...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

giovedì 28 febbraio 2013

Poesia e riflesso

Le violette di Febbraio

D'un biancore di luce fatta neve
- la neve di febbraio - le violette
svegliano al verde la finestra lieve
che disegna sul poggio le casette
ad una ad una azzurre bianche rosa,
tintinnanti vetrine se alla soglia
batte i piedi un ragazzo, la vogliosa
testa arruffata al vento che l'imbroglia.
Si scopre dal suo ridere nei denti
l'acerba primavera che si scuote
e decide i colori: passa, senti,
la prima bicicletta dalle ruote
fruscianti sul ventaglio della neve.

Alfonso Gatto


le ho viste quest'anno
per la prima volta;
nel mio piccolo angolo
di mondo nascosto
le ho viste innevate
una primula chiusa
con loro aspettava
un attimo di sole...

mercoledì 27 febbraio 2013

Risacca e poesia

limiti infranti
percorrono rotte
invise a marinai stremati
le fiacche risacche
come lunghe dita
come carezze...

Anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati



La corrente di risacca (dallo spagnolo resaca) detta anche di riflusso o di ritorno, è un tipo di corrente marina molto pericolosa.
Si tratta di un intenso flusso d'acqua causato dal moto ondoso del mare che si forma davanti alla spiaggia. L'accumulo d'acqua lungo la costa provoca un aumento di pressione che deve essere compensato da un flusso di ritorno che si dirige dalla riva verso il largo ad elevata velocità trascinando con sé tutto ciò che incontra. Tali correnti si creano prevalentemente negli specchi di mare davanti alle spiagge sabbiose soprattutto quando sono delimitate da promontori rocciosi, formando spesso dei canaloni sul fondale che rendono ancora più pericoloso il loro manifestarsi. Alcune volte a causa della loro forza si possono rivelare molto pericolose. Si viene risucchiati e trascinati senza tregua verso il largo. La loro elevata velocità, anche oltre 9 km/h, rende difficile mettersi in salvo anche ai nuotatori più esperti. Guardando la superficie dell'acqua si può intuire l'esistenza di una corrente diretta verso il largo. In quei punti la superficie dell'acqua è insolitamente liscia ed ondulata. Inoltre le onde sono come spezzate in presenza di una forte corrente di ritorno. Si può anche riconoscere la presenza di queste correnti di risacca guardando il profilo della spiaggia che tenderà ad assumere la forma di una sequenze di insenature più o meno grandi a seconda della forza della mareggiata piuttosto che quella lineare tipica della bonaccia. I punti pericolosi, cioè quelli di risucchio, corrispondono ai confini tra un'insenatura e l'altra e quindi da evitare durante il nuoto. Come mettersi in salvo [modifica]Nel caso in cui si finisse in una tale corrente, il metodo più giusto per difendersi è nuotare parallelamente alla costa senza sprecare preziose energie cercando di raggiungere direttamente la riva. Contrastare una tale forte corrente è infatti estremamente lungo e faticoso, molto meglio uscirne lateralmente quanto prima. I luoghi in cui si manifestano queste correnti, sono spesso noti e ben segnalati da cartelli di pericolo, anche se è sempre meglio non entrare in acqua quando il mare è molto agitato o quando è presente la bandierina rossa di pericolo (da wikipedia).

martedì 26 febbraio 2013

Poesia e riflesso


Sole invernale

Candida e lieve le indurate ajuole
Copre la neve e il nudo poggio e i prati:
Rosseggiando, fra gli alberi sfrondati
Traluce l’occhio del cadente sole.
Il sanguigno fulgor, che incerto e breve
Tra i negri rami intirizziti splende,
Falde d’accesa porpora distende
E lembi d’oro sulla bianca neve.
Terra, il novo saluto e le promesse
Del sol ricevi: ancor rinverdirai;
Ancor, sciolta dal gel, ti coprirai
Di vaghi fiori e di gioconda messe.
Ma tu, mio cor, tu dall’antico lutto
Mai più mai più non ti sciorrai. Che giova
Il sole a te? mio cor, chi ti rinnova?
Tu non darai mai più fiore nè frutto.

