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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 31 maggio 2019

Haiku di Borges

17
 
La vecchia mano
ancora scrive versi
per dimenticare.
 
Jorge Luis Borges
da "17 Haiku"
  
quanta verità in questi versi,
la mano vecchia, come la mia;
forse però i miei versi ricordano,
ho dimenticato solo molte gioie...

giovedì 30 maggio 2019

La vita mia

 
 

...tanti auguri vita mia,
resisti, continua, lotta,
aggrappata ai sogni vivi
argentei risvolti e ricordi;
riordina il senso, la via,
daccapo se è il caso, ancora,
riguarda i tuoi passi...
 
Anonimo
del XX° Secolo
frammenti ritrovati

mercoledì 29 maggio 2019

Voci

Camille Pissarro
"Paysage près de Louveciennes"
1870, olio su tela Southampton City Art Gallery

Le voci profonde
 
Sento le mie unghie crescere.
Penso ad alcuni amici
forti come bisonti

in lotta contro il tempo.
 
Traduco una poesia
in una lingua ignota.
Nel profondo del mio intimo
una voce chiede di parlare.
 
Che molti dei presenti
del cielo e della terra,
uniti in questa pagina

consegnino i loro segreti.
 
Se avessi il sapere
degli analfabeti
vivrei a colori

in una regione oscura.
 
Quale dio taglia la barba
per meglio apparirti,
oh mio viso, liscio

come la pelle del mare?
 
Non ho mai detto niente
senza ascoltare il mio corpo.
Canta come le rose

nell’estate ardente.
 
Della mia pelle gli amici
non necessitano labbra.
Sono musicisti come

il sole e la luna.
 
Robert Sabatier
 
 Camille Pissarro
ha cercato di dare fisionomia pittorica alle voci profonde della terra, in tutte le sue opere traspare questo intento ancestrale.
Diverse ricerche hanno dimostrato che percepiamo le voci profonde come più attraenti e le colleghiamo a forza, competenza e fiducia e, quindi, alla figura del leader.
Queste caratteristiche vengono accostate anche nelle donne con voci dal timbro grave.
I risultati mostrano che preferiamo candidati alle elezioni con voci mascoline, siano essi uomini o donne. Questa preferenza rimane anche nel caso in cui parliamo di candidati per un posto tipicamente occupato da donne, come nell’ambiente scolastico. Dunque sembra che la valutazione che facciamo di una persona ascoltando la sua voce non è influenzata dal contesto sociale (ad esempio, la dirigente di una scuola piuttosto che l’allenatrice di una squadra di calcio).
Nelle donne, con il procedere dell’età il tono della voce si abbassa e, in età avanzata, la voce non è più acuta come un tempo. Avere una certa età significa aver accumulato una certa esperienza di vita e, dunque, aver raggiunto una saggezza e un livello di sapienza appropriati per essere un capo.
(dalla rete). 
quelle da dentro, che urlano,
voci dal passato, dal presente;
un coro insistente che spinge
un obbligo mentale potente...

martedì 28 maggio 2019

Argonautiche

Gli Argonauti 
(in greco antico: Ἀργοναῦται, Argonâutai) furono quel gruppo di circa 50 eroi[1] che, sotto la guida di Giasone, diede vita a una delle più note e affascinanti narrazioni della mitologia greca: l'avventuroso viaggio a bordo della nave Argo, che li condurrà nelle ostili terre della Colchide alla riconquista del vello d'oro.
Gli eroi erano accorsi alla chiamata degli araldi inviati in tutta la Grecia per organizzare la spedizione che Pelia, re di Iolco, aveva imposto a Giasone, figlio di suo fratello Esone.
Pelia, infatti, era diventato re di Iolco dopo aver usurpato il trono a suo fratello Esone, legittimo erede al trono, da lui fatto imprigionare insieme al resto della famiglia. Giasone accettò l'insidiosa richiesta alla sola condizione che, in caso di successo, Pelia avrebbe liberato i suoi cari (da Wikipedia).
 
La notte portava la tenebra in terra. Sul mare
i naviganti adocchiavano l'Orsa e gli astri d'Orione
dalle tolde. Sentiva bisogno di sonno il viaggiatore,
così la sentinella, e sopore di piombo avvolgeva
pure la madre che ha visto la morte dei figli.
Non c'era ululare di cani, in città, non rimbalzi
di suoni. Silenzio invadeva quel buio, che s'oscurava.
Ma dolcezza di sonno non prese Medea,
la svegliavano varie passioni, nel desiderio di lui,
nell'angoscia per la furia potente dei tori, ai quali
domani doveva prostrarsi; morte brutale, alla piana
di Ares. Nel petto pulsava il suo cuore, frenetico.
Come danza uno strale di sole nel chiuso,
scattando da un'acqua, appena versata in un bacile,
o in una tazza, e di qua, di là, a guizzi
rimbalza nel veloce turbinio,
così nel petto mulinava il cuore di Medea.
Dagli occhi scorreva pianto di pietà. Dentro,
la trapassava la fitta, filtrando nella carne, ai nervi
filiformi, fino all'estremità, all'occipite della nuca
                  dove trafigge più tormentoso il male, quando
ostinati Eroti fiondano tormenti in petti umani.
Ora diceva a se stessa che gli avrebbe dato l'antidoto
dei tori: ora, che nulla avrebbe dato, e che sarebbe morta
anche lei; poi... nessuna cosa, né l'una, né l'altra:
impassibile, doveva stare, e affrontare il suo male.

Argonautiche, III.286-98

Apollonio Rodio
Traduzione di Ezio Savino
 
Lorenzo Costa
"La nave Argo con l'equipaggio"
Il mito degli Argonauti è una delle più note ed affascinanti narrazioni della mitologia. Eroi leggendari che sotto la guida di Giasone, si imbarcarono sulla nave Argo e affrontarono un avventuroso viaggio che li condusse nelle ostili terre della Colchide alla conquista del vello d'oro. La nascita della leggenda degli Argonauti all'Isola d'Elba si basa su diverse narrazioni e testimonianze di autori classici. Tra i primi a scrivere dell'Elba fu Diodoro Siculo (90-20 a.C.), ci narra che gli Argonauti navigando per il Tirreno alla ricerca del vello d'oro, fecero sosta su un isola chiamata Aethalia. Secondo la leggenda l’isola chiamata Aethalia altro non era che l’Isola d’Elba!
Il mito racconta che gli Argonauti, sbarcati nella zona delle Ghiaie, poi denominata Argo,  si detersero il sudore con ciottoli candidi e porosi della spiaggia; sembra che fu proprio il sudore degli eroici naviganti a macchiare di gocce nero-blu i sassi della spiaggia, rendendoli così caratteristici e inconfondibili (dalla rete).
 
novello nocchiero di una scarna nave,
ho con me viaggiatori impotenti, nel buio,
sono avvolti da vivide luci, nel buio;
li porto lontano, con me, alla deriva...
 

lunedì 27 maggio 2019

Riflesso in tarda primavera

 
 
 



non sono dell'adatto umore
per scrivere, per pensare alto;
mi rintano in un senso del nulla...
 
Gujil

domenica 26 maggio 2019

Di nuovo poesia

Vita mia, poesia, amica...
Io nei versi annegavo, ardevo e gelavo...
Gli occhi la tormenta non mi ha cavato,
benché abbia percorso tante verste.
Diranno: è una posa? Sì, è possibile...
La vita è fatta di pose e altre inezie.
Che perisca la rosa schiacciata,
e nel marcio spunti un cardo!
Io l'immortalità non aspetto,
a me è più caro – le dita sulle corde –
sedere con le prostitute che parlano
allegramente di me.


