Tuscia #05
Sacro, profano, benedettino,
il suono dell'organo carica
di significato l'anima, in ritardo
il colore stempera il lampo...
Gujil
Tuscia #03
Dentro il sogno cascata
l'anima sciolta, emozione.
Finanche stanco ritorno passi
antichi, ostello, pellegrino incostante...
Gujil
Tuscia #01
Nel cuore dell'Etruria vedo
immagini antiche e il cuore
ricorda anni addietro;
ora mi chiedo ragioni...
Gujil
Tuscia #00
Tu non sai le colline è un’intensa lirica dal valore civile. In occasione dell’anniversario della Liberazione, non possiamo fare a meno di riportare alla memoria quelle “colline dove si è sparso il sangue”.
Non le abbiamo viste, i nostri occhi non si sono soffermati sui
cadaveri insanguinati di quei morti dagli occhi spalancati come un punto
interrogativo, ma le parole di Cesare Pavese ce li restituiscono in
tutta la loro evidenza reale e simbolica. Il “soldato che morì tacendo” diventa la raffigurazione straziante e misericordiosa di tutti i caduti della Resistenza, di coloro che si sono battuti in nome della Libertà. Tramite l’immagine emblematica, truce e schiacciante del sangue che
imbratta il verde declivio delle dolci colline, Pavese riflette il dolore insensato della guerra e il terribile sacrificio umano che essa implica (dalla rete).
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
e il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.
Cesare Pavese
Nasce forse
C’è la nebbia che ci cancella
Nasce forse un fiume quassù
Ascolto il canto delle sirene
del lago dov’era la città.
Giuseppe Ungaretti
Terra, figlia del Sol, madre beata
Dell’industre Caino! ancor l’amica
Genitrice virtù con pia fatica
Il tenace tuo grembo apre e dilata.
E ancor la gleba di sudor bagnata,
E più di sangue, alla progenie antica
Del buon Caino crescerà la spica
E il tralcio lieto e la rosa odorata.
E ancor sopra le tombe e le rovine
E i campi sacri alle fraterne stragi
Pulluleranno erbe maligne e fiori.
E ancor, senza riposo e senza fine,
Pulluleran ne’ petti aspri e malvagi
Desiderii e speranza, odii ed amori.
Arturo Graf
Brume
La parola "bruma" non ha un significato univoco.
Principalmente indica nebbia o foschia, soprattutto sul mare, ma può anche riferirsi al periodo più freddo dell'inverno.
Legata al «solstizio d’inverno», è la contrazione di "brevŭma", cioè brevissĭma (dies). Il periodo più freddo dell’inverno, e in genere il periodo invernale: Foco che m’arde a la più algente bruma (Petrarca); non guari avanti la bruma si dipartirono (Bembo). Nebbia, foschìa: le b. del paesaggio invernale, le b. del fondovalle; Deh come grige pesano le brume Su Lutezia (Carducci); Sepolto nella b. il mare odora (Cardarelli). - TRECCANI-
Quando invece si parla di brume si identifica la massa di umidità che ricopre la visuale senza però nasconderla completamente ammantando così i paesaggi lombardi ricchi di acque in un contesto quasi incantato.
Il vento che stasera suona attento
– ricorda un forte scotere di lame –
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l’orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D’altri Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell’ora che lenta s’annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.
Eugenio Montale
Il corno inglese è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia, appartenente alla famiglia degli oboi. È un oboe più lungo e più basso, intonato una quinta sotto l'oboe, e ha un suono caratteristico, spesso descritto come pastorale e malinconico (dalla rete).
78 b
Ma questo ora m'addolora, che le labbra pure
di una bambina il tuo sudicio sperma abbia macchiato.
Avrai il tuo castigo: ti ricorderanno nei secoli
e anche decrepita la fama griderà chi sei.
Publio Valerio Catullo
Amico
L'attesa nella paura carica di negatività il quotidiano e non sappiamo reagire, ci sentiamo annegare e annaspiamo come naufraghi sperduti e prede della tempesta.