Arturo Graf


non scalda il sole d'inverno,
rischiara di luce radente
ma non riesce a dare calore
eppure a febbraio pare
già quasi primaverile...

lunedì 25 febbraio 2013

Frammento di incubo

L'incubo è un tipo di sogno che si presenta in modo angosciante e a volte è accompagnato da una sensazione di oppressione al petto e/o da difficoltà respiratorie. È a tutti gli effetti un disturbo del sonno ed è considerato una parasomnia relativa al sonno REM. Gli incubi si mostrano con rapidi movimenti oculari (REM significa, appunto, Rapid Eye Movement), senza altri movimenti del soggetto. Eventuali movimenti involontari del corpo possono svegliare il dormiente, interrompendo così la sensazione di paura insita negli incubi. L'individuo svegliatosi da incubo tende a non riaddormentarsi, temendo, più o meno inconsciamente, di rivivere la brutta esperienza. Gli incubi sono più frequenti tra i 4 e i 12 anni di età, tendendo poi a diminuire con l'età. Fino al XVIII secolo, gli incubi erano considerati causati da stregonerie con le creature malefiche che si appoggiavano al petto del dormiente (infatti, la traduzione in spagnolo, pesadilla, prendeva il nome dal peso esercitato). Tra il XIX e il XX secolo, invece, si tendeva a dare la colpa alla cattiva digestione. Oggi sappiamo che essi sono provocati da agenti fisiologici, come febbre alta, oppure psicologici, come ansia e stress (da wikipedia).


ho fatto un sogno brutto,
di quelli che offuscano il cuore,
la neve cancella le cose
ed il mondo si tinge di bianco;
nel mio animo sento che l'ansia
ancora fa parte di me...

Anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati

domenica 24 febbraio 2013

Poesia e riflesso

Lamento

Sonno e morte, le cupe aquile
sussurrano la notte, intorno al mio capo:
che dell’uomo l’aurea immagine
sommerga la gelida onda
dell’eternità? Ai paurosi scogli
schiantasi il corpo purpureo.
E lamenta la cupa voce
sopra il mare.
Sorella di tempestosa tristezza
guarda: un impaurito battello affonda
dinnanzi a stelle,
al muto volto della notte.

Georg Trakl

 
Pedro Figari (1861-1938) , Lamento,
National Museum of Fine Arts in Buenos Aires






e suoni dissipano
silenzi lunghi, pensati,
il flebile fischio è lontano,
un treno che parte,
un treno che arriva... 










 
Klage

Schlaf und Tod, die düstern Adler
Umrauschen nachtlang dieses Haupt:
Des Menschen goldenes Bildnis
Verschlänge die eisige Woge
Der Ewigkeit. An schaurigen Riffen
Zerschellt der purpurne Leib.
Und es klagt die dunkle Stimme
Über dem Meer.
Schwester stürmischer Schwermut
Sieh ein ängstlicher Kahn versinkt
Unter Sternen,
Dem schweigenden Antlitz der Nacht.

Georg Trakl

sabato 23 febbraio 2013

Condizionale



non vorrei, non vorrei,
eppure scrivo e non lo farei
se nessuno leggesse
se nessuno approvasse
io leggerei,
io approverei
e mi stancherei
e vorrei
e dovrei
e farei
e...