Arkadij Kutilov

da "Lo scheletro di una stella"
traduzione di Paolo Statuti
 
 

Alcune definizioni date alla Poesia dagli stessi poeti :

Lawrence Ferlinghetti tratto da “Cos’è La Poesia – “Sfide per giovani poeti”, un’opera che sicuramente ci dà la percezione della natura sfuggente e misteriosa della poesia: “Poesia è lotta continua contro silenzio, esilio e inganno” 
– Heinrich von Kleist: Se poetando io potessi penetrare nel mio petto afferrare il mio pensiero e con le mani senz’altre aggiunte allora, per confessare la verità, sarebbe esaudita tutta l’esigenza dell’anima mia.
–  Jorge L. Borges:”Un volume di versi non è altro che una successione di esercizi magici.”
Georges Bataille: “Sulla poesia, io direi adesso che è, credo, il sacrificio in cui le parole son le vittime”
Eugenio Montale:”La poesia non è fatta per nessuno, non per altri e nemmeno per chi la scrive”
 – Alda Merini:  “Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi”.
- Franz Kafka : “La poesia è malattia”
Vladimir Majakovskij: “Cittadino tenete conto delle mie spese di viaggio La poesia Tutta La poesia è un viaggio nell’ignoto
Giacomo Leopardi dallo “Zibaldone”  : “Una poesia ragionevole è lo stesso che dire una bestia ragionevole"
(dalla rete)
 
 tra versi e rime baciate le poesia,
quella dei grandi, inarrivabili;
poi c'è la mia, quella spicciola,
di frasi, di attimi di aromi...
 

sabato 25 maggio 2019

Pazzia

Pazzo
(W. M.)

Son arrivato troppo presto.
Aspetto per lunghi lentissimi minuti,
trattenendo il respiro, pronto
a librarmi come un palloncino, non fosse per la lenta
esalazione della mia frenesia mentre appari
nel magico viale alberato – la tua mano
alzata verso di me – la tua mano

per i miei infarti multipli –
consapevolezza
di foglie monet-argentee
, strizzando gli occhi nell'aria,
passi smorzati sul marciapiede;

le tue caviglie nude che scintillano nella luce autunnale.
Colmo la distanza fra di noi
rapido

 
come la nebbia che ribolle
dall'interno della baia, inesorabile
come il rombo ritmico d'un treno su rotaie
che oltrepassa in un baleno una stazioncina di campagna
sto lì sbigottito e piuttosto
inspiegabilmente scosso e perso e
senza parole.

Allora è così che mi contagi: son pazzo, eh?


Hone Tuwhare
Traduzione di Antonella Sarti Evans
 
 
In psicologia, psichiatria e nel senso comune con il termine follia o pazzia si indica genericamente una condizione psichica che identifica una mancanza di adattamento, che il soggetto esibisce nei confronti della società, spesso in maniera anche non pienamente consapevole, tipicamente attraverso il suo comportamento, le relazioni interpersonali e stati psichici alterati ovvero considerati anormali fino a causare stati di sofferenza psicologica per il soggetto.
La definizione di follia è influenzata dal momento storico, dalla cultura, dalle convenzioni, quindi è possibile considerare folle qualcosa o qualcuno che prima era normale e viceversa.
Spesso in ambito filosofico e sociologico si preferisce il termine alienazione e devianza.
(da Wikipedia)
 
pazzie estrinsecate nei gesti,
urlate nella solitudine collinare;
ricordo numeri dati al vento
e una gioventù passata ancora qui...

venerdì 24 maggio 2019

Miti

 Palazzo Leoni Montanari
(Vicenza)
 
Dal 6 aprile al 14 luglio a Palazzo Leoni Montanari apre la mostra
MITO. Dei ed eroi.
L’evento celebra i vent’anni di attività della sede vicentina delle Gallerie d’Italia, il polo museale di Intesa Sanpaolo.
A cura di Fernando Mazzocca, Federica Giacobello e Agata Keran, l’esposizione indaga la fortuna e l’esemplarità della mitologia classica, anche grazie all’eccezionale percorso iconografico delle decorazioni pittoriche e a stucco che caratterizzano l’architettura del palazzo.
La mostra, con il patrocinio del Comune di Vicenza, è organizzata in partnership con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, che concedono in prestito opere di grande rilievo, provenienti anche da Pompei e da alcuni siti della Magna Grecia.
Un prestito eccezionale, inoltre, giunge dall’Hermitage di San Pietroburgo...
Partendo dalla rappresentazione di miti e personaggi eroici nell’antichità, il progetto espositivo mette in luce la fortuna della tematica mitologica nei secoli, a partire dalla Grecia, dalla Magna Grecia e da Roma fino al Classicismo dell’età barocca e alle diverse stagioni, tra Sette e Ottocento, del Neoclassicismo...

Mito
 
Molto tempo dopo Edipo, vecchio e accecato, camminava per le
strade. Sentì un odore familiare. Era
la Sfinge. Edipo disse, “Ho una domanda.
Perché non ho riconosciuto mia madre?” “La tua risposta
era sbagliata”, disse la Sfinge. “Ma era quella che ha reso
tutto possibile”, disse Edipo. “No”, lei disse.
“Quando ho chiesto: che cos’è che cammina a quattro zampe la mattina,
due il giorno, e tre la sera, hai risposto:
l’Uomo. Non hai parlato della donna.”
“Quando si dice Uomo”, disse Edipo, “sono comprese anche
le donne. Lo sanno tutti.”

Lei disse, “È quello che pensi tu.”
 
Muriel Rukeyser  


La mostra 
Mito. Dei ed eroi 
si inserisce nell’ambito delle celebrazioni dei vent’anni di Palazzo Leoni Montanari che, dal maggio del 1999, conduce un’intensa attività culturale.
Prima nata tra le sedi museali di Intesa Sanpaolo (seguita nel tempo dall’apertura delle Gallerie di Napoli e Milano), le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari hanno maturato nel tempo un ruolo primario tra le istituzioni cittadine, superando i confini regionali e interloquendo con istituzioni culturali nazionali e internazionali grazie alle collezioni permanenti di pittura veneta del Settecento, di icone russe e di ceramiche attiche e magnogreche e alle numerose esposizioni temporanee.
Il catalogo della mostra Mito. Dei ed eroi, edito da Skira, contiene saggi di Fernando Mazzocca, Federica Giacobello, Agata Keran (dalla rete). 
 
si vive di miti, ancora adesso,
quello di Icaro, quello di Elena;
poi gli altri postmoderni e soli
come in un canto di Lorca...
 

giovedì 23 maggio 2019

Arcobaleni


i miei canti sono come arcobaleni
io raccolgo i loro colori
li porto incontro al mare
ne riempio la valle
li pianto nei fianchi del monte
e se poi vi balza dentro
anche il sole
allora diventa bello tutto il paese
 
Richard Wagner
da "Negli ingranaggi del disgelo"
traduzione di Gio Batta Bucciol

 
 
 
 Perché a volte si vedono due arcobaleni?
 
Il fenomeno che produce questo doppio spettacolo è del tutto identico a quello che dà origine all’arcobaleno primario.
Quando i raggi solari colpiscono una goccia di pioggia vengono rifratti, cioè la loro traiettoria devia in modo diverso a seconda dei vari colori che compongono la luce.
Il raggio di luce bianca, quindi, si divide in un fascio di bande colorate che viene riflesso verso gli occhi dell’osservatore.
Se la luce che entra nella goccia è particolarmente luminosa, può essere riflessa due volte prima di uscire ed essere vista dall’osservatore.
(dalla rete)





arcobaleno di colori nel cielo
della mia infanzia, di ieri;
ora, sbiadito ma ancora presente
lo guardo e cerco di vederlo...

mercoledì 22 maggio 2019

Poesia e riflesso

Non conta dire
che un albero è bello, importa
sapere che perde le foglie
e come rinsalda la propria forma
appena fuori dalla terra, che ha tronco,
legno, corteccia – per non parlare
delle altre accezioni:
albero maestro,
di trasmissione, genealogico, del bene
e del male, della vita, della croce.
Come inspira
espira ossigeno anidride
carbonica, si inumidisce, evapora,
accresce anelli
in corrispondenza di anni e come
si ripete sotterraneo – sistema radicale
solitamente sviluppato come quello aereo.
Che è misurabile come il volume
di un solido, la pressione sanguigna,
la rotazione dei pianeti – incommensurabile
anche.
 
