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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 28 febbraio 2011

La medicina
Alla signora C. R. dalla bella voce

Non so che triste affanno mi consumi:
sono malato e nei miei dì peggiori...
Tra i balaustri il mar scintilla fuori
la zona dei palmeti e degli agrumi.

Ah! Se voi foste qui, tra questi fiori,
amica! O bella voce tra i profumi!
Se recaste con voi tutti i volumi
di tutti i nostri dolci ingannatori!

Mi direste il Congedo, oppur la Morte
del cervo, oppure la Sementa... E queste
bellezze, più che l'aria e più che il sole,

mi farebbero ancora sano e forte!
E guarirei: Voi mi risanereste
con la grande virtù delle parole!


Guido Gozzano

sabato 26 febbraio 2011




CRITTOGRAFIE

Le luci dell'aria
si fondono a lambire margini
scostati di cielo infinito.
L'orpello dilaga
niente è più come prima.

Anonimo del XX° Secolo
frammenti ritrovati

giovedì 24 febbraio 2011

...nel cerchio tracciato
mi insinuo come strano pensiero
e risiedo a minare certezze
nel mentre che sento
mi inerpico e strido...
 
anonimo del XX° Secolo,
frammenti ritrovati


mercoledì 23 febbraio 2011

L'investiture

Nous longerons la grille du parc,
A l'heure où la Grande Ourse décline ;
Et tu porteras - car je le veux -
Parmi les bandeaux de tes cheveux
La fleur nommée asphodèle.

Tes yeux regarderont mes yeux ;
A l'heure où la grande Ourse décline. -
Et mes yeux auront la couleur
De la fleur nommée asphodèle.

Tes yeux regarderont mes yeux,
Et vacillera tout ton être,
Comme le mythique rocher
Vacillait, dit-on, au toucher
De la fleur nommée asphodèle.



Seguiremo la cancellata del parco
quando l'Orsa Maggiore declina
e tu porterai -poichè lo voglio-
tra le bande dei capelli
il fiore chiamato asfodelo

I tuoi occhi guarderanno i miei occhi
quando l'Orsa Maggiore declina
e i miei occhi avranno il colore
del fiore chiamato asfodelo

i tuoi occhi guarderanno i miei occhi
vacillerà il tuo essere intero
come dicono vacillasse
la mitica roccia al tocco
del fiore chiamato asfodelo

Jean Morèas



Asfodelo

Asphodelus L., 1753 è un genere di piante della famiglia Asphodelaceae che comprende diverse specie erbacee, note genericamente con il nome volgare di asfodelo. Il nome deriva dal greco ἀσφόδελος (asphódelos).
Gli asfodeli amano i prati soleggiati e sono invadenti nei terreni soggetti a pascolo eccessivo, perché le loro foglie appuntite vengono risparmiate dal bestiame.
Il fogliame dell'asfodelo si presenta sotto forma di una rosetta di grosse foglie radicali, strette e lineari, con l'estremità appuntita.
Dal centro della rosetta emerge uno stelo nudo che porta una spiga di fiori più o meno ramificata secondo le specie. La spiga è generalmente alta un metro o più.
I fiori iniziano a sbocciare dal basso. Hanno sei tepali (cioè non esiste distinzione visibile tra petali e sepali, che hanno la stessa forma e lo stesso colore). Nella maggior parte delle specie, i tepali sono bianchi con una striscia scura al centro.
Fiore di Asphodelus albusI frutti sono capsule tondeggianti.
La radice è commestibile.
La distribuzione naturale dell'asfodelo ha un centro principale intorno al bacino del Mediterraneo (Europa meridionale e Africa settentrionale comprese le isole Canarie); si estende inoltre in Asia fino alla Cina.
L'asfodelo si è inselvatichito anche in alcune parti del Nordamerica.
Per Omero (Odissea XI, 487-491; 539; 573) l'asfodelo è la pianta degli Inferi. Per gli antichi Greci il Regno dei Morti era suddiviso in tre parti: il Tartaro per gli empi, i Campi Elisi per i buoni, ed infine i prati di asfodeli per quelli che in vita non erano stati né buoni né cattivi. Per tutte queste credenze, ed altre ancora, i Greci usavano piantare asfodeli sulle tombe, considerando i prati di asfodeli il soggiorno dei morti. Un esempio forse non casuale lo abbiamo in Capo Miseno.
Questa pianta viene citata nel 1º libro della saga di Harry Potter. L'asfodelo in polvere versato in un infuso d'artemisia nel romanzo origina una pozione soporifera talmente potente da andare sotto il nome di "distillato della morte vivente".
Il nome di questa pianta, al plurale (asfodeli, nella trad. italiana di Alessandra Scalero), viene citata nel primo capitolo di Orlando della scrittrice inglese Virginia Woolf.
Gli Asfodeli son citati nel componimento Le stirpi canore di D'Annunzio e, sotto l'aulico nome di asfodilli, nel suo romanzo Il piacere.
Gli asfodeli vengono citati alla fine del film Vatel di Roland Joffé.
Gli asfodeli sono citati, in quanto fiori dei morti, nell'Etèra di Giovanni Pascoli (Poemi di Ate).
Asfolide è citato anche da Oscar Wilde ne "Il Ritratto di Dorian Gray"

martedì 22 febbraio 2011

Le Marionette

La marionetta è un pupazzo in legno, stoffa o altro materiale, che compare in scena a corpo intero ed è mosso dall'uomo a distanza o con accorgimenti non visibili. Colui che allestisce gli spettacoli di marionette è detto marionettista, mentre il genere spettacolare è definito teatro delle marionette.
A differenza della marionetta, il burattino è quel pupazzo che compare in scena a mezzo busto ed è mosso dal basso, dalla mano del burattinaio, che lo infila come un guanto.
La marionetta è, nella cultura generale, il pupazzo più elegante e vario: nella cultura orientale, come ad esempio la balinese e la giapponese, le marionette erano riccamente e finemente decorate, costruite spesso in materiali pregiati come avorio o porcellana finissima.
Per la loro costituzione a figura intera, inoltre, si adattano meglio alla decorazione con vesti e suppellettili.
Per questo motivo c'è una sottile propensione a dividere il teatro delle marionette come spettacolo più fine e ricercato mentre il teatro dei burattini è considerato maggiormente popolare: mentre i protagonisti del teatro delle marionette saranno, in larga parte ma non necessariamente, personaggi di alto rango, i burattini incarneranno maschere popolari spesso mutuate dalla Commedia dell'Arte.
A lungo il teatro delle marionette è stato assimilato al teatro dei burattini e, più in grande, al teatro ragazzi, intendendo con il termine tutta la produzione spettacolare indirizzata ad un pubblico meno che adolescenziale. Solo recentemente queste forme di spettacolo, rivalutate nel loro valore artistico, sono state assimilate nella dicitura teatro di figura, con il quale si indicano le forme di spettacolo che utilizzano fantocci e pupazzi come soggetto dell'azione scenica. (da Wikipedia)

burattinai imprecisi
a tessere trame
di fili intrecciati,
così noi siamo
anche se non vogliamo
 
anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati




lunedì 21 febbraio 2011



Cathedral...
tempo fa ho segnalato il testo meraviglioso di questa canzone, finalmente ho trovato il video che ripropongo così, senza aggiungere commenti...solo una cosa. se decidete di ascoltarla provate a chiudere gli occhi e ad immaginare di essere a Stonehenge...il resto verrà da solo.

giovedì 17 febbraio 2011



DIAMANTE

Respirerò,
l'odore dei granai
e pace x chi ci sarà
e per i fornai
pioggia sarò
e pioggia tu sarai
i miei occhi si chiariranno
e fioriranno i nevai.
Impareremo a camminare
x mano insieme a camminare
domenica.

Aspetterò che aprano i vinai
più grande ti sembrerò
e tu più grande sarai
nuove distanze
ci riavvicineranno
dall'alto di un cielo, Diamante,
i nostri occhi vedranno.

Passare insieme soldati e spose
ballare piano in controluce
moltiplicare la nostra voce
x mano insieme soldati e spose.
Domenica, Domenica

Fai piano i bimbi grandi non piangono
fai piano i bimbi grandi non piangono
fai piano i bimbi grandi non piangono

Passare insieme soldati e spose
ballare piano in controluce
moltiplicare la nostra voce
passare in pace soldati e spose.

"Delmo, Delmo vin a' cà..."

Zucchero
Dedicata a Diamante Arduini Fornaciari

mercoledì 16 febbraio 2011

Febbraio dolce e amaro

di queste notti e le stelle più chiare
perché sono distratto.
Fra due macchie fulminea
si apre una crepa di Beatitudine.
La natura si rivela più forte
della vita e dei pensieri
e di tutte le nostre invenzioni.
Ci ammonisce con la ferrea
tensione dei sereno,
con la sua omogeneità senza uno strappo.


Leonardo Sinisgalli

martedì 15 febbraio 2011


 
sfuggo a propositi e incedo
con passi sicuri al giudizio,
in un mentre di pioggia
dilavo i respiri ritmando,
a guisa di ballo, i pensieri
che ottengo...

anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati


lunedì 14 febbraio 2011

Il Risveglio del vento

Nel colmo della notte, a volte, accade
che si risvegli, come un bimbo, il vento.
Solo, pian piano, vien per il sentiero,
penetra nel villaggio addormentato.
Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi si sofferma, tacito, in ascolto.
Pallide stan tutte le case, intorno;
tutte le querce mute.

Rainer Maria Rilke

venerdì 11 febbraio 2011

Tempesta

Un'orrenda tempesta
anniientò l'aria
poche e livide le nubi:
un'ombra come il manto
d'un o spettro
nascose terra e cielo.
Delle forme ghignavano sui tetti
e sibilavano nell'aria
scuotendo i pugni,
agitando chiome frenetiche.
Schiarì il mattino, che svegliò gli uccelli
e fu la pace come il Paradiso

Emily Dickinson

martedì 8 febbraio 2011



la mia fragilità attanaglia d'angoscia
il mio petto che ritmico scandisce
il tempo che resta a risposte cercate
desiderate e volute ma ardue e tenaci
avvinte come liane al mio corpo le ansie
perpetuano il senso di frustrata impotenza


anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

venerdì 4 febbraio 2011

Febbraio

Questo è febbraio: tipo di mese
corto e amaro, spesso, scortese.
Folate fredde taglian la faccia,
agli usci aperti danno la caccia,
van brontolando dentro i camini,
fermano il volo degli uccellini;
e, se furiose soffian sul mare,
lo fan di spume tutto arricciare.

Luciano Folgore

giovedì 3 febbraio 2011

Il cielo a Febbraio
 dispone le sue costellazioni
in attesa della fine dell'inverno

mercoledì 2 febbraio 2011


senza requie arranco
dirupi scoscesi, stanco
riposo su impervi crinali
che esaltano o offuscano mali
reali o presunti...presenti
soffocano pianto e lamenti...

anonimo del XX° secolo,
frammenti ritrovati