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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 23 maggio 2011

Kavafis Costantinos

La nostalgia prevale su tutto e crea mondi incredibili nell'universo di questo poeta egiziano di nascita eppure così vicino alla nostra cultura.
Leggerlo è come bere un sorso d'acqua quando si ha la gola riarsa; disseta e rinfresca.
Non ha mai fine il suo orizzonte temporale, si perde e si stempera nel mondo colorato che si intravede nelle sue poesie e lascia, insieme alla musicalità delle parole, un senso di serena distanza tra l'uomo e le cose terrene.


Mare mattutino

Fermarmi qui! Mirare anch'io questa natura un poco.
Del mare mattutino e del limpido cielo
smaglianti azzurri e gialla riva: tutto
s'abbella nella grande luce effusa.

Fermarmi qui. Illuso di mirare
ciò che vidi davvero l'attimo che ristetti,
e non le mie fantasime, anche qui,
le memorie, le forme del piacere.

Constantinos Kavafis



Constantinos Kavafis è uno dei più grandi poeti
moderni. Era nato nel 1863 ad Alessandria d'Egitto "in una casa della via Cherif", come scrisse in un appunto autobiografico.
La sua famiglia era greca e quando Constantinos era un bambino si trasferì in Inghilterra. Nel 1869 morì il padre e dopo alcuni anni di viaggi tra la Francia, Constantinopoli (l'odierna Istanbul) e la Grecia, Constantinos e l'amatissima madre fecero ritorno nella vivace città egiziana.
Fu così che l'adolescente si trovò a vivere in una città di mare, meta di viaggiatori ed emigranti in cerca di fortuna, un felice punto di incontro tra persone di diverse culture.
In Europa, in campo poetico, dominavano i decadenti francesi, in Egitto vi era la grandissima e mirabile tradizione della poesia araba e per ragioni familiari Constantinos era vicino anche alla poesia ellenica di Omero, Saffo, Alceo, Anacreonte.
Impiegato per tutta la vita in un ufficio del ministero dei lavori pubblici d'Egitto, coltivò quasi segretamente il suo amore per la poesia.
In vita editò solo due raccolte, esili numericamente, nel 1904 e nel 1910.
Spesso donava le sue poesie agli amici, a volte le raccoglieva in gruppi che rilegava lui stesso o le incollava su quaderni.
Morì nel 1933, il giorno del suo compleanno: il 29 aprile. (dalla rete)

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