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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 26 aprile 2012

Arturo Graf

poeta, storico e scrittore italiano.
Nato ad Atene nel 1848 e morto a Torino nel 1913.
Figlio di padre tedesco, fece i suoi studi in Romania e li completò a Napoli, dove si laureò in legge; dopo varie vicende si stabilì definitivamente a Torino e dal 1882 insegnò letteratura italiana all'università. Personalità eclettica, fu nella critica letteraria un ricercatore appassionato e un espositore brillante, non un maestro di metodo. Il suo lavoro, la sua stessa vita rispecchiano chiaramente il dramma e la crisi della cultura del suo tempo, incerta spesso tra il razionalismo evoluzionistico di marca positivistica e lo spiritualismo mistico teosofico; ma, nonostante questi limiti, la sua influenza nel mondo culturale piemontese di fine Ottocento fu notevole. Fu, tra l'altro, uno dei fondatori del Giornale storico della letteratura italiana, che diresse per sette anni. Proprio per il carattere asistematico e antiaccademico del suo magistero poté riunire intorno a sé giovani che poi presero le strade più diverse, dal poeta Gozzano al filosofo Martinetti. Interessanti come documento della temperie culturale in cui il Graf si trovò a operare sono le sue poesie: Medusa (1880), Dopo il tramonto (1893), Rime della selva (1906). Della sua attività di saggista vanno ricordati: Studi drammatici (1878), Roma nella memoria e nelle immaginazioni del medioevo (1882-1883), Il diavolo (1889), Miti, leggende e superstizioni del medioevo (1892- 1893), Foscolo, Manzoni, Leopardi (1898), e, soprattutto, L'anglomania e l'influsso inglese in Italia nel sec. XVIII (1911) (dalla rete).

La fonte

Gelida, cristallina
dalla rupe zampilla
l’onda; giù per la china
fugge guizzando, brilla
del sole al lume, e franta
ride fra i sassi, in mezzo all’erba e canta
« Io son la dolce e pura
acqua che vien dal cielo,
onda che in nube e in gelo,
si muta e trasfigura;
la lucida e gioconda
acqua son io che terge e che feconda.

Arturo Graf

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