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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 31 agosto 2012

Parafrasi


La parafrasi è la riscrittura (o la rielaborazione orale) di un testo in termini più semplici allo scopo di renderlo più comprensibile senza però cambiarne né il contenuto né il significato. La forma più diffusa è la parafrasi di un testo poetico. Essa, che è detta anche versione in prosa, è un operazione tipicamente scolastica, ma è un’ operazione importante ai fini della comprensione di una poesia: è, anzi, il primo passo verso la comprensione del suo contenuto. Come si fa una parafrasi Per fare la parafrasi di un testo, devi in pratica riscrivere totalmente il testo della poesia facendo in modo di: - Ordinare le parole all’ interno della frase secondo una successione sintattica regolare: soggetto-> predicato->complementi -Semplificare , all’interno dei periodi, le costruzioni sintattiche troppo complesse,riordinando le proposizioni a partire dalla principale,rendendo esplicite le subordinate implicite e chiarendo eventuali
rapporti sintattici oscuri o complessi;
-Sostituire le parole e le espressioni difficili- perché antiquate, letterarie, poetiche o rare -con parole ed espressioni della lingua d’uso; -Sciogliere e Spiegare le espressioni figurate, come le metafore, le antonomasia e simili. Così, un’espressione come “capelli d’oro” deve diventare “capelli biondi e splendenti come l’oro” e un’espressione come sei un Giuda” deve diventare “sei un traditore” (dalla erete, Siria D.).

Parafrasi

periferiche assiduano
colori di facile intuito
fuori, dove giace amore
giovani anime amano
in contesto arduo e fortuito
in un senso ritorto del cuore.

anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate

giovedì 30 agosto 2012

Occhi tra poesia e riflesso


Quante volte avrai sentito dire che gli occhi sono lo “specchio dell’anima”. Ebbene, oggi numerosi studi hanno fornito prove più che convincenti sulla validità di questi detti popolari. Una buona conoscenza della comunicazione non verbale (CNV), permette di identificare con precisione l’espressione che lo sguardo assume quando siamo arrabbiati, abbiamo paura o quando siamo tristi o felici. Anche in ambito seduttivo, è risaputo che la dilatazione della pupilla, è indice inequivocabile di interesse e attrazione. Ma oggi, diversi studi condotti in proposito, possono addirittura farci fare ipotesi molto attendibili sul carattere, il temperamento e le attitudini di una persona, basandoci sul colore degli occhi. Pare infatti che esista una stretta correlazione tra il colore dell’iride e particolari predisposizioni caratteriali e comportamentali.
Nei bambini, uno dei contrassegni più inequivocabili di timidezza è il colore degli occhi. Chi è timido e introverso molto probabilmente ha gli occhi azzurri. Le persone con gli occhi scuri, invece, presentano solitamente un maggiore stato di reattività neurofisiologica e mentale e questa condizione le rende più scattanti, dinamiche e vivaci rispetto alle persone con l’iride chiara, che invece appaiono tendenzialmente più pacate, moderate e riflessive, ma anche, almeno nei primi anni di vita, meno socievoli e più schive. Tutto questo avrebbe una spiegazione scientifica basata sulla quantità presente in modo differente di una sostanza presente nel nostro cervello tra chi ha occhi chiari rispetto a chi ha l’iride scura. La sostanza in questione è la neuromelanina che si trova anche nell’iride e nella pelle (dove viene chiamata melanina) e che determina il colore di occhi e di pelle. Diversi studi hanno constatato che gli individui con gli occhi scuri hanno prestazioni migliori in attività fisiche che richiedano una bassa soglia di reazione come la boxe o il giocatore di difesa nel calcio; chi ha gli occhi chiari pare invece dare il meglio di sè in sport più misurati e di precisione come il bowling o il golf. Pare ci sia addirittura un maggior rischio di ipertensione nelle persone con l’iride scura. Chi ha gli occhi scuri, inoltre pare sia anche più facilmente impressionabile di chi ha gli occhi chiari. Il colore degli occhi influenza persino i canoni estetici. Chi ha gli occhi scuri solitamente predilige figure simmetriche, oggetti complessi e strutture che presentino un gran numero di spigoli. Al contrario, le persone con gli occhi chiari, gradiscono maggiormente forme più ordinarie, regolari e non sono particolarmente sensibili al colore. Quindi da oggi, quando vuoi capire più cose ul tuo interlocutore (Clienti, partner, capo, collega, figlio ecc), guarda il colore dell’iride (dalla rete, A. Ferrari).


occhi ignoti

M'inebbriai di sguardi fuggitivi,
rapidi come il balenio di fiamma
che guizza a notte per i cieli estivi.
Conobbi dentro ignoti occhi la gamma
torbida della muta cupidigia,
che ravvolge ne* suoi vortici il dramma.
V'opposi un mio disdegno d'alterigia,
godendo di passar fra la schermaglia
senza recarne su di me vestigia.
Ma pur conobbi l'attimo che abbaglia
colsi a volo la lucida scintilla
che scatta in fondo a un ciglio, come scaglia
d'oro, e in un altro sguardo risfavilla.

Amalia Guglielminetti



lo sguardo si posa
sull'essenza di un senso,
indugia, cospira,
ritorna a pensieri usuali...

mercoledì 29 agosto 2012

Poesia e riflesso


PENSIERO FULMINEO

Talora, quando più secreta e folta
La notte incombe e l’emisfero tace.
Io, da vana deluso ombra di pace,
Gli sparsi miei pensier chiamo a raccolta.
E la speranza suscito che giace
Sotto le antiche ceneri sepolta,
E di tesser mi studio anco una volta
Bella vita il sottil sogno fallace.
Ma d’improvviso, sò ch’io non l’avverto,
Piomba dall’alto sulla mia follia
Fulminando il pensier dell’infinito:
Dissipa il frale e dilicato ordito,
E lascia dentro a me l’anima mia
Fatta un gorgo di mar, fatta un deserto.

Arturo Graf

ecco, ritorna e m'avvinghia
con le sue potenti braccia
a cingermi il capo e l'anima
in morsa d'acciaio;
la mia libertà
giace in catene,
il petto sobbalza,
sudano gli occhi...

martedì 28 agosto 2012

Dirupo a Dieppe

Sull'opera: "Dirupo a Dieppe" è un dipinto autografo di Monet realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1882, misura 66 x 92 cm. ed è custodito nella Kunsthaus a Zurigo.
L'immensa rupe, con il suo incantevole strapiombo, ci offre il vero significato della vertiginosa altezza e della maestosa struttura che occupa gran parte della tela. Tutto questo potrebbe conferire al fruitore un senso di inquietudine ed abbandono se non ci fossero la presenze di figure umane, di casolari, di staccionate e di tanto verde (dalla rete).



Claude Monet, Dirupo a Dieppe


transiti infiniti
sul ciglio del passo,
come conviene a chi sà
resiste il furore
si stempra l'ardore;
indussi qualsiasi atto
nel tempo di un respiro,
ancora credo e speme
mi batte il cuore la notte
e guardo il dirupo...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati



lunedì 27 agosto 2012

Poesia e riflesso

Il celeste non si misura con la mente
Il celeste non si misura con la mente,
l’azzurro è occulto agli intelletti.
Solo di rado i serafini portano
un sacro sogno agli eletti dei mondi.
E la Venere russa mi è apparsa,
avvolta in una tunica pesante,
insensibile e pura, immensamente non lieta,
con nei tratti un placido sogno.
Non per la prima volta è scesa sulla terra,
ma per la prima volta le si stringono intorno,
non gli eroi del mito, ma altri paladini…
E strano è il lampo dei suoi occhi profondi.

Aleksandr Aleksandrovic Blok



la mente dissolve
le paure vicine e contigue
io vago e torno e riparto
come stanca farfalla sbiadisco
i colori di fragili ali...

domenica 26 agosto 2012

poesia e riflesso



Agosto

In sei mesi 
non ho letto un libro
a parte una cosa intitolata La ritirata da Mosca
di Caulaincourt.
Comunque sono contento.
Vado in macchina con mio fratello,
beviamo una pinta di Old Crow.
Non abbiamo in mente nessuna meta,
andiamo e basta.
Chiudessi gli occhi per un minuto
Ecco, sarei perduto, ma
potrei stendermi e dormire per sempre
sul ciglio della strada.
Mio fratello mi dà di gomito.
Tra un minuto, chissà, accadrà qualcosa.

