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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 23 luglio 2008

Cyane si lascia svanire

Ovidio, nelle Metamorfosi, descrive il rapimento di Proserpina da parte di Ade, dio degli inferi.
Lui prende con la forza la fanciulla, non la chiede in sposa alla madre Cerere.
Cerca di impedirlo una ninfa delle acque, di nome Cyane. Ma nulla può contro la volontà del dio.
Nessuna armonia resta più nel mondo della ninfa, nessun senso alla sua vita, travolta dalla violenza che attraversa Cyane, come un rovinoso cataclisma. Non le resta che svanire. Divenire acqua per sempre


At Cyane, raptamque deam contemptaque fontis
iura sui maerens, inconsolabile vulnus
mente gerit tacita lacrimisque absumitur omnis
et, quarum fuerat magnum modo numen, in illas
extenuatur aquas: molliri membra videres,
ossa pati flexus, ungues posuisse rigorem;
primaque de tota tenuissima quaeque liquescunt,
caerulei crines digitique et crura pedesque
(nam brevis in gelidas membris exilibus undas
transitus est); post haec umeri tergusque latusque
pectoraque in tenues abeunt evanida rivos;
denique pro vivo vitiatas sanguine venas
lympha subit, restatque nihil, quod prendere possis.

Ecco la traduzione di Salvatore Quasimodo

Ora Ciane piangendo la dea rapita e le leggi
della fonte spezzate da Plutone, ha come ferito
il cuore silenzioso, e si consuma in lacrime
e si scioglie in quelle acque di cui fu dea suprema.
Avresti potuto vedere le membra farsi tenere,
le ossa flessibili, le unghie perdere durezza,
e sciogliersi in acqua le parti più sottili:
le chiome azzurre, i piedi, le dita, le gambe,
perché più rapide mutano le esili membra
in acque gelide. Poi gli òmeri, la schiena,
fianchi e il petto furono piccoli ruscelli,
l'acqua giunse al sangue per le vene guaste,
nulla rimase di lei che si potesse prendere.

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