alzandomi per chetare i nostri figli, il seme della notte scorsa una scia di luce che scende lungo le tue cosce.
This Morning
arising to quiet our children, last night’s seed a trail of light down your thighs.
David Meltzer
La corporalità si riferisce alla condizione o all'esistenza di un corpo, sia in termini fisici che come entità materiale.
In
ambito filosofico e religioso, spesso si utilizza per indicare la
materialità dell'essere umano e il suo rapporto con il mondo.
A volte, l'amore non è,
solo nel cuore, è nei gesti
nei rituali spesso costretti;
l'amore a volte è corporalità...
Inoltre, può riferirsi all'aspetto fisico di una persona, spesso usato per descrivere la sua forma o figura.
La corporalità può essere vista come un elemento chiave per comprendere la condizione umana e la sua relazione con il mondo.
"Educare alla corporalità"
significa considerare il corpo come espressione completa e totale dell'essere, dei
sentimenti, delle emozioni e della storia personale di ogni singolo individuo.
In alcuni contesti religiosi, la corporalità può assumere un significato simbolico.
Abbracciare gli alberi, noto anche come silvoterapia o "tree hugging", è una pratica che consiste nell'abbracciare un albero per trarne benefici sia fisici che mentali.
Questa pratica, che affonda le sue radici in tradizioni antiche, si basa sull'idea che il contatto con la natura e, in particolare, con gli alberi, possa ridurre lo stress, migliorare il benessere e aumentare l'energia vitale.
Anche tu sei l’amore. Sei di sangue e di terra come gli altri. Cammini come chi non si stacca dalla porta di casa. Guardi come chi attende e non vede. Sei terra che dolora e che tace. Hai sussulti e stanchezze, hai parole – cammini in attesa. L’amore è il tuo sangue – non altro. [23 giugno 1946].
Cesare Pavese
Qualche tempo dopo il suo suicidio, Italo Calvino pubblicòLe piante del lago e Anche tu sei l'amore, liriche di Cesare Pavese trovate su due foglietti dattilografati, nella cartella Racconti e poesie inedite,e in minuta in due foglietti scritti a matita, nella cartella delle brutte copie delle poesie.
Amori, quelli difficili, intrapresi
durante quell lungo tempo, ieri,
cunicoli scuri, percorsi immaturi;
ora siamo percorsi degli anni...
Entrambe le poesie ritrovate sono dedicate a T. ovvero Teresa, moglie di Mario Motta, collaboratrice di Cesare Pavese all'Einaudi di
Roma, verso la quale l'autore deve aver provato un forte sentimento;
restano infatti, tracce della loro relazione nel diario dello scrittore.
Vi sono alla proda del tetto quattordici teste di marmo corrose e annerite dal tempo. La gente le chiama «i fantocci». Il grande castello è senza finestre. La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo, è scossa dal vento e sembra cascare. La gente passando si volge e procede davanti al castello ch’è senza finestre. Si sa di broccati, di seggiole d’oro, di mobili grandi cosparsi di gemme, di cofani zeppi di perle e rubini: un tesoro. La gente passando si volge e procede davanti al castello ch’è senza finestre. La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo, è scossa dal vento e sembra cascare, si dice: «dal tetto si vede il bel mondo!». E solo «i fantocci» lo stanno a guardare.
Aldo Palazzeschi
Residui di ricordi come
bolle di sapone in aria;
la mente ritorna spesso
allora ricompone ancora...
"Il Castello dei Fantocci"
è un'opera che, attraverso la metafora di fantocci su un castello, esplora il tema della distanza tra la vita reale e la sua rappresentazione, nonché la condizione umana di alienazione e ricerca di significato. L'opera riflette sulla percezione della realtà, spesso filtrata da una visione limitata o idealizzata, e sul ruolo dell'individuo in un mondo complesso e incomprensibile. (dalla rete)
Che due esseri umani si riconoscano l’un l’altro non è soltanto
splendido; ma è della più grande importanza che si incontrino nel
momento giusto e che insieme celebrino feste profonde e silenziose in
cui crescere uniti nel desiderio per essere uniti contro le tempeste.
Quanti esseri umani si sono sfiorati ignorandosi per non aver trovato
il tempo di abituarsi l’uno all’altro; prima che due siano infelici
assieme, devono insieme essere stati beati e avere un comune santo
ricordo, che custodisca un uguale sorriso sulle loro labbra e un’uguale
nostalgia nelle loro anime.
Diventano allora come fanciulli che abbiano goduto insieme una festa
di Natale; quando trovano alcuni minuti di respiro nei lunghi, pallidi
giorni, si siedono assieme e si raccontano con guance infuocate della
notte splendente di luci e odora di abete…
Esseri come questi passano attraverso tutte le tempeste. Lo sento!
Rainer Maria Rilke
Le "Lettere d'amore"di Rainer Maria Rilkenon sono propriamente una raccolta di lettere d'amore nel senso tradizionale, ma piuttosto una serie di epistolari che contengono riflessioni profonde sull'amore, la vita, la solitudine e la creazione artistica. (dalla rete)
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d’una giovinetta palma…
Eugenio Montale
Il sorriso di Falstaffdipinto davon Grützner
Nonostante
ci si riferisca propriamente al sorriso pensando alla sola bocca,
l'espressione coinvolge anche gli occhi.
Alcuni sorrisi includono una contrazione dei muscoli all'angolo degli
occhi, un'azione nota come sorriso di Duchenne.