Anonimo del XX° secolo
frammenti ritrovati



Il condizionale si forma dalla radice del futuro e ha due tempi: 1) Il Condizionale Presente (o semplice) si usa: •per esprimersi in tono cortese Vorremmo parlare con il direttore di quest'albergo. Per favore, potresti chiudere la finestra? •per esprimere la possibilità di realizzare un azione Manuela, potresti accompagnarmi dal dottore? Stasera andrei volentieri al cinema. •per manifestare un dubbio In quel caso non so se accetterei la tua proposta. Che vorrà dire quest'annuncio? •per esprimere un desiderio Mi piacerebbe mangiare del sushi questa sera a cena. Vorrei andare in Argentina quest'anno. 2) Il Condizionale Passato (o composto) si usa: •per esprimere un'azione che non potrà più essere cambiata. Non avrei dovuto uscire con te. Saremmo andati al mare se non avesse piovuto. •per esprimere un'azione futura nel passato. Il professore ha detto che sarebbe passato verso le dieci. Che altro avremmo potuto fare? Condizionale del verbo mangiare. Mangiare Condizionale Presente Condizionale Passato io mangerei tu mangeresti lui/lei/Lei mangerebbe noi mangeremmo voi mangereste loro/Loro mangerebbero io avrei tu avresti lui/lei/Lei avrebbe noi avremmo voi avreste loro/Loro avrebbero mangiato Condizionale del verbo credere. Credere Condizionale Presente Condizionale Passato io crederei tu crederesti lui/lei/Lei crederebbe noi crederemmo voi credereste loro/Loro crederebbero io avrei tu avresti lui/lei/Lei avrebbe noi avremmo voi avreste loro/Loro avrebbero creduto Condizionale del verbo partire. Partire Condizionale Presente Condizionale Passato io partirei tu partiresti lui/lei/Lei partirebbe noi partiremmo voi partireste loro/Loro partirebbero io sarei tu saresti lui/lei/Lei sarebbe partito/a noi saremmo voi sareste loro/Loro sarebbero partiti/e Condizionale del verbo essere. Essere Condizionale Presente Condizionale Passato io sarei tu saresti lui/lei/Lei sarebbe noi saremmo voi sareste loro/Loro sarebbero io sarei tu saresti lui/lei/Lei sarebbe stato/a noi saremmo voi sareste loro/Loro sarebbero stati/e Condizionale del verbo avere. Avere Condizionale Presente Condizionale Passato io avrei tu avresti lui/lei/Lei avrebbe noi avremmo voi avreste loro/Loro avrebbero io avrei tu avresti lui/lei/Lei avrebbe noi avremmo voi avreste loro/Loro avrebbero (dalla rete)

venerdì 22 febbraio 2013

Poesia e riflesso

Sei la terra e la morte.
La tua stagione è il buio
e il silenzio. Non vive
cosa che più di te
sia remota dall'alba.
Quando sembri destarti
sei soltanto dolore,
l'hai negli occhi e nel sangue
ma tu non senti. Vivi
come vive una pietra,
come la terra dura.
E ti vestono sogni
movimenti singulti
che tu ignori. Il dolore
come l'acqua di un lago
trepida e ti circonda.
Sono cerchi sull'acqua.
Tu li lasci svanire.
Sei la terra e la morte.

Cesare Pavese
3 dicembre 1945


frammenti di cielo
e fiocchi di neve,
un contesto assoluto
disperso nel grigio... 

giovedì 21 febbraio 2013

Poesia e riflesso


Pace!

Qui, dove muto m’ascondo
Siccome fiera in ispeco,
Mi giungono, inutil eco,
L’ultime voci del mondo.
L’ultime voci confuse,
Pria che mi stenda la mano
A liberarmi l’arcano
Poter che in esso m’intruse.
L’ultime confuse voci,
Preda e ludibrio de’ venti:
Risa, invettive, lamenti,
Preci vane, urla feroci.
Pace, decrepito mondo!
A che, in cospetto de’ cieli,
Le stolte gare crudeli,
L’amaro crucio infecondo?
Decrepito mondo, pace!
A che, di fronte alla morte,
Le arti subdole e corte,
La cupidigia vorace?
Pace! Nel gorgo degli anni
Tutto sprofonda e disviene,
Gioje, rammarichi, pene,
Speranze, timori, inganni.
Pace! Doman fia l’oscena
Tua storia, storia remota:
Ecco, d’attori è già vota
L’abominosa tua scena.
Pace! I tuoi vivi di ieri
Son oggi polvere e ombra:
La solitudine è ingombra
Di ruderi e cimiteri.
E dove infierì Massenzio,
Dove Sacùntala pianse,
Dove il Gran Còrso s’infranse,
Regna, equo nume, il silenzio.

