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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 13 luglio 2025

Lasciami respirare a lungo...

Charles Baudelaire s’innamora perdutamente di Jeanne Duval, soprannominata “La Venere Nera”, una bellissima danzatrice di origine haitiana.
Il poeta visse la storia in maniera tormentata e una notte le scrisse questa lettera.
 
“Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli.
Affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria.

Se tu sapessi tutto quello che vedo! tutto quello che sento! tutto quello che intendo nei tuoi capelli!
La mia anima viaggia sul profumo come l’anima degli altri viaggia sulla musica.
Nell' oceano dei tuoi capelli vedo un porto brulicante di canzoni tristi, di uomini vigorosi dei più diversi paesi, e navi d'ogni forma, le cui intricate, delicate architetture si stagliano nel cielo immenso, invaso da un'immobile calura. Se carezzo i tuoi capelli, ritrovo il languore delle ore passate su un divano, nella cabina di una bella nave, cullato dal dolce rollio del porto, tra vasi di fiori e terrine rinfrescanti.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco, confuso a quello dell’oppio e dello zucchero: nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell’azzurro tropicale”.

Belli capelli, ora radi e di colore
diverso, come differente il viso;
rimango legato al sogno di ieri
che scende le scale, l'addio... 
 
Una grande gonna bianca e morbida come una nuvola, un busto imponente e scuri boccoli mori. Così Edouard Manet dipinge Jeanne Duval, ballerina e attrice francese di origine haitiana, amante del suo grande amico Charles Baudelaire. Il poeta la incontra nel 1842, una storia d’amore tempestosa che tra alti e bassi segna i successivi 20 anni della vita e delle poesie del poema maledetto. Jeanne Duval è l'incarnazione dell'attrazione di Baudelaire per ciò che è stravagante, scandaloso, che nell'uomo risveglia tutti gli istinti primordiali, anche quelli più animaleschi (dalla rete).

sabato 12 luglio 2025

Piante di Lago (una poesia a T.)

Le piante che si trovano intorno ai laghi sono molto varie, e includono sia specie acquatiche che terrestri.
Lungo le rive di un lago, è comune vedere alberi di alto fusto e tra queste i salici, i pioppi, gli ontani e, in alcune zone, anche olivi, viti e agrumi.
 
Imperfetti circoli viziosi
riportano il tempo "ab libitum";
in uno scenario contestuale
reimmergo la bocca nel sale..
 
Le piante del lago
ti hanno vista un mattino.

I sassi le capre il sudore
sono fuori dei giorni,
come l’acqua del lago.
Il dolore e il tumulto dei giorni
non scalfiscono il lago.
Passeranno i mattini,
passeranno le angosce,
altri sassi e sudore
ti morderanno il sangue
 non sarà cosí sempre.
 Ritroverai qualcosa.
 Ritornerà un mattino
che, di là dal tumulto,
sarai sola sul lago.
[metà giugno 1946]. 

Cesare Pavese

Tra le principali piante di lago troviamo canneti, giuncheti e cariceti, con piante come il carice maggiore, il carice delle sponde e il giunco comune.
Nelle acque, si possono trovare ninfee, fior di loto e altre piante galleggianti o sommerse.
(dalla rete)

venerdì 11 luglio 2025

Un colpo di fucile...


Mia vita, a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso
sapore han miele e assenzio.

Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile. 

Eugenio Montale

Un colpo di fucile ed ecco che... 
vecchia citazione scarna e vaga;
quanti pensieri frullano stanchi
quei momenti di passiva gioia...

In Italia, sparare un colpo di fucile in campagna potrebbe non essere un reato, a condizione che sia fatto in modo sicuro, lontano da luoghi abitati o vie pubbliche, e che si abbiano le dovute autorizzazioni.  
Tuttavia, ci sono delle regole da seguire e delle situazioni da evitare per non incorrere in sanzioni.
(dalla rete)

giovedì 10 luglio 2025

Commiato

Ludovico Lipparini
"Commiato"
Commiato

Del suo primo esitar non va disciolta
pur sul tacersi la tentata lode,
chè, Sorelle, con duolo intimo l'ode
colei che si godea d'ombra raccolta.

