Coprimi gli occhi con le tue piume Scuro uccello della notte Stendi le ali nere come un tacchino che incede con sussiego Trascina le ali robuste come un gallo cedrone che starnazza Graffia la pelle liscia del mio ventre Con artigli squamosi Accòstati col becco alle mie labbra Ma coprimi gli occhi con le tue piume. Chicago, 1921
Ernest Hemingway
In tutte le notti di incubi
il buio approda l'anima;
sempre più spesso le grida
sono lacrime e solitudini...
Un uccello notturno, o uccello che vive ed è attivo principalmente di notte, può essere un gufo, un assiolo, un barbagianni, una civetta, un succiacapre o un usignolo ed altri. Un uccello della notte, in termini ornitologici, si riferisce a qualsiasi uccello che è più attivo di notte, spesso con abitudini di caccia e di riproduzione notturne; tra gli uccelli notturni in Italia, i rapaci sono forse i più noti (dalla rete)
Lindoro di deserto Cima Quattro il 22 dicembre 1915
Dondolo di ali in fumo mozza il silenzio degli occhi
Col vento si spippola il corallo di una sete di baci
Allibisco all’alba
Mi si travasa la vita in un ghirigoro di nostalgie
Ora specchio i punti di mondo che avevo compagni e fiuto l’orientamento
Sino alla morte in balia del viaggio
Abbiamo le soste di sonno
Il sole spegne il pianto
Mi copro di un tepido manto di lind’oro
Da questa terrazza di desolazione in braccio mi sporgo al buon tempo
Giuseppe Ungaretti
Il poeta immagina che la luce del sole lo riscaldi come una coperta d'oro puro e ricorda nel colore le sabbie africane. Riappare
però il presente devastato, visto dalla trincea carsica che Ungaretti
descrive come una terrazza di desolazione, dal momento che davanti a lui
ha solo deserto e solitudine. La presenza del sole è così
confortante poiché gli permette di ritrovare quella vitalità che pareva
aver perso in quella notte e rivolge le sue braccia verso la luce del
sole come se lo stesse abbracciando (dalla rete).
Sotto il notturno ciel che s’inzaffira, Dalla vetta del colle ermo e fronzuto, Un flauto nella cheta ombra perduto Canta soave e mormora e sospira.
Sovra i campi, lontan, per l’aer muto, Il modulato suon lento s’aggira, E dolce piagne, e più dolce delira, Limpido, grave, tremendo, acuto.
D’amori spenti e di sventure arcane Il flauto narra e d’anime svanite Non so che storie tenere e crudeli.
Oh, vani amori, oh, ricordanze vane, Oh, sogni e voci di sommerse vite Sotto la muta immensità de’ cieli!
Arturo Graf
In un suono si arrende l'anima
emozioni scaturiscono segni vitali;
la stanchezza, quella del quotidiano,
si riduce a silenziose lacrime ...
Il Flauto Notturno è stato scritto da Riccardo Zandonai nel 1932
ed è un misterioso brano per flauto solista e orchestra da camera che ha
come soggetto il sonetto omonimo del poeta Arturo Graf (da "le
Danaidi"). Nel brano, il compositore riprende alcuni temi dalle sue
opere come le citazione dalla più famosa: Francesca da Rimini (1914). Si
tratta della prima edizione critica di questo piccolo gioiello della
produzione strumentale italiana del '900. (dalla rete)
Crazy In a church, by the face,
he talks about the people going under,
only child know.
A man decides after 70 years
that what he goes there for
is to unlock the door,
while those around him criticize and sleep.
And through a fractal on that breaking wall,
I see you, my friend, and touch your face again.
Miracles will happen as we trip,
but we're never gonna survive,
unless we get a little crazy.
No, we're never gonna survive,
unless we are a little crazy.
Yellow people walking through my head,
one of them's got a gun to shoot the other one
and yet together they were friends at school.
Oh, get it, get it, get it, get it, no, no, no!
If all were there when we first took the pill,
then maybe, then maybe, then maybe, then maybe
miracles will happen as we speak,
but we're never gonna survive,
unless we get a little crazy.
No, we're never gonna survive,
unless we are a little crazy.
No, no, we'll never survive,
unless we get a little bit...
In a sky full of people only some want to fly,
isn't that crazy?
In a world full of people only some want to fly,
isn't that crazy, crazy?
In a heaven of people there's only some want to fly,
ain't that crazy?
Oh, babe! Oh, darlin'!
In a world full of people there's some want to fly,
ain't that crazy, crazy, crazy, crazy?
But we're never gonna survive,
unless we get a little crazy.
No, we're never gonna survive,
unless we are a little crazy.
But we're never gonna survive,
unless we get a little crazy.
No, we're never gonna survive,
unless we are a little crazy.
No, no, never survive,
unless we get a little bit...
