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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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giovedì 31 gennaio 2019

Vento (soffio di)


Amami solo come ameresti il vento
 
Amami solo come ameresti il vento
quando passa sospirando alle nuvole;
Amami solo come ameresti il vento
che nulla sa dell’anima delle rose,
né degli essere immobili del mondo,
come il vento che passa tra il cielo e la terra
parlando della sua vita con voce che fugge;
amami come il vento estraneo all’esistenza
tranquilla che si apre nei fiori,
estraneo alla terrena
fedeltà delle cose immobili,
come il vento la cui essenza è andare senza scopo,
come il vento in cui gioia e tristezza si confondono,
amami come il vento tremulo e ramingo.
 
Ricardo Molina

[Molina3]
La nostra vita è foglia, è tronco, polla d’acqua, schiuma d’onda. 
 Noi giochiamo a sfiorare le cose, noi fuggiamo. 
Mutiamo.
Questo è il nostro desiderio e destino.
 Cesare Pavese (schiuma d’onda dialoghi con Leucò)
 
...siamo come quelle foglie d'autunno
che un soffio di vento può portare lontano
e fare cadere in un tiepido abbraccio
o in una stretta di mano...
così siamo noi...
Cantautore Anonimo("Aquaforte", XX° secolo)
 
amore, amare, voler bene, adorare,
quanti verbi celano passioni e basta
nel nostro soliloquio vissuti sappiamo
dobbiamo discernere, dobbiamo svelare...

mercoledì 30 gennaio 2019

Riflesso e nevischio


Il nevischio
è una precipitazione di tipo solido costituita da granuli di ghiaccio di dimensioni generalmente piccole.
Cade spesso da nubi di tipo cumuliforme quando è presente una certa instabilità atmosferica.
In genere questo tipo di precipitazione avviene in condizioni di temperatura inferiori o uguali allo zero.
Spesso sotto forma di bufera quando accompagnata da forte vento.
Nella cifratura dei messaggi SYNOP
viene utilizzato l'apposito codice 77.
(dalla rete)
  
le giornate di neve attutiscono
i sensi, le anime perse,
incontriamo il fato, le perplessità;
guardiamo un cielo impenetrabile,
ci affidiamo al silenzio che cade...

Gujil

  Il nevischio o neve granulosa
fine o semplicemente neve granulosa
è una precipitazione solida costituita da granellini di ghiaccio opaco bianco, appiattite o allungate,
di diametro uguale o minore di 1 mm che cadono da una nube.
Si tratta della precipitazione solida equivalente alla pioviggine.
(da Wikipedia)
 

martedì 29 gennaio 2019

La vita

Ti sei costruito con molte parole
 
Ti sei costruito con molte parole,
dapprima bocca, buba, nanna, io,
e già eri golem col verbo tra le labbra,
poi mano, fame, dammi, luce, pianto,
l’elenco semplice delle sensazioni,
categorie fanciulle e facoltà,
stati d’animo, avverbi e congiunzioni
per coordinare le parti nascenti
dell’io che cresceva rapinoso.
Nel frattempo imparavi senza orrore
la nomenclatura del mondo esterno,
e uscito dal suo primo nome, madre,
ti sistemavi in quel vocabolario
come in una disgrazia incalcolabile
che alla follia sembra divertente;
finché scoprivi il nome della morte,
da applicare a scomparse di altri nomi,
ma in nessun modo da applicare al tuo.
Alla fine sapevi tutti i vocaboli,

che il loro insieme si chiamava vita,
e che nel centro si metteva il sesso
per collegare il gruppo di parole
che erano te con quello che era il mondo.
Ma queste costruzioni e collegamenti
non possono durare sempre, crollano;
né consente la logica che cinque parole,
“un animale che sa parlare”,
reggano a lungo un simile edificio.

   
Juan Rodolfo Wilcock
da "La morte e le parole dell'amore"
traduzione di Anna Mioni
 
 
Hans Baldung, detto Grien,
"Le tre età della donna e la morte"
(1510)
In un testo antico cinese L’Imperatore Giallo domanda al suo maestro:
“perché gli uomini oggigiorno, a metà dei Cento anni,
hanno tutti un declino delle loro attività.
Le circostanze sono cambiate?
O non sarebbe colpa degli uomini?”.
Il maestro Qi BO risponde che gli uomini dell’Alta Antichità conoscevano l’Arte del Vivere e i “propri dati originali iscritti nelle essenze e conosciuti dagli Spiriti”, facevano sbocciare senza declino le loro Essenze e vivevano completamente il loro tempo.
La successiva domanda dell’Imperatore riguarda la perdita della capacità di procreare che si manifesta nell’uomo ad una certa età.
L’Imperatore Giallo domanda al suo maestro:
“a partire da una certa età, che non si possa avere dei figli,
è per un esaurimento della potenza?
O non sarebbe una decisione del Cielo?”.
Il Maestro risponde con una analisi dettagliata del Ciclo Vitale, che sarà qui riportata successivamente nella descrizione della singole fasi, e conclude dicendo che questo segue la legge naturale del declino delle Essenze custodite nel “Rene(dalla rete).
 
 avere figli, crescerli, educarli,
amori assoluti e assolati, soli
astri della vita eppure lontani
a volte così tanto, troppo...
 

lunedì 28 gennaio 2019

Ballo

Nancy Flor ballerà per sempre
 
Nancy Flor ballerà per sempre
adesso che Johnny è morto.
Un farabutto gli ha dato la morte,
nessuno sa dove è fuggito.
Fu testimone un pistolero
e nei bar di New York,
diventato poi secondino
raccontò la storia in un
block
.
Jim, Johnny e Nancy Flor
tre personaggi da antologia,
da apologia,
strana storia di terrore.
Lei aveva gli occhi grigi,
Johnny dipingeva fiori d’arancio,
Jim era dolce, un sognatore.
Lei ballava tute le notti,
Jim la sognava in un bazar
circondata da altre bambole
che la adoravano per il suo candore.
Erano fratelli i due adoratori
di Nancy Flor.

Per strada camminavano
i tre in silenzio,
ma il cuore non tace, traditore.
E Jim lo sapeva