Per senno scarso e per malizia molta
chi poco intende, assai sogghigna e gode.
Vigilava uno spirito custode
muto, il mister di vostra bianca accolta.

Pur, d'ogni velo fatta impaziente,
anime acerbe, macerate, rôse,
io vi snudai con mani violente.

Perdono io trovi. E se la mia parola
ghirlanda temeraria vi compose,
possa il suo ardire umiliar me sola.

Amalia Guglielminetti

Etimologia dal latino commeatus, da commeare andare e venire, congedarsi, composto da cum con e meare passare.
In espressioni come “prendere commiato” o “dare commiato” questa parola emerge con un significato di carattere rétro: qui il commiato è il permesso di allontanarsi, la licenza di partire.
Ma questo significato non esaurisce il commiato; infatti esso è passato a indicare la separazione stessa, il momento del saluto, e il piccolo rito che li accompagna.
In questo senso, ripulito da formalismi gerarchisti, il commiato esprime tutta la sua intensità: è la situazione in cui si fa esperienza dell’impermanenza e dell’essere passeggero dei fatti umani - come suggerisce l’etimo; è l’addio.
(dalla rete)

Quando si va via un pò si soffre,
partenze, troppe, pochi sorrisi;
nel fiume delle cose scorre
un senso di vaga impotenza...
 
È malinconico il commiato di quando si lasciano due amanti senza sapere se mai si rivedranno, di quando si salutano amici che vivono all’estero, e che chissà quando rivedremo, è un meraviglioso momento di rispetto, in cui ci si riconosce prima di separarsi, vissuto con una presenza profonda.

mercoledì 9 luglio 2025

La dura prova (Carolina's...)

"La dura prova" in italiano può riferirsi a diverse situazioni, ma generalmente indica un periodo difficile oppure dovere affrontare un'esperienza impegnativa. 
Può essere usato per descrivere un periodo di malattia, una fase critica in un progetto, o anche una relazione sentimentale complicata. 
In ambito lavorativo, si può riferire al periodo di prova, durante il quale datore di lavoro e dipendente valutano la reciproca idoneità.
(dalla rete).

La dura prova

La dura prova è ormai alla fine:
mio cuore, sorridi al domani.
Son passati i giorni angosciosi,
quando ero triste fino al pianto.
Anima mia, ancora un poco,
non stare a contare gli istanti.
Ho letto le parole amare,
e ho bandito le oscure chimere.
Gli occhi non possono vederla
a causa di un dovere doloroso,
l'occhio è ansioso di ascoltare
le note d'oro della sua voce tenera,
tutto il mio essere e il mio amore
acclamano il giorno felice
in cui,unico sogno, unico pensiero,
ritornerà da me la fidanzata.

Paul Verlaine

Amore mio bello, lejana y sola,
conte nei menadri della mente;
dopo la dura prova sarà il sole
e respiri, visioni e sereno riposo...

martedì 8 luglio 2025

Sogni infranti

L'espressione "sogni infranti" evoca immediatamente un senso di perdita e delusione. Non si tratta solo di un piccolo intoppo, ma di un evento che può avere un impatto significativo sulla persona che lo vive.
 "Sogni infranti" è semplicemente un'espressione che indica la delusione o la fine di un'aspettativa.
Togi
"Sogni infranti"
I sogni infranti possono riguardare obiettivi personali, professionali, relazionali o qualsiasi altro ambito della vita in cui si nutrivano aspettative e speranze.
A volte, superare la delusione di un sogno infranto può richiedere un processo di elaborazione simile a quello del lutto, soprattutto se il sogno era molto importante e significativo.
 
e noi che abbiamo...

e noi che abbiamo i sogni infranti intrisi
di vento nel vento che scorge appena
i decisi rinvii di stagioni grevi
con la sciarpa intrecciata a pianti
e gioie, immense, stratosfericamente
grandi, nel lucido visionario accorto
mentre brucia nell'intimo assorto
un segno di semplice arsura.
Lineari contestualizzate frasi
come un libro di regole, assurdo,
manuale di istruzioni alla vita
che in fondo è solo vivere...
 