Raymond Carver

infissi arrugginiti
cigolano il loro stridore
nel silenzio marino;
una finissima brezza
incontra i miei capelli 
mentre il mondo
ancora dorme... 

sabato 25 agosto 2012

Cheyenne

I Cheyenne sono una popolazione indiana dell'area delle Grandi Pianure, situate nell'America Settentrionale. La Nazione Cheyenne si compone di due tribù unite, quella dei Só'taa'e (conosciuti come Sutai) e dei Tsé-tsêhéstâhese (al singolare: Tsêhéstáno; conosciuti come Tsitsistas). La popolazione totale, composta di 6.591 individui, si trova nei 2 stati federali statunitensi dell'Oklahoma e del Montana. I Cheyenne sono parte del grande gruppo linguistico nordamericano degli algonchini, assieme con le tribù degli Abenachi, Piedi Neri, Mohegan, Mohicani, Cree, Fox, Arapaho, Kickapoo, Lenape (o Delaware), Passamaquoddy, Miami, Micmac, Narragansett, Ojibway, Ottawa, Pequot, Potawatomi e Shawnee. Sull'origine del loro nome vi sono varie interpretazioni: quella più accreditata presso gli etnologi è di "piccoli rossi-parlanti"; altri ritengono che Cheyenne derivi dalla parola francese "chien" (cane). Un'altra versione sostiene che il significato del termine cheyenne sia " il popolo degli uomini" come loro stessi si chiamavano. Durante il XVII ed il XVIII secolo si spostarono dalla regione dei Grandi Laghi, per raggiungere le odierne terre del Minnesota e del Nord Dakota, con lo scopo di stabilizzarsi.
Alcune delle loro caratteristiche culturali furono influenzate dal contatto con altre nazioni indiane, quali gli Hidatsa e i Mandan. Intorno alla fine del XVIII secolo, con l'acquisizione del cavallo, i Cheyenne abbandonarono la vita stanziale, per lo più agricola, adottando uno stile di vita nomade, convertendo la loro alimentazione, basata sui frutti della terra e sul pesce, in una dieta formata da carne di bisonte e cibi vegetali.
In questo periodo i Cheyenne emigrarono verso le terre del Colorado, e del Sud Dakota. I Cheyenne furono al centro di alcune delle guerre indiane più note, poiché dalla seconda metà del XIX secolo i loro territori furono attraversati dall'esercito statunitense. Il governo americano, intorno al 1860, ordinò ai Cheyenne di trasferirsi in una piccola riserva situata nel Colorado, ma i nativi rifiutarono. Si scatenò allora una prima caccia ai Cheyenne, che invece volevano la pace e inviarono una delegazione guidata da Orso Magro, accolto a colpi di fucile. Pentola Nera, in pieno accordo con i governativi, si accampò lungo il fiume Sand Creek.
Nonostante nell'accampamento sventolasse la bandiera americana, il 29 novembre 1864 l'esercito statunitense li attaccò, massacrandone circa trecento, tra cui solo settantacinque erano guerrieri.
Questo fatto è passato alla storia come "Massacro di Sand Creek". Mentre si svolgevano le trattative tra i bianchi, i Cheyenne e altre nazioni di nativi, e veniva firmato l'accordo - farsa di "Medicine Lodge", che avrebbe dovuto garantire il passaggio dei coloni sulle terre degli indiani, ma che in pratica non fu mai rispettato, riprese la caccia ai Cheyenne. Il tenente colonnello George Armstrong Custer incrociò un gruppo lungo il fiume Washita, riuscendo facilmente a vincere lo scontro, nel quale persero la vita Pentola Nera e un centinaio di nativi. I pochi superstiti si arresero e furono chiusi nelle riserve. Un gruppo di Cheyenne guidati da Due Lune continuò invece la guerra ai visi pallidi e fu tra i protagonisti della celeberrima Battaglia di Little Big Horn, nella quale fu annientato l'intero squadrone di George Armstrong Custer. Dopo questa battaglia si intensificò la caccia ai Cheyenne, i quali, seguendo l'esempio di Cavallo pazzo, si arresero in buon numero intorno all'anno 1877. Furono spediti nelle riserve, ma molti di loro evasero subito dalle riserve per ritornare provvisoriamente ai loro luoghi di origine. I Cheyenne cambiarono radicalmente il loro stile di vita con l'introduzione del cavallo, divenendo così un popolo nomade, dopo che a lungo erano stati dediti all'agricoltura, e alla coltivazione di mais e di piselli. In questo periodo anche i loro riti religiosi di tipo animista-sciamanico subirono l'influenza del loro stile di vita e nei loro racconti apparve frequentemente il mito della Terra Madre che governa la creazione e la fertilità, oltre ai miti escatologici riguardanti l'oltretomba e a quelli degli eroi e dei fanciulli prodigiosi. Tra questi ultimi vi è il mito del saggio profeta, che insegna la religione con i riti sacri, plasma le istituzioni e scandisce l'ordine sociale. La nazione Cheyenne, diversamente da altri nativi americani, è stata storicamente compatta e unita, sotto il governo centrale denominato "Consiglio del quarantaquattro", che fu sviluppato al tempo del raggiungimento delle Grandi Pianure da parte delle tribù. Gli antropologi discutono se nel loro sistema a clan, la matrilinearità, che prevede l'acquisizione, per i figli, del nome materno anziché di quello paterno, esistesse fin dalle origini o fosse elaborata più tardi (da wikipedia).