La carica espressiva e comunicativa del sorriso deve proprio allo
sguardo la sua profondità.
Un sorriso sincero e istintivo stira le
labbra di netto e rende più vivace e profondo lo sguardo.
Al contrario, un sorriso forzato o di circostanza non cambia lo
sguardo, limitando a contrarre i muscoli della bocca.
L'espressione comune "sorridere con gli occhi" intende proprio questo
aspetto.
Tra i risvolti dell'essere
giace un pensare lontano
di amici, sepolti dal tempo,
di visi che ancora ci sono...
Il sorriso è un'espressione facciale formata principalmente dalla flessione dei muscoli ai lati della bocca.
Il sorriso rappresenta nella cultura comune l'espressione della felicità.
Un sorriso può diventare una risata,
ma differisce dal riso nell'essere meno impulsivo e nervoso, quindi più
duraturo, più moderato e di maggior profondità emozionale.
Un mazzo di tulipani,
oltre ad essere un gesto di bellezza e eleganza, porta con sé diversi
significati, principalmente legati all'amore e alla primavera.
Fiori (tulips)
Fiori coloratie note musicali,
il testo, il concetto, gli amori;
frenato da un indicibile dubbio
mi getto in una nuova impresa...
Gujil
I tulipani simboleggiano amore, passione, rinascita e nuova vita.
Il colore dei tulipani può ulteriormente specificare il messaggio: rosso per amore profondo e passione, bianco per purezza e perdono, giallo per gioia e felicità, rosa per tenerezza e affetto.
I tulipani sono troppo eccitabili, e’ inverno qui,
guarda quanto ogni cosa sia bianca, quieta e innevata.
Imparo la pace, mentre si posa quieta a me vicina
come la luce su questi muri bianchi, questo letto, queste mani.
Non sono nessuno; niente a che fare con le esplosioni.
Ho dato il mio nome e i vestiti alle infermiere
la mia storia all’anestesista e il mio corpo ai chirurghi.
Hanno appoggiato la mia testa tra cuscino e bordo del lenzuolo
come un occhio fra palpebre bianche che non si chiuderanno.
Stupida pupilla, di tutto deve fare incetta.
Le infermiere passano e ripassano, non disturbano,
passano come i gabbiani verso terra nelle loro cuffie bianche,
facendo cose con le mani, uguali l’una all’altra,
cosi’ che e’ impossibile dire quante siano.
Il mio corpo e’ un sasso per loro, vi si apprestano come l’acqua
ai sassi sui quali deve scorrere, levigandoli garbata.
Mi danno il torpore con i loro aghi luccicanti, mi danno il sonno.
Adesso ho perduto me stessa sono stanca di bagagli –
la mia borsa di pelle come un nero portapillole,
mio marito e il bambino sorridono nella foto di famiglia;
i loro sorrisi mi agganciano la pelle, piccoli ami sorridenti.
Ho gettato cose in mare, io cargo di trent’anni
tenacemente attaccata al mio nome e indirizzo.
Hanno strofinato via tutti i miei affetti.
Impaurita e denudata sulla plastica verde della barella
ho guardato la mia teiera, il como’ della biancheria, i miei libri
affondare lontani, e l’acqua arrivarmi sopra la testa.
Sono una suora adesso, mai stata cosi’ pura.
Non volevo fiori, volevo soltanto
sdraiarmi a palme in su completamente vuota.
Come si sia liberi, non avete idea quanto liberi –
la pace e’ cosi’ grande che abbaglia,
non chiede nulla, un’etichetta col nome, qualche bazzecola.
Con questa, alla fine, chiudono i morti; li immagino
masticarsela come un’ostia da Comunione.
I tulipani sono troppo rossi in primo luogo, mi feriscono.
Anche attraverso la carta da regalo li sentivo respirare
piano, attraverso la bianca fasciatura, come un bimbo mostruoso.
Rossastri parlano alla mia ferita, le rispondono.
Sono traditori: sembrano ondeggiare, anche se mi tirano giu’,
scompigliandomi con le loro lingue inattese e il colore,
una dozzina di rossi piombi intorno al mio collo.
Prima nessuno mi sorvegliava, adesso sono sorvegliata.
I tulipani si voltano verso di me, e la finestra dietro
dove quotidianamente la luce si allarga e si assottiglia,
io mi vedo, piatta, ridicola, ombra di carta ritagliata
fra l’occhio del sole e gli occhi dei tulipani,
non ho faccia, ho voluto cancellarmi.
I vividi tulipani consumano il mio ossigeno.
Prima che arrivassero l’aria era abbastanza calma,
pulsava, respiro dopo respiro, senza scompiglio.
Poi i tulipani l’hanno riempita di un gran rumore.
Ora l’aria spinge e gli vortica attorno come un fiume
spinge e vortica attorno a una macchina rosso-ruggine affondata.
Concentrano la mia attenzione, che era felice
giocando e riposando senza impegnarsi.
Anche i muri sembrano riscaldarsi tra loro.
I tulipani dovrebbero stare dietro le sbarre come bestie pericolose;
si aprono come la bocca di un grosso felino africano,
ed io mi accorgo del mio cuore: apre e chiude
la sua ampolla di rossi boccioli per vero amor mio.
L’acqua che assaggio e’ calda e salata come il mare,
e viene da un paese lontano come la salute.