Anonimo
del XX° secolo
poesie ritrovate
 
"Avere sogni infranti" si riferisce alla delusione e al dolore provati quando un sogno, un obiettivo o una speranza non si realizzano. 
Questa espressione descrive una situazione in cui le aspettative non corrispondono alla realtà, causando tristezza e scoraggiamento. 
In italiano, si usa per esprimere la sensazione di fallimento o di perdita di qualcosa di importante. 
"Avere sogni infranti" è un'espressione che descrive una condizione di delusione e tristezza legata al fallimento di un obiettivo o di una speranza. È un'esperienza dolorosa, ma può anche essere un'opportunità per crescere e sviluppare resilienza. 
Nonostante la difficoltà, è importante cercare di trovare la forza di rialzarsi e di continuare a sognare, anche se in modo diverso. La resilienza è fondamentale per affrontare i momenti difficili e trovare nuove strade.
(dalla rete)

lunedì 7 luglio 2025

Protocollo cittadino #172 (Pressione)


Pressione
(a Caro)

Questa pressione sul petto che spinge
contesti incomprensibili e indecisi,
indecifrate analisi rimangono intrise
di lascrime e male come dolore intenso...
 
Gujil 
 
La "pressione morale" 
 può riferirsi a diverse situazioni,
ma principalmente indica una pressione 
psicologica o emotiva che influenza negativamente
 il benessere di una persona.
(dalla rete)

domenica 6 luglio 2025

Franz e Milena (1920)

Ancora sabato. Questo incrociarsi di lettere deve cessare, Milena, ci fanno impazzire, non si ricorda che cosa si è scritto, a che cosa si riceve risposta e, comunque sia, si trema sempre. Capisco benissimo il tuo ceco, odo anche la risata, ma m’ingolfo nelle tue lettere tra la parola e il riso, poi odo soltanto la parola, poiché oltre a tutto la mia natura è angoscia. Non so rendermi conto se dopo le mie lettere di mercoledì-giovedì tu voglia ancora vedermi. So il rapporto fra te e me, (tu appartieni a me, anche se non dovessi vederti mai più), lo conosco in quanto non sta nel territorio confuso dell’angoscia, ma non conosco affatto il rapporto tuo verso di me, questo appartiene tutto all’angoscia. E neanche tu mi conosci Milena, lo ripeto. Ciò che accade è per me qualcosa di mostruoso, il mio mondo crolla, il mio mondo risorge, vedi come tu (questo tu sono io) ne possa dare buona prova. Non mi lagno del crollo, il mondo stava crollando, mi lagno del suo ricostruirsi mi lagno delle mie deboli forze, mi lagno del venire al mondo mi lagno della luce del sole. Come continueremo a vivere? Se dici di sì alle mie lettere di risposta, non devi più vivere a Vienna, è impossibile. Milena, non si tratta di questo, tu non sei per me una signora, sei una fanciulla, non ho mai visto nessuna che fosse tanto fanciulla, non oserò porgerti la mano, fanciulla, la mano sudicia, convulsa, unghiuta, incerta e tremula, cocente e fredda.

Franza Kafka

Milena Jesenská e Franz Kafka si scrissero più di 150 lettere in appena un anno di relazione ma quelle di lei le intuiamo soltanto, perché non sono state conservate.
Abbiamo quelle di Franz, le cui relazioni sentimentali si svolsero quasi esclusivamente per lettera.
Tra Aprile e Novembre del 1920 lo scambio di lettere fu fittissimo ma si incontrarono appena due volte.
Poi i rapporti si fecero sporadici per i seguenti due anni, fino al silenzio.

Nelle mie lettere sempre ho trovato
 conforto, ragione, possibili parole;
 ora la mano tremante ed incerta
sconnette i pensieri alla mente...