Rivelazione

Ascoltami, amico
mentre grido così: He' eye!
Ascoltatemi tutti!
Mi muovo sulla terra
con passo leggero di danza
e canto - He' eye!
Il Padre di tutte le cose
mi ha rivelato la sua Verità:
presto saremo riuniti
coi nostri morti,
per sempre.
He' eye!
Ascoltami, padre, mentre canto
la mia canzone a squarciagola:
He' eye!

Canto Cheyenne

venerdì 24 agosto 2012

Il Mago delle comete

Una volta un mago inventò una macchina per fare le comete.
Somigliava un tantino alla macchina per tagliare il brodo, ma non era la stessa e serviva per fabbricare comete a volontà, grandi o piccole, con la coda semplice o doppia, con la luce gialla o rossa.
Il mago girava paesi e città, non mancava mai ad un mercato, si presentava anche alla Fiera di Milano e alla fiera dei cavalli a Verona, e dappertutto mostrava la sua macchina e spiegava com'era facile farla funzionare.
Le comete uscivano piccole, con un filo per tenerle, poi man mano che salivano in alto diventavano della grandezza voluta, ed anche le più grandi non erano più difficili da governare di un aquilone.
La gente si affollava intorno al mago, come si affolla sempre intorno a quelli che mostrano una macchina al mercato, per fare gli spaghetti più fini o per pelare le patate, ma non comprava mai neanche una cometina piccola così.
"Se era un palloncino, magari" diceva una buona donna. "Ma se gli compro una cometa il mio bambino chissà che guai combina."
E il mago: " Ma fatevi coraggio! I vostri bambini andranno sulle stelle, cominciate ad abituarli da piccoli."
"No, no grazie. Sulle stelle ci andrà qualcun'altro, mio figlio no di sicuro."
"Comete! Comete vere! Chi ne vuole?"
Ma non le voleva nessuno.
Il povero mago, a furia di saltar pasti, perché non rimediava una lira, era ridotto pelle ed ossa.
Una sera che aveva più fame del solito, trasformò la sua macchina per fare le comete in una caciottella toscana e se la mangiò.

da Favole al telefono di Gianni Rodari

giovedì 23 agosto 2012

Poesia e riflesso

L'amico probabile
 
Se in tre sai dividere un capello
non fai per me.
Se meno stimo ilprato del cancello
non fai per me.
Se l'acqua discacci con l'ombrello
non fai per me.

Raffaele Carrieri

 

ed io guardavo in fondo
dove il sentiero fonde il bosco
dove il cielo scurisce;
le nari a respirare piano
quel suono che fa il bosco
quando viene sera...

mercoledì 22 agosto 2012

Filastrocca impertinente

Filastrocca impertinente

Filastrocca impertinente
chi sta zitto non dice niente,
chi sta fermo non cammina
chi si allontana non s'avvicina.
Chi si siede non sta ritto
chi va storto non va dritto
e chi non parte, in verità
in nessun luogo arriverà.

Gianni Rodari


passo su passo
mani sudate
faccia accaldata
sorriso stanco
e vigile attesa...