And then you see things
the size of which you've never known before.
They'll break it someday,
only child know.
Them things,
the size of which you've never known before,
someday...
Seal
Siamo davvero pazzi?
io, il mondo intorno, lei...
In questi vortici di silenzio
siamo assordati da tutto...
Pazzi
In una chiesa, di fronte a tutti,
parla della gente che soccombe
solo il bambino lo sa.
Un uomo decide dopo 70 anni
che la ragione per cui ci va
è quella di aprire la porta,
mentre quelli attorno a lui criticano e dormono.
E attraverso un frattale su quel muro in pezzi,
vedo te, amico mio, e tocco di nuovo il tuo volto.
I miracoli avverranno mentre viaggiamo,
ma non potremo mai sopravvivere,
a meno che non diventiamo un po' pazzi.
No, non potremo mai sopravvivere,
a meno che non siamo un po' pazzi.
Persone gialle che mi camminano per la testa,
una di loro ha una pistola per sparare all'altro,
eppure insieme erano amici a scuola.
Oh, prendilo, prendilo, prendilo, prendilo, no, no, no!
Se tutti fossimo stati là quando prendemmo la pillola la prima volta,
forse allora, forse allora, forse allora, forse allora
i miracoli avverranno mentre parliamo,
ma non potremo mai sopravvivere,
a meno che non diventiamo un po' pazzi.
No, non potremo mai sopravvivere,
a meno che non siamo un po' pazzi.
No, no, non sopravviveremo mai,
a meno che non diventiamo un po'...
In un cielo pieno di persone, solo pochi vogliono volare,
non è una pazzia questa?
In un mondo pieno di persone, solo poche vogliono volare,
non è una pazzia questa, una pazzia?
In un paradiso pieno di persone, ce ne sono poche che vogliono volare,
non è una pazzia questa?
Oh, ragazzo! Oh, caro!
In un mondo pieno di persone, c'è solo qualcuno che vuole volare,
non è una pazzia questa, una pazzia, una pazzia, una pazzia?
Ma non potremo mai sopravvivere,
a meno che non diventiamo un po' pazzi.
No, non potremo mai sopravvivere,
a meno che non siamo un po' pazzi.
Ma non potremo mai sopravvivere,
a meno che non diventiamo un po' pazzi.
No, non potremo mai sopravvivere,
a meno che non siamo un po' pazzi.
No, no, non sopravviveremo mai,
a meno che non diventiamo un po'...
E poi vedi cose
la cui grandezza non hai mai conosciuto prima.
La romperanno un giorno o l'altro,
solo il bambino lo sa.
Quelle cose,
la cui grandezza non hai mai conosciuto prima,
un giorno o l'altro...
Un ambiente con molte persone che parlano contemporaneamente o un coro che produce un suono molto forte potrebbe essere descritto come un "ingorgo di voci".
IV
Ma dove cercare la tomba dell'amica fedele e dell'amante; quella del mendicante e del fanciullo; dove trovare un asilo per codesti che accolgono la brace dell'originale fiammata; oh da un segnale di pace lieve come un trastullo l'urna ne sia effigiata! Lascia la taciturna folla di pietra per le derelitte lastre ch'ànno talora inciso il simbolo che più turba poiché il pianto ed il riso parimenti ne sgorgano, gemelli. Lo guarda il triste artiere che al lavoro si reca e già gli batte ai polsi una volontà cieca. Tra quelle cerca un fregio primordiale che sappia pel ricordo che ne avanza trarre l'anima rude per vie di dolci esigli: un nulla, un girasole che si schiude ed intorno una danza di conigli...
Eugenio Montale
"Ingorgo di voci"si usa per indicare
un'eccessiva concentrazione di persone che parlano contemporaneamente,
creando confusione e rendendo difficile capire cosa viene detto.
Dolci esilii dal tempo, nel tempo
di vivere come farfalle impazzite;
nel sentimento rappreso l'ingorgo
di voci, di volti, di pallide mani...
"Ingorgo di voci" potrebbe
riferirsi a due concetti diversi: un'eccessiva produzione di suono
simultaneo (come in un coro o in un ambiente rumoroso) o, in senso
medico, un disturbo della voce.
In medicina, "ingorgo" potrebbe essere usato in modo improprio per indicare disfonia o altri disturbi della voce (dalla rete).
Di solito vediamo la delusione da una prospettiva negativa, ed è
comprensibile perché quando ci sentiamo delusi vediamo la vita
attraverso lenti grige. Ma la delusione può anche essere una maestra di
vita. Anche se ci fa soffrire, la delusione ci fornisce informazioni
preziose sulle convinzioni che nutriamo verso noi stessi, le altre
persone e ciò che, secondo noi, ci renderebbe veramente felici. La
delusione può aiutarci ad aprire gli occhi (dalla rete).