Poi, aggrappati ai nostri simulacri/relitti, speriamo ritorni presto la calma e il sereno.
Gujil
Ernest Hemingway
Uno studio della Japan Geriatric Society ha svelato come gli anziani
che si trovano in una relazione siano più portati a mantenersi attivi
sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Le ragioni sono da
ricercare in un nuovo senso di responsabilità nei confronti del partner e
in una ritrovata energia nel vivere un’opportunità affettiva che si
pensava ormai impossibile (dalla rete).
Anche questa notte passerà
Questa solitudine in giro
titubante ombra dei fili tranviari
sull’umido asfalto
Guardo le teste dei brumisti
nel mezzo sonno
tentennare
Giuseppe Ungaretti
La noia è un'esperienza
emotiva transitoria (quindi un'emozione) in cui il livello di
stimolazione viene percepito come insufficiente o scarso. La
mancanza di stimoli esterni conduce a un aumento dell'attivazione
fisiologica in cerca di novità – il fallimento di questa ricerca conduce
all'esperienza della noia (dalla rete).
Ecco...
Vagando da una stanza all’altra
Con un sorriso.
Come può la vita esser così piena a 52 anni?
Joanna McClure
Night
Wandering from room to room
Smiling.
How can life be so full at 52?
Enigma oscuro della vita questo:
che lo straniero, ancor lunge all'aurora,
a sera, nel tremor muto di un'ora,
l'imper più dolce imponga e più funesto.
Così il fanciullo, con un piccol gesto
imprigiona la lucciola che indora
l'ombra di maggio, ed egli stesso ignora
s'ei le dirà: – Mi piaci – o: – Ti calpesto.
Enigma oscuro, che uno sol fra cento
tragga da un chiuso cuor virtù d'amore
tal, da farlo di sè quasi sgomento.
Amalia Guglielminetti
Eterno
Eterno solitamente è un aggettivo usato per definire qualcosa che si estende infinitamente nel tempo, che non ha principio né fine.
Eterno
Tra un fiore colto e l’altro donato
l’inesprimibile nulla.
Giuseppe Ungaretti
Da che eccelse scaturigini tu nasci,
O cascata impetuosa?…
Rimbalzante sulla china perigliosa,
Tu scrosciando volgi al mar;
Spumi, brilli, ridi, spruzzi, e niun t'arresta
Ne la corsa secolar.
Da che eccelse scaturigini tu nasci,
O pensiero zampillante?
A te beve, secco il labbro e il petto ansante,
L'assetata umanità;
In te il sole si rispecchia, e niun t'arresta
Ne l'immensa eternità.
Ada Negri
Ada Negri
è stata una poetessa e scrittrice italiana.
È ricordata inoltre per essere stata la prima e unica donna ad essere ammessa all'Accademia d'Italia.
È stat una delle prime donne ad avere successo come poetessa in Italia.
La sua opera è caratterizzata da una sensibilità sociale e da una profonda riflessione sulla condizione umana.
Ada Negri ha affrontato temi come l'emancipazione delle donne e le ingiustizie sociali.
(dalla rete)
Che dubbio c’è? sempre fu detto e scritto,
E sempre si dovrà scrivere e dire:
Ammazzar uno che non vuol morire
È un gran delitto, un pessimo delitto.
Ma con pace di quei che van d’amore
Esercizio facendo e propaganda,
Il dar la vita a chi non la domanda
Un delitto non è molto minore.
Arturo Graf
Il paradosso è un procedimento logico in cui la premessa e la conclusione sono in contraddizione. Es: Più studi , più sai; più sai, più dimentichi; più dimentichi, meno sai; studiare non serve a nulla. "Un granello di sabbia che cade non fa rumore, quindi nemmeno due, e nemmeno tre, e così via. Quindi nemmeno un mucchio di sabbia che cade fa rumore". (dalla rete).