Rime, filastrocche e poesie per bambini servono a sviluppare il linguaggio e il ritmo, allenano la memoria, sono divertenti come un gioco e sono un valido aiuto scaccia-paure. Unica avvertenza per i genitori: prima si recitano ai propri pargoletti meglio è; le filastrocche e le storie in rima sono utili per sviluppare il linguaggio e la memoria dei bambini.

martedì 21 agosto 2012

Canto

Il canto è l'emissione, mediante la voce, di suoni ordinati per ritmo e altezza a formare una melodia. Un gruppo di individui che cantino insieme (che in questo caso si dicono anche cantori), formano un coro.
Possiamo distinguere:
1 suono musicale emesso dalla voce umana canto melodioso
2 composizione musicale vocale canto popolare canti liturgici
3 arte e tecnica del cantare maestra di canto lezioni di canto il bel canto
4 verso modulato di animale il canto del gallo, degli uccelli, delle cicale
5 poesia lirica canzone componimento poetico i "Canti" di Leopardi



Luigi Galligani, Il canto delle sirene - Leucosia

Canto Apache

Ho i piedi coperti
di polvere straniera,
ma sopra di me
non è straniero il cielo,
e riconosco la lingua del vento.
Questa notte
Il fumo del bivacco
Parlerà di me alla mia gente.

Apache


nel vento e nel sole
con pioggia e gelo
cammino verso di me,
da me sempre riparto...

lunedì 20 agosto 2012

Poesia e frammento

Questa volta lasciami 
essere felice,
non è successo nulla a nessuno
non sono in nessun luogo,
semplicemente
sono felice
nei quattro angoli
del cuore, camminando,
dormendo o scrivendo.

Che posso farci, sono felice,
sono più innumerabile
dell'erba
nelle praterie,
sento la pelle come un albero rugoso,
di sotto l'acqua,
sopra gli uccelli,
il mare come un anello
intorno a me,
fatta di pane e pietra la terra
l'aria canta come una chitarra.
 
Pablo Neruda
 

Peppe Aveni, Il lume, olio su tela

felicità di fare e disfare
in grigiumi confusi
da solite frasi dettate
in concisi discorsi affrettati;
il lume di notte si vede,
di giorno neppur sembra acceso...

domenica 19 agosto 2012

Frammento

sincretismi usuali accennano
conoscenze di diversi mondi
in un flusso di cose e persone
come un movie di seconda classe
come un contiguo senso di pace...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

sabato 18 agosto 2012

Poesia e riflesso

Uccelletto

In cima a un'antica pianta
nel rosso ciel del mattino,
un uccelletto piccino
oh, come piccino! canta.

Povera piccola gola,
ha in tutto una nota sola,
e quella ancora imperfetta.

Perché cinguetta? Che cosa
la fa parer sì giulivo?
S'allegra d'esser vivo
in quella luce di rosa!

Arturo Graf


ancora suoni nel mio sono
di estivi risvolti, di caldo,
compassati gesti e sudore
nel languido e perso mattino
cercando un pò di frescura...

venerdì 17 agosto 2012

Frammento


vuoto di suono è il mattino
ancora risveglio le membra
in continui viavai di vedute;
dove sorge la luce
si schianta la notte
e dorme a sua volta...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

giovedì 16 agosto 2012

Riflesso e poesia

salsedine e alghe marce
a ricordarmi il presente
in un sempre continuo
come la vita e i percorsi;
rinnego le solite frasi
e mi addormento nel sole...
 

Acqua morta 

Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
non un alito di fresca brezza la increspa.
Meglio gettarci anche ferracci arrugginiti e pezzi di rame,
e senza rimorsi anche gli avanzi del pasto. 
Forse i pezzi di rame vogliono diventare verdi come giada,
e sulle scatolette di latta si ricama qualche petalo di fior di pesco;
lasciamo che l’unto tessa sopra un  tessuto damascato,
e dalla muffa esca evaporando una rosea nuvola.
 Lasciamo che l’acqua stagnante fermentando diventi  un fosso di verde vino,
pieno di bianca schiuma che fluttuante diventi una perla;
le piccole perle ridendo si trasformano in una grande perla,
rubata e rotta dall’ attacco dei moscerini.
E’ proprio il fosso della disperazione dell’acqua morta,
anche riesce ad avanzare un po’ di acqua chiara.
Se la rana non riesce a sopportare la solitudine,
forse dall’acqua stagnante esce un gracidio.
Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
Qui non è certo il luogo della bellezza,
allora è meglio che i malvagi la vengano a dissodare,
e vedremo che mondo ne sapranno tirar fuori.

Wen Yi Duo
(1899-1940)

mercoledì 15 agosto 2012

Ferragosto

Se guardate sul calendario al 15 di agosto troverete l’Assunzione della Santissima Vergine.
Quel giorno la Chiesa festeggia Maria madre di Gesù accolta in Paradiso.
Segnalata la curiosità che soltanto nel 1950 l’evento ha ricevuto il sigillo di dogma, passiamo a capirne qualcosa di questa data estiva, che per la maggior parte di noi è l’apoteosi delle vacanze! Ferragosto è parola di origine latina, deriva infatti da “Feriae Augusti”, che significa “riposo di Agosto”. Nel mese di agosto venivano raccolti i cereali e quindi nell’antica Roma si festeggiava la fine dei principali lavori agricoli. Ovvio che tale data nell’agricola Italia fosse motivo di grandi festeggiamenti e gli stessi animali da tiro (cavalli, asini e muli) si godevano la giornata di riposo, bardati con fiori. Nel giorno di Ferragosto i lavoratori ricevevano una mancia dal padrone, gratifica che nel Rinascimento venne resa obbligatoria per decreto pontificio e chissà che l’attuale tredicesima non ne sia la moderna derivazione… Già a Roma esistevano i Consualia, periodo di festa e riposo in onore di Conso, divinità protettrice dell’agricoltura. Nel 18 a.c., con l’inizio dell’età imperiale, i Consualia divennero Augustali, in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto. Fortemente radicata nella tradizione pagana, la festività del Ferragosto fu poi riciclata dalla Chiesa, che, come per altre feste pagane, provò prima a sopprimerle per poi ammantarle di cristianità. Al giorno d’oggi Ferragosto è per definizione la giornata della vacanza, dell’escursione, del week end lungo, insomma, a ferragosto bisogna leggere e andare a fare qualcosa! L’impronta religiosa della festività si fa sentire nelle tante processioni religiose che si svolgono un po’ ovunque. Solitamente la statua della Madonna viene portata in processione attraverso le stradine dei centri storici, sul mare, tra colori, suoni, fuochi e balli notturni sotto i cieli stellati del folklore regionale.
Da un lato la sacralità del 15 agosto dall’altra le scampagnate e i pic nic fuori porta per chi già non è in vacanza (dalla rete).


 
Canicola

Oggi la mia felicità è l'allodola
che nell'incendio del mattino estivo
dagli abissi del cielo verso il rivo
fresco e giulivo del suo canto,
mentre la terra par che dorma, e intanto
tutto matura, ed io riposo accanto
alla schiera che miete
grave le spighe d'oro vivo
e le vespe irrequiete
ingannano la sete

Osvaldo Ferrari


martedì 14 agosto 2012

Frammento di Psiche

Psiche è un personaggio della mitologia greca. Fanciulla di straordinaria bellezza, Psiche scatena la terribile gelosia di Afrodite, la quale ordina al figlio Eros di suscitare in lei la passione per un uomo della più vile condizione. Il dio stesso però si innamora della fanciulla e la fa condurre in un favoloso palazzo dove ogni notte si reca a farle visita nell'oscurità più totale per non rivelare la sua identità. Eros chiede alla giovane di non tentare di conoscere la sua identità pena l'abbandono. Una notte, tuttavia, Psiche, pensandolo il mostro a cui era stata destinata ed istigata dalle sorelle maligne ed invidiose, armata di un coltello si avvicina al dio che dorme facendosi luce con una lampada ad olio. Nel vedere la sua bellezza, rimane estasiata ed inavvertitamente fa cadere una goccia d'olio bollente dalla lucerna sulla spalla di Eros, che, ustionato e svegliatosi di soprassalto, abbandona subito la fanciulla. Nella disperata ricerca del perduto amore Psiche giunge al palazzo di Afrodite. La dea, mossa dall'ira, sottopone la fanciulla a una serie di prove, che Psiche riesce a superare grazie all'aiuto di esseri divini. Eros intanto, in preda alla nostalgia, si pone alla ricerca dell'amata e, trovatala, chiede a Zeus il permesso di sposarla. Il re degli dei ordina quindi a Ermes di andare a prendere Psiche e di condurla sull'Olimpo tra gli immortali. Dal loro matrimonio nasce una figlia, Volupta, il piacere in senso stretto. La storia di Eros e Psiche, in particolare la versione presente nel V Libro delle Metamorfosi di Apuleio, affascinò particolarmente gli artisti rinascimentali che la raffigurarono in tutti i suoi episodi nelle decorazioni dei palazzi nobiliari.


Psiche abbandonata

bizzarro in un quadrante
il cielo flette le linee
in chiuse metafisiche;
il sole alto a levante
in evoluzioni contigue
tocca di rimando la psiche...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

lunedì 13 agosto 2012

Vortice

Un vortice (dal lat. vortex -ticis, derivato di vertere "volgere, girare"), in fluidodinamica, è la configurazione di moto di un fluido nella quale la corrente presenta un moto rotatorio attorno a un asse. Tra le cause principali della formazione di vortici vi è il contatto tra due correnti fluide che procedono a diversa velocità e il flusso di una corrente fluida attorno a uno spigolo. In senso figurato, è un movimento veloce e rotatorio ("il vortice della danza"); in senso astratto, è un impeto travolgente ("il vortice della passione") (da treccani.it).
Esistono dunque vortici fisici, concreti, misurabili, e vortici astratti, figurati, metaforici.

Poi, c'è il Vortice. Il Vortice è un non-luogo dello spazio-tempo nel quale i pensieri le parole le paure i sogni le sensazioni di tutti gli esseri vissuti sulla Terra, viventi, o che vivranno nel futuro, sono attirati e nel quale confluiscono verso un insondabile Abisso, un Altrove assoluto, un Aldilà senza ritorno. Un gorgo le cui correnti invisibili afferrano, trascinando verso un baratro sconosciuto, tutti i ricordi i desideri gli incubi i rimpianti le speranze le delusioni del mondo. Una voragine che può aprirsi ovunque, improvvisamente, risucchiando frammenti di esistenze, attimi di vite mai vissute, anime perdute, per poi richiudersi altrettanto rapidamente. In quei brevissimi istanti, per chi sa ascoltare, dal Vortice salgono suoni, sussurri, segnali. Figure. Fugaci visioni del Fondo senza fondo, squarci di altre dimensioni, schegge di futuro. Percezioni di realtà diverse, aliene, sconosciute. Premonizioni, forse. O memorie di un passato lontanissimo.
Il vortice è il moto rotatorio, spesso turbolento, di un flusso o di un fluido. Il fenomeno è dovuto alle forze viscose e, sebbene sia molto comune e semplice da osservare, è complesso da descrivere fisicamente. Un classico esempio di vortice è per esempio il tornado o quello che si osserva togliendo il tappo a un lavandino colmo d'acqua. Si forma grazie alla traiettoria di molte particelle di un fluido che, seguendo movimenti a spirale, convergono in un punto detto "nucleo del vortice". Il verso di rotazione dei vortici nell'emisfero boreale risulta essere quello antiorario, mentre nell'emisfero australe risulta essere invece quello orario; ciò è dovuto alla rotazione della Terra. Tale effetto non è riconducibile all'effetto causato dalla Forza di Coriolis poiché il sistema di riferimento è, a causa della scala ridotta in cui il fenomeno si verifica, un sistema di riferimento inerziale. Tale rotazione è infatti modificabile tramite accortezze riguardo la geometria del recipiente (dalla rete).

SUL MARE

Mugge e strepita il mar, danza il naviglio,
E scricchia e geme, e par che grazia implori,
E piatti e vetri a lunghi urti sonori
Accompagnan la danza e lo scompiglio.
Sul ponte qua e là cercano appiglio
Le signore smarrite; i servitori
Lesti accorrono ai súbiti languori
E ognun cerca a tentoni il suo giaciglio:
E incomincia a sonar da tutti i lati
Un concerto di rantoli mortali
E d’acri tossi e di catini urtati;
Solo due genovesi al desco stretti
Succhiano, discorrendo di cambiali,
Una brava minaestra de’ spaghetti.

Edmondo De Amicis



brezze distanti ricreano
atmosfere credute perdute,
gli anfratti risuonano
di voci passate e felici
il tuono rimbomba lontano,
gorgoglia ritmico il vortice...