Roberto Coppini
 
 
dire, parlare, fare... verbi
di movimento, di azione;
siamo preda di eventi casuali
come la vita, come la morte...
 

martedì 21 maggio 2019

Jolie, poesia di Anonimo

 
Jolie
 
Quando si ferma il fiato,
quando fibrilla il cuore;
il mio respiro ti ho dato
come gesto prestato all'amore.
 
In crescendo di ansie e paure
sono stato pronto, deciso,
e ho visto lontano le alture
che portano nel tuo Paradiso.
 
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

lunedì 20 maggio 2019

Calcio

Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Copenhagen (Danimarca), diretti da Thomas Rostgaard Andersen, e pubblicato sulla rivista Plos One, afferma che giocare a calcio dopo i 60 anni fa bene al cuore e riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
La ricerca ha coinvolto ventisette uomini di età compresa tra 63 e 74 anni che conducevano una vita sedentaria.
I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi.
I componenti del primo gruppo, definito “di controllo”, non è stato incaricato di svolgere particolari attività.
I componenti del secondo, invece, sono stati invitati a giocare a calcio per un anno, in un contesto ricreativo.
Nei primi quattro mesi questi individui hanno praticato lo sport due volte a settimana per un’ora.
Gli scienziati hanno scoperto che, durante questo periodo, i partecipanti avevano migliorato il proprio stato di salute cardiovascolare del 15 %. Allo stesso modo la tolleranza al glucosio era aumentata del 16% (dalla rete).

La partita di calcio, 57

 
DOVE I NEMICI DI UN TEMPO?
dove gli uomini dalle lunghe barbe con le alte spade
e gli occhi forano il cielo lanciando le fiamme?
Oggi erra l’ombra dei topi
fra le foglie che neanche l’autunno
chiama più con amore.
Dice il signor D’Aubigné sono queste le meraviglie?
Solo un vecchio può essere colpito al cuore
da un colpo di fucile?
Non abbiamo più nemici
siamo uomini spenti.
Che vita è questa?
Immanuel Kant muore
sospendiamo la partita dice il signor D’Aubigné
sospendiamo il gioco delle ombre
oggi sotto lo striscione d’arrivo cadiamo nell’eternità.
Chiedo alle rondini di tornare
se viene meno la speranza
sia chiara l’attesa
sia giusto l’ordine di migrare.
 
Roberto Roversi
da "La partita di calcio", 2001
 
 

come me, anno uguale, lontano,
si giocherebbe per contare i capelli,
si guarderebbero mani ed occhi;
siamo stelle che si stanno spegnendo...

domenica 19 maggio 2019

Keats e Shelley


Adonais
LIII

 Perché esiti, perché ti volgi, perché arretri, mio Cuore?

Le tue speranze t'hanno preceduto: da tutto qui
son dipartite; ora dovresti dipartirti tu!
Una luce è passata dall'anno che ritorna,
e dall'uomo e dalla donna: e quel che ancora è caro
attrae per schiantare, respinge per farti appassire.
Il cielo soffice sorride – il vento basso sussurra vicino:
è Adonais che chiama! oh, affrettati a raggiungerlo!
La Vita non divida più quel che la Morte può riunire.

Percy Bysshe Shelley
da "Dalla dimora dove abitano gli eterni"
traduzione di Francesco Rognoni
e Massimo Mandolini Pesaresi

 
 
 Il 23 febbraio 1821, morì, vittima della tubercolosi, nella camera dell’appartamento che aveva affittato a Piazza di Spagna.

