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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 16 maggio 2011

Attraverso gli USA


Along the Sierra Nevada, California 1858
paesaggi mozzafiato di un paese che via via si andava pian piano  scoprendo (ammazzando, senza troppa differenza, bisonti ed indiani... purtroppo) metro dopo metro in un'epopea diventata oggetto di culto.
In questo enorme progetto di sono mossi musicisti (pensiamo a Dvorak) e pittori; i dipinti naturalistici di Bierstadt sono pure evocazioni pittoriche che tendono a dare immagini flash, che si stampino nella mente come quelle fotagrafie che ancora non si erano però impadronite del potere del colore.
Mi piace comunque il suo modo di rappresentare un Natura che da sempre è presente nel mondo e che l'uomo riesce solo a sfiorare e deturpare.
Tutto da guardare.

Primavera in California, 1875
Albert Bierstadt

(Solingen, 7 gennaio 1830 – New York, 18 febbraio 1902) è stato un pittore statunitense, tedesco di nascita, cantore del selvaggio West.
Bierstadt basava i propri dipinti (pur con notevoli "abbellimenti" pittorici) su foto da lui scattate e su oggetti, soprattutto manufatti indiani, raccolti nel corso di svariati viaggi.
Nato in Prussia, Bierstadt era cresciuto negli Stati Uniti, a New Bedford (Massachusetts), dove la sua famiglia era emigrata quando aveva due anni e dove il padre aveva trovato lavoro come bottaio nell'industria di lavorazione delle balene. Dopo un inizio da autodidatta, nel 1850 aveva iniziato a lavorare come disegnatore.
Nel 1853 si trasferì in Europa a studiare pittura, cosa che fece per tre anni, a Düsseldorf, presso Johann Peter Hasenclever. Quindi, tra il 1857 e il 1858, affinò la propria tecnica di paesaggista con un viaggio in Germania, Svizzera e Italia, dove svernò a Roma e visitò Napoli, Capri, Paestum. Tornato negli Stati uniti, nel 1858 debuttò come pittore a New York esponendo proprio dipinti con una serie di vedute del Lago di Lucerna e delle Alpi svizzere. Tra i dipinti di questo periodo sono notevoli Arco di Ottavio, Mercato del pesce a Roma (1858), Marina Piccola, Capri e Capri (faraglioni) (1857).
L'anno seguente si aggregò a una spedizione del colonnello Frederick W. Lander, incaricato dal governo di trovare un nuovo tragitto ferroviario per la California, passando a nord del Lago Salato onde evitare ulteriori attriti tra emigranti e Mormoni.
Ciò consentì a Bierstadt di visitare zone montuose pressoché incontaminate e di incontrare carovane di coloni e pellerossa nel loro ambiente naturale. La cosa lo coinvolse tanto da fargli abbandonare la spedizione per girare da solo, per tre settimane, fotografando paesaggi, nativi e animali. Al ritorno, le sue pitture ebbero subito successo, innanzitutto a Boston e nella sua città, grazie alla popolarità dei soggetti, ma anche alla maggiore tecnica (rispetto alla concorrenza) acquisita in Europa. Soprattutto le immagini delle Montagne Rocciose, esposte per la prima volta nel 1860, gli procurarono in breve fama e ricchezza.
Dopo una sosta forzata dovuta allo scoppio della guerra civile, riprese a viaggiare nel 1863, accompagnandisi allo scrittore Fitz Hugh Ludlow, le cui corrispondenze (poi riproposte in apposito volume) favorirono non poco la successive entusiastica accoglienza dei suoi quadri, ritraenti paesaggi, fortini, cowboy e, soprattutto, carovane di coloni.
Nel 1867 ripartì per un nuovo viaggio di studi che si protrasse per due anni tra Londra, Roma e Parigi. Bierstadt ebbe così l'occasione di far conoscere la sua pittura anche in Europa, raccogliendo significativi apprezzamenti, soprattutto in Gran Bretagna dove venne anche personalmente incontrato dalla Regina Vittoria.
Negli anni seguenti si trasferì in California e poi a Nassau a causa della cagionevole salute della moglie, che vi decedette nel 1893. I suoi ultimi anni furono tuttavia segnati da un forte declino della sua popolarità.
Bierstadt morì improvvisamente a New York il 18 febbraio 1902. (Wikipedia)


Senza titolo

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