Un tempo il solstizio d’ inverno cadeva proprio nella giornata del 13 dicembre e in tale circostanza nelle campagne era uso praticare una specie di perequazione: chi aveva avuto raccolti più abbondanti ne donava una parte ai meno fortunati.
Si riallaccia ad analoga forma di solidarietà la storia di un presunto miracolo che risale al sedicesimo secolo.
Si narra infatti che il Bresciano fosse stato colpito da una grave carestia e che alcune signore di Cremona avessero organizzato una distribuzione di sacchi di grano da lasciare anonimamente sulle porte di tutte le famiglie.
Così una carovana di asinelli carichi raggiunse Brescia presa nella morse della fame: ma poiché la distribuzione avvenne di nascosto, la notte tra il 12 e il 13 dicembre, si pensò che fosse stata una grazia della martire.
L’ antica ospitalità, poi, voleva che si accogliessero nelle case i pellegrini che cercavano riparo dal freddo e questi ultimi, a loro volta, prima di ripartire, dovevano lasciare un dono sulla porta della casa che li aveva accolti.
Con il trascorrere del tempo si consolidò così l’usanza di fare regali in occasione del 13 dicembre (dalla rete).
Asinello di Santa Lucia
vuoi passar da casa mia?
Io ti ho preparato il latte
e ti aspetto in questa notte!
E con te Santa Lucia
entrerà in casa mia
e i suoi doni donerà
a me, pieno di bontà!
Io ti aspetto mio asinello,
tanto buono e tanto bello,
vieni a prendere un biscotto
per poi ripartire al trotto.
Jolanda Restano
La tavola di Francesco del Cossa, conservata attualmente alla National Gallery of Art di Washington, faceva parte di un polittico (smembrato nel ‘700) commissionato da Floriano Griffoni per la cappella di famiglia nella chiesa di San Petronio a Bologna.
Si noti il dettaglio degli occhi, che, grazie a un’invenzione tutta personale del pittore, invece di essere appoggiati su un vassoio, sembravano foglie o petali sbocciati dal delicato stelo verde che Santa Lucia reggeva con grazia tra le dita affusolate.
Una preziosa cosa minuta in un quadro, che è anche affine alla mia ricerca di piante e fiori nelle opere d’arte.
Francesco del Cossa si è distinto in questo dipinto con una grazia rara, uno degli elementi che contraddistinguono questa santa sono gli occhi, di solito appoggiati su un vassoio o in una coppa che lei stessa tiene in mano.
Fa ti prego che gli occhi che amo
rimangano belli e possano vedere
le cose che il mondo ha e dispone;
Luci a venire siano sempre accese!
Molto spesso gli attributi iconografici sono associati alle torture o al martirio subito, ma in questo caso non è così.
Lucia è protettrice della vista, degli oculisti e dei non vedenti, ma pare che questa tradizione sia legata all’etimologia del suo nome: dal latino lux, cioè luce.
(dalla rete)
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