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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 31 marzo 2024

Buona Pasqua

Buona Pasqua a tutti!
Gujil

sabato 30 marzo 2024

Poesia e riflesso

Fior di poesia

O fior caro e gentile,
O fior di poesia,
Com’è pura e sottile,
Com’è soave e pia
La tua fragranza!

Tu volentier fra ’l duolo,
Nella cenere nasci,
Ed ignorato e solo
Di lacrime ti pasci
Senza speranza.

Chi di sua sorte pago
Altra sognar non osa;
Chi d’oro e d’onor vago
Un solo dì non posa,
Mal ti conosce.

Ma quei che derelitto
Visse i dì nel dolore;
Ma quei ch’ebbe trafitto
L’intelletto ed il core
Di mille angosce;

Quegli che titubante
Un mattino ti colse,
E disïoso amante
Al suo crine t’avvolse
Con man commossa;

Quei ti conosce e t’ama,
Né cura altra lusinga,
E l’ultima sua brama
È che tu gli dipinga
L’umile fossa.

Arturo Graf

Ancora la poesia mi prende
la mano, il cuore, la mente;
come un sogno carezza e culla
l'anima spesso sola e pesante...
 
La poesia è una forma d'arte che crea, 
con la scelta e l'accostamento di parole 
secondo particolari leggi metriche, 
un componimento fatto di frasi dette versi, 
in cui il significato semantico 
si lega al suono musicale dei fonemi  
(da wikipedia).

venerdì 29 marzo 2024

Protocollo cittadino #115 (Segreti)

Segreti

Segreti nella vita, afflitti
in angoli celati a tutti;
il cuore pesa di nuovo nel sole
e il vento di Marzo spazza
le cose di sempre e i sogni.
 
Gujil

giovedì 28 marzo 2024

Stringiti a me...

Stringiti a me
 
Stringiti a me,
abbandonati a me,
sicura.
Io non ti mancherò
e tu non mi mancherai.
Troveremo,
troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore
potrà riposare per sempre,
immutabile.
Non ti chiudere a me,
non soffrire sola,
non nascondermi il tuo tormento!
Parlami,
quando il cuore
ti si gonfia di pena.
Lasciami sperare
che io potrei consolarti.
Nulla sia taciuto fra noi
e nulla sia celato.
Oso ricordarti un patto
che tu medesima hai posto.
Parlami
e ti risponderò
sempre senza mentire.
Lascia che io ti aiuti,
poiché da te
mi viene tanto bene!
 
Gabriele D'Annunzio
 
 
“Stringiti a me” racconta di un amore incrollabile. Celebra la forza di un sentimento vero, autentico, capace di ogni cosa. Gli imperativi che costellano il componimento lo rendono incisivo, potente, in grado di creare immagini e visioni.  
Tratta da “Il fuoco”, “Stringiti a me” è una poesia con cui l’autore invita la sua compagna ad avvicinarsi senza riserve, a fidarsi, ad aprirsi. Perché non c’è amore vero senza la sincerità e la sicurezza. L’immagine attraverso cui D’Annunzio ricrea l’idea di un amore autentico e coinvolgente è quella dell’abbraccio iniziale. È come se, stringendosi l’uno all’altra, gli innamorati si fondessero in un solo essere, sereno anche durante le tempeste perché consapevole di essere forte e, soprattutto, protetto (dalla rete).
 
Passionevole amore grida
sogni, desiderata, lontani;
pregresso contesto rivedo
volto che ricoprii di baci...
 

mercoledì 27 marzo 2024

Dove vai?


Dove vai?

Dove vai?
Quando tramonta l'anima
la sera, tristezza grande
che ricopre di pena il cuore.
Infiniti espliciti collassano
in condensate lacrime
mentre il buio incede.
 
 Anonimo
del XX° Secolo
 Poesie ritrovate

martedì 26 marzo 2024

Poesia, riflesso pensiero

...
 
Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
 E neanche tu ne hai.
 Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
 E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.
 
Charles Bukowsky
 
Verità indelebile sfuma
nel grigioverde mimetico;
il bosco accoglie anime tristi
e ancora io penso e ti scrivo...


lunedì 25 marzo 2024

Erythronium dens-canis

Quando la fioritura dei crochi primaverili volge al termine, il sottobosco dei castagneti e faggeti, ancora molto luminoso, si ricopre di fiori variopinti. Per esempio lo puoi trovare cosparso di piccoli fiori che sembrano dei piccoli gigli con alla base delle foglie verdi cosparse di numerosi e diffuse macchie biancastre.
L’eritronio o dente di cane (pare che questo singolare nome sia dovuto alla forma del bulbo), è una fioritura piuttosto comune specie nei boschi del Nord Italia, assente invece nel Centro-Sud.

Con l’ingenuità del neofito, osservando i lunghi petali ripiegati all’indietro verso l’alto, molti pensano si tratti di una sorta di ‘ciclamino selvatico’
Le somiglianze superficiali spesso traggono in inganno, perché eritronio e ciclamino non sono per nulla imparentati, neanche alla lontana. Il ciclamino appartiene alla famiglia delle primulaceae, dicotiledoni, e la sua radice è un tubero; l’eritronio è una liliacea, monocotiledone, con radice a bulbo.

Dente di cane

Schiva presenza del bosco
rivedo tra tanti fioriti svettare
nell'umida fertile nombra
un solitario dente di cane.
 
Bellezza elegante nel verde
di un sottobosco festoso
di primaverili germogli
mi osserva nel mio cammino.
 
Anonimo 
del XX° Secolo
poesie ritrovate

Il dente di cane è una delle piante più antiche, apparso nell’era cenozoica o terziaria ed anche una delle prime a fiorire alla fine dell' inverno.
Un bellissimo ed elegante fiore precoce che può ricordare, per la sua forma, un ciclamino ed un giglio esotico, che fa capolino dalla terra, in un commovente annuncio di fine inverno ed inizio di primavera
.
Il dente di cane o erythronium denis canis appartiene alla famiglia delle liliacee; è una piccola pianta perenne, alta pochi centimetri (da 10 a 20 cm.), elegante, precoce e rustica.
I bulbi della stessa sono avvolti da tunica membranosa bruna. Dai bulbi nascono due foglie allungate di un color verde scuro macchiate di rosso brunastro.
Ogni pianta produce un unico fiore solitario, pendulo, con sei tepali di color rosa violaceo che si rivolgono all’indietro.
La sua fioritura avviene verso la
fine dell'inverno e l'inizio della primavera tra marzo ad aprile.

Il frutto del dente di cane tende aa apparire solitamente come una capsula obovata che presenta degli spigoli decisamente ottusi.

Anche se la pianta è protetta i bulbi di dente di cane sono commestibili, come anche le foglie. I bulbi si possono raccogliere tutto l’anno, mentre le foglie in primavera. Meglio però raccogliere prima della fioritura. I bulbi si usano cotti e crudi nei minestroni, nelle frittate e nelle insalate. Le foglie invece meglio consumarle cotte, anche pastellate.
Nel paese del sol levante, il Giappone, dai bulbi di dente di cane si estrae un amido impiegato nelle paste alimentari, infatti la pianta contiene amidi e vitamine.

(dalla rete)
.

domenica 24 marzo 2024

Maurizio Pollini (r.i.p), Chopin Etude n.3 op.10

Maurizio
 
Le dita sui tasti a creare
silenzi, colori, immagini;
di melodie ed assoli
 rimane di te il suono.
 
Giovane ascoltavo, sentivo
e la musica leniva,curava
il cuore aveva carezze,
l'anima vedeva  sereno.

La tua stazione è giunta
in un diminuendo lieve
in un pianissimo dolce
rimane di te il suono.

Gujil
(a Maurizio Pollini)
 

sabato 23 marzo 2024

Cosa..?

Cosa fai?
 
Cosa fai?
Nei pensieri avvolgi un senso
o rilievi perdute cose, andate,
insiste il cuore sentieri duri
come pietre spaccate dai denti
in un turbinare di sogni.
Cosa fai?
Quando preghi in silenzio
il solitario incedere del dubbio
poi torni a sorridere a  volte
immergendo ricordi in bicchieri
che puro cristallo infrangono.

 Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate

venerdì 22 marzo 2024

Dove..?

Dove sei?
 
Dove sei?
In un attimo compari e vai
come i sogni nel sogno
ti fermi per quel niente
che sei in corsa.
Dove stai?
Quando chiudo le mani
scivoli come acqua piovana
in strada, nei percorsi alteri
dell'anima, della mente.
 
  Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate

giovedì 21 marzo 2024

Nebbia

Nebbia

Qui il traffico oscilla
sospeso alla luce
dei semafori quieti.
Io vengo in parte
ove s’infolta la città
e un fiato d’alti forni la trafuga.
Chiedo al cuore una voce, mi sovrasta
un assiduo rumore
di fabbriche fonde, di magli.

E il tempo piega all’inverno.
Io batto le strade
che ai giorni delle volpi gentili
autunno di feltri verdi fioriva,
i viali celesti al dopopioggia.
Al segno di luce si libera il passo
e indugia l’anno, su queste contrade.

S’illumina a uno svolto un effimero sole,
un cespo di mimose
nella bianchissima nebbia.

Vittorio Sereni 

La nebbia è una nuvola a bassa quota che si forma per la condensazione del vapore acqueo nell'aria.

Primavera alle porte rivedo
la nebbia che offusca la vita;
nel contemplare troppo infinito
s'inciampa a volte col cuore...

mercoledì 20 marzo 2024

Streets Of Heaven, John Illsley

Streets Of Heaven
John Illsley
 
Streets of heaven are paved with gold
I'm only saying what I've been told
It's up to you think it's true
As for me I don't have a clue
But there's one thing that I'm certain of
There is nothing will change my love

Other notions they come and go
Some just sit and let the river flow
Light is fading it's the end of play
As black and white fades to grey
But there is one thing that I'm certain of
There is nothing will change my love

Streets of heaven I'd rather be
Streets of heaven for you and me

I don't need to climb no hill
It's not w way I get my thrill
Running round to pass the time
I was happy just to make you mine
But there's one thing that I'm certain of
There is nothing will change my love

I don't need to climb no hill
It's not w way I get my thrill
Running round to pass the time
I was happy just to make you mine
But there's one thing that I'm certain of
There is nothing will change my love
 
 Strade, percorsi, vie precluse 
si annaspa alla ricerca di vie sicure;
nel sogno tutto è diverso,
il viaggio continua... 
 

Le strade del cielo sono lastricate d'oro
Sto solo dicendo quello che mi è stato detto
Sta a te decidere se pensi che sia vero
Quanto a me, non ne ho idea
Ma c'è una cosa di cui sono certo
Non c'è niente che cambierà il mio amore
Altre nozioni vanno e vengono
Alcuni semplicemente si siedono e lasciano scorrere il fiume
La luce sta svanendo, è la fine del gioco
Mentre il bianco e nero sfuma nel grigio
Ma c'è una cosa di cui sono certo
Non c'è niente che cambierà il mio amore
Preferirei essere nelle strade del paradiso
Strade del paradiso per te e per me
Ma c'è una cosa di cui sono certo
Non c'è niente che cambierà il mio amore
Non ho bisogno di scalare nessuna collina
Non è un modo in cui provo il brivido
Correre per passare il tempo
Ero solo felice di renderti mio
Ma c'è una cosa di cui sono certo
Non c'è niente che cambierà il mio amore

martedì 19 marzo 2024

Papà

Ovunque tu sia, Papà, ora guarda
questo amore che resta, che torna;
linfa vitale, colori del senso di vita
che tu mi hai mostrato, vivendo...

lunedì 18 marzo 2024

Catullo a Sirmione

31

Che allegria piena, distesa, Sirmione,
rivederti piú bella di tutte le isole e penisole
che Nettuno solleva sulle acque diverse
dei laghi trasparenti o del mare immenso.
Quasi non credo d'essere lontano dalla Tinia,
dalle terre bitinie e guardarti sereno.
Vi è felicità piú grande che scordare gli affanni,
quando, stremati da viaggi in terra straniera,
la mente si libera del proprio peso e a casa
si torna per riposare nel letto sospirato?
Di tutte le fatiche questo è l'unico premio.
Sirmione, bellissima mia, rallegrati
e rallegratevi anche voi onde lidie del lago:
risuonino nella casa solo grida di gioia.