John Keats
Aveva 25 anni.

La natura tragica della sua morte prematura fu ulteriormente intensificata dal fatto che Keats morì non potendo immaginare il plauso della critica che la sua opera avrebbe un giorno ricevuto.
Oltre ai critici, la poesia di Keats continua a commuovere numerose  persone che, generazioni dopo la sua morte, vengono da ogni dove e da ogni percorso di vita a visitare la casa di piazza di Spagna a Roma dove il poeta morì giovanissimo. 
Quella casa è  divenuta un luogo di pellegrinaggio letterario e di contemplazione.
P. B. Shelley
fu così scosso dalla morte di Keats che scrisse Adonais, un’elegia pastorale che venne pubblicata nell’estate del 1821. Keats vi è raffigurato come Adonais, il dio greco della bellezza e della fertilità il cui letto di morte è circondato da varie figure, tra le quali Byron.
Nella prefazione all’opera, Shelley ringraziò Joseph Severn per essersi preso cura di Keats durante la sua malattia; il ricordo di Shelley su Severn, aumentò l’interesse verso le opere dell’artista (dalla rete).
 
il cuore, sempre lui, da sempre,
un eterno rimeggiare di poeti;
anche per me così solo e grande
nell'attimo, l'istante che è tutto...

sabato 18 maggio 2019

Ancora costellazioni

Il termine popolare "costellazioni" indica un insieme di stelle che sembrano distinguersi dalle altre, formando un disegno che le rende facilmente riconoscibili.
In epoche antiche, la gente le osservava e inventava ogni tipo di storie su creature mitologiche e personaggi, che associava a questi "disegni stellari".
In seguito gli astronomi cominciarono a costruire mappe delle stelle, includendo le costellazioni già disegnate, in modo da riuscire ad orientarsi buio.
Le costellazioni possono essere un modo utile per aiutarci a identificare la posizione di una stella in cielo.
Possiedono confini immaginari formati "unendo i puntini", cioè le stelle che le compongono.
Le costellazioni, pertanto, si distinguono grazie alla loro configurazione.
Per analogia, nell’ambito delle Costellazioni Familiari è emerso che in ogni sistema familiare esistono degli ordini strutturali fissi per mantenere in equilibrio il sistema e provvedere alla sua sopravvivenza.
Bert Hellinger (fondatore delle C.F.) ha dato loro il nome di "Ordini dell'Amore" perché l’amore è l’elemento che crea l'appartenenza al gruppo e garantisce la sopravvivenza dei suoi membri, ed è tanto influente da indirizzare i destini dei singoli e influire in modo incisivo sulla vita dei suoi membri.
Questi ordini sono predefiniti: così come esiste un ordine, seppure in continua trasformazione, nel sistema stellare, così esiste un ordine nel sistema familiare.
Da qui il termine Costellazioni Familiari (dalla rete).

Le costellazioni
                 

Cominciava a indicarmi stringendo e agitando cauto
il pince-nez che muoveva verso tutto il cielo stellato
puntava gli occhiali a molla nominando costellazioni
mai visto tanto splendore in cambio di due lenti mosse
sulla mia testa brillava la montatura metallica.

Il cane l'orsa maggiore il cane minore l'auriga
la chioma di berenice andromeda arturo la lira
l'orsa minore perseo l'auriga il cane minore
andromeda cassiopea l'orsa maggiore le pleiadi
impeccabile solo il nord trafitto da una unica stella. 

 Toti Scialoja
da "Rapide e lente armonie" 

Una costellazione è ognuna delle 88 parti in cui la sfera celeste è convenzionalmente suddivisa allo scopo di mappare le stelle.
I raggruppamenti così formati sono delle entità esclusivamente prospettiche, a cui la moderna astronomia non riconosce alcun reale significato (da Wikipedia). 
 
nel cielo, fisse, da sempre,
ci guardano e guidano nei mari;
gli astri lontani, profondi,
un giorno saremo in procinto...