Lei era sposata e non intendeva lasciare suo marito benché avessero una relazione burrascosa e infelice.
Lei era libera, indipendente, vitale mentre lui era un uomo chiuso, tormentato e ammalato:Sono malato di mente, la malattia polmonare è soltanto uno straripare della malattia mentale.”
Il primo incontro era capitato in un caffè nel 1919 ma Kafka di quell’episodio non conservava una memoria chiara.
Milena invece sì e l’anno seguente lo contattò per chiedergli il permesso di tradurre in ceco un suo racconto.
(dalla rete)

sabato 5 luglio 2025

Corporalità

Pierre Auguste Renoir
"Donna nuda stesa sul letto" 

Stamattina

alzandomi per chetare i nostri figli,
il seme della notte scorsa
una scia di luce che scende lungo le tue cosce. 

This Morning

arising to quiet our children,
last night’s seed
a trail of light down your thighs.

David Meltzer

 
La corporalità si riferisce alla condizione o all'esistenza di un corpo, sia in termini fisici che come entità materiale. 
In ambito filosofico e religioso, spesso si utilizza per indicare la materialità dell'essere umano e il suo rapporto con il mondo.
 
 A volte, l'amore non è,
solo nel cuore, è nei gesti
nei rituali spesso costretti;
l'amore a volte è corporalità... 
 
Inoltre, può riferirsi all'aspetto fisico di una persona, spesso usato per descrivere la sua forma o figura.
La corporalità può essere vista come un elemento chiave per comprendere la condizione umana e la sua relazione con il mondo.
"Educare alla corporalità" significa considerare il corpo come espressione completa e totale dell'essere, dei sentimenti, delle emozioni e della storia personale di ogni singolo individuo. 
In alcuni contesti religiosi, la corporalità può assumere un significato simbolico.
(dalla rete)

venerdì 4 luglio 2025

"Tree hugging" (Silvoterapia)

Albero
 
Da te un’ombra si scioglie
che pare morta la mia
se pure al moto oscilla
o rompe fresca acqua azzurrina
in riva all’Anapo, a cui torno stasera
che mi spinse marzo lunare
già d’erbe ricco e d’ali.

Non solo d’ombra vivo,
ché terra e sole e dolce dono d’acqua
t’ha fatto nuova ogni fronda,
mentr’io mi piego e secco
e sul mio viso tocco la tua scorza.
 
Salvatore Quasimodo
 
In qualche abbraccio saltuario
amo gli alberi immensi, tronchi
destinati a intemperie e sole;
la scorza sbrecciata denuda...
 
Abbracciare gli alberi, noto anche come silvoterapia o "tree hugging", è una pratica che consiste nell'abbracciare un albero per trarne benefici sia fisici che mentali. 
Questa pratica, che affonda le sue radici in tradizioni antiche, si basa sull'idea che il contatto con la natura e, in particolare, con gli alberi, possa ridurre lo stress, migliorare il benessere e aumentare l'energia vitale.
(dalla rete)

giovedì 3 luglio 2025

Una poesia a T.

Poesia a T.

Anche tu sei l’amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole – cammini
in attesa. L’amore
è il tuo sangue – non altro.
[23 giugno 1946].

Cesare Pavese  

Qualche tempo dopo il suo suicidio, Italo Calvino pubblicò Le piante del lago e Anche tu sei l'amoreliriche di Cesare Pavese trovate su due foglietti dattilografati, nella cartella Racconti e poesie inedite, e in minuta in due foglietti scritti a matita, nella cartella delle brutte copie delle poesie.
 
 Amori, quelli difficili, intrapresi
durante quell lungo tempo, ieri,
cunicoli scuri, percorsi immaturi;
ora siamo percorsi degli anni... 
 
Entrambe le poesie ritrovate sono dedicate a T. ovvero Teresa, moglie di Mario Motta, collaboratrice di Cesare Pavese all'Einaudi di Roma, verso la quale l'autore deve aver provato un forte sentimento; restano infatti, tracce della loro relazione nel diario dello scrittore.
(dalla rete)