Publio Valerio Catullo

 Nei luoghi amati risuonano
ricordi amorevoli e cari;
le placide acque, le rive,
i monti e sorrisi lontani...
 
Il “Carme XXXI” di Gaio Valerio Catullo è un componimento, contenuto nel “Liber catulliano, che il poeta latino scrisse in saluto a Sirmione, la sua città natale tanto amata.
Il ritorno del poeta Catullo in patria, dopo la deludente esperienza della guerra in Bitinia, viene da lui celebrato con questo carme. 
La felicità del rientro a casa porta Catullo a descrivere i suoi luoghi del cuore in maniera quasi mistica. Simbolo della patria, e quindi della serenità, ritrovata dopo tante peripezie, Sirmione ci viene presentata come un luogo d’incanto insieme al suo lago. Il luogo è così caro al poeta che quasi si aspetta un saluto personale per il suo ritorno. 
Questa poesia ci presenta un Catullo nostalgico, sofferente, ma che può finalmente godere di un po’ di pace guardando il magnifico panorama di casa sua.
(dalla rete)

domenica 17 marzo 2024

Certosa

Certosa
Una certosa è un monastero di monaci certosini, di norma situato in zone solitarie. Il nome deriva dalla Grande Certosa (Grande Chartreuse), monastero principale dell'Ordine certosino, che si trova sul massiccio della Chartreuse sulle Alpi francesi a nord della città di Grenoble in Val-d'Isère. 
In origine la costruzione venne data da Sant'Ugo di Grenoble a San Bruno nel 1084. 
In questo monastero San Bruno costituì l'ordine monastico.
(da wikipedia)

Presso una certosa

Da quel verde, mestamente pertinace tra le foglie
Gialle e rosse de l’acacia, senza vento una si toglie:
E con fremito leggero
Par che passi un’anima.

Velo argenteo par la nebbia su ’l ruscello che gorgoglia,
Tra la nebbia ne ’l ruscello cade a perdersi la foglia.
Che sospira il cimitero,
Da’ cipressi, fievole?

Improvviso rompe il sole sopra l’umido mattino,
Navigando tra le bianche nubi l’aere azzurrino:
Si rallegra il bosco austero
Già de ’l verno prèsago.

A me, prima che l’inverno stringa pur l’anima mia
Il tuo riso, o sacra luce, o divina poesia!
Il tuo canto, o padre Omero,
Pria che l’ombra avvolgami!

Giosuè Carducci

In un sensazionale attimo di voce
risento i canti degli amici andati;
un eremo di silenzi e preghiera
al cuore come scelta possibile... 
 
L'Ordine certosino è universalmente riconosciuto  come uno dei più rigorosi ordini monastici della Chiesa cattolica.
L'istituto è stato fondato da san Bruno nel 1084 nell'Isère, Francia, con la creazione del primo monastero, la Grande Chartreuse.  
Il motto dell'ordine è Stat Cruz dum volvitur orbis.
(da wikipedia) 

sabato 16 marzo 2024

Basta un detto...

Detto antico

Per la mente mi va quel detto antico,
Che a me par dolce e a’ miei colleghi amaro:
Quello (non so se ben io lo ridico):
Muor giovane colui che ai numi è caro.

Detto pien di gajezza e di speranza!
E più sensato com’io più lo spremo!
Detto d’amore!... Ahimè, che ai numi io temo
Di non essere ormai caro abbastanza.

Arturo Graf

 
Basta un detto,
a volte,

per trasmettere un messaggio a qualcuno
senza voler essere troppo espliciti.

Scolpito nella mente, nel cuore
io sono rugiada nella mano;
la mente ripensa, vede, tocca
l'anima perduta ancora vaga...

venerdì 15 marzo 2024

Attese

Attese
 
Ho scritto le attese almeno
un milione di volte sui fogli,
ho giocato le ore, i momenti
come fossero cose distanti.
Nel fillo concreto del dubbio,
nell'immenso sostenere certezze
ripongo ora sguardo impreciso
ed aspetto che il sonno lenisca.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate
 
Attesa 
è il tempo o lo stato d'animo di chi aspetta un evento
o è la cosa che si aspetta.
(TRECCANI)