Arturo Graf



Franco in attesa,
tra pareti di legno
e freddo nel cuore,
una valigia di niente,
fatta sempre da altri
ma sempre dolcezza...

mercoledì 20 febbraio 2013

Bohemiennes

Bohémiens en voyage

La tribu prophétique aux prunelles ardentes
Hier s'est mise en route, emportant ses petits
Sur son dos, ou livrant à leurs fiers appétits
Le trésor toujours prêt des mamelles pendantes.
Les hommes vont à pied sous leurs armes luisantes
Le long des chariots où les leurs sont blottis,
Promenant sur le ciel des yeux appesantis
Par le morne regret des chimères absentes.
Du fond de son réduit sablonneux, le grillon,
Les regardant passer, redouble sa chanson;
Cybèle, qui les aime, augmente ses verdures,
Fait couler le rocher et fleurir le désert
Devant ces voyageurs, pour lesquels est ouvert
L'empire familier des ténèbres futures.

Charles Baudelaire

in un essenza di nulla
le ebbrezze del leggere,
quelle del pensare,
mentre fuori è freddo;
il gelo ricama
finestre e cortili...

Zingari in viaggio

La tribù profetica dalle pupille ardenti,
ieri s'è messa in cammino caricandosi i piccoli
sulle spalle e offrendo ai loro fieri appetiti
il tesoro sempre pronto delle mammelle pendenti.
Gli uomini vanno a piedi sotto armi lucenti
di fianco ai carrozzoni in cui i loro cari si rannicchiano,
girano al cielo gli occhi intorpiditi
dal triste rimpianto di assenti chimere.
Dal fondo della sua buca sabbiosa il grillo,
vedendoli passare, rinforza il suo canto:
Cibele, che li ama, arricchisce le sue verzure,
fa sgorgare acqua dalla roccia e fiorire il deserto
al passaggio di questi viaggiatori per i quali s'apre
l'impero familiare delle tenebre future.

Charles Baudelaire


Oggi il termine "essere bohemienne" rappresenta un tipo di persone diverso rispetto a quello storico, ma comunque a quello si ispira nello stile di vita.
In generale é attribuibile a persone distaccate dalle cose di tutti i giorni, e dalla preoccupazione per il proprio futuro materiale.
Persone sempre con la testa fra le nuvole, che vivono nel loro mondo fatto di cultura, di letteratura, di arte, di filosofia, e immuni alle tentazioni piú comuni.
L´abbigliamento solitamente rimanda piú agli anni 60 e 70 piú che al vero e proprio periodo Bohemienne, quindi spesso barba e capelli scompigliati, giacche con le toppe sui gomiti, cappelli un po´strambi, che spesso si richiamano al periodo del fervore culturale della Parigi di inizio secolo.
I gusti devono essere meno conformisti possibili, persino nella scelta delle sigarette.
Ció che oggi rende questo fenomeno poco autentico a mio parere é la fastidiosa tendenza ad intraprendere a priori qualsiasi azione o passione che siano le meno conformiste e materiali possibili (dalla rete).

martedì 19 febbraio 2013

Poesia e riflesso

 
Franco in viaggio

 
Franco in viaggio
come fosse passeggio
la sua lontananza non è
che un pretesto, un ovvietà
così ricongiunge il senso,
le mani che aspettano
e gli abbracci mancati.

Anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate