
Penso che in questo momento...
Penso che in questo momento
forse nessuno pensa a me nell'universo,
che solo io mi penso,
e se morissi ora,
nessuno, neppure io, mi penserebbe.
E qui inizia l'abisso,
come quando mi addormento.
Sono il mio sostegno e me lo tolgo.
Contribuisco a rivestire tutto di assenza.
Sarà per questo
che pensare ad un uomo
assomiglia a salvarlo.
Roberto Juarroz
Poesia verticale
traduzione di Stefano Bernardinelli
traduzione di Stefano Bernardinelli

Per esprimere il concetto di ‘in questo momento’ fin dal Medioevo, in sostituzione del latino NUNC, che non si è conservato in nessuna lingua romanza, si ebbero vari esiti nella nostra penisola: i tre più importanti, diffusi, con molte varianti, nei principali dialetti italiani, sono gli avverbi ora, adesso e mo.
Sebbene la loro distribuzione sia particolarmente complessa, si può dire in generale che ora (dal latino (H)ŌRĀ o (H)Ā (H)ŌRĀ) è la forma tipica della Toscana (ma è diffuso anche in Sicilia), mentre adesso (dalla locuzione latina AD ĬPSU(M) [TEMPUS]) è proprio soprattutto dell’area settentrionale, e mo (o mo’, derivato dal latino MŎDO o *MŌDO) è presente tanto al Nord quanto, soprattutto, al Sud.
Nell’uso orale, ma anche in molti esempi letterari, antichi e moderni, questi avverbi si combinano tra loro (adesso mo, ora mo, mo ora).

Adesso in epoca antica aveva il triplice senso di ‘sùbito’, ‘sempre’, ‘ora’. La sua presenza nel lessico della poesia toscana dei primi secoli sarà dovuta all’influsso dei poeti siciliani, dove è attestato con il senso di ‘sùbito’ in accordo col provenzale ades […].
(dalla rete: ACCADEMIA della CRUSCA).
in questo istante, ora, adesso,
sono spossato e stupito delle cose,
ora mi chiedo, mentre declino,
il senso, le occasioni, la ragione...
Nessun commento:
Posta un commento