinata le pendici esposte al sole assorbono più calore dei fondovalle.
L'aria calda risale quindi dai fianchi dei monti verso le cime, e l'aria fredda del fondovalle sale per sostituirla.
Si genera quindi un movimento d'aria dalla valle (basso) verso la montagna (alto).
Nella notte la situazione si inverte, e le aree che prima erano calde ora cedono calore e l'aria fredda più pesante, per cause in parte convettive e in parte gravitazionali, scende verso il fondovalle.
La brezza di monte è quindi un vento catabatico, mentre la brezza di valle è un vento anabatico.
(da Wikipedia)
 
Gian Carlo Calma
"Brezza autunnale"
 Acrilico su tela
- Misure: 35X70 -
Di brezze
 
Le mie vele si gonfiano
ancora di brezze incostanti,
la barca che sono stenta,
la rotta è insicura e stanca.
 
La randa si affloscia, fantasma,
di quello che un tempo,
di chi si infondeva coraggio.
 
Né onda né spuma,
solo lieve umidore
sentore di un recente passato,
di un pesante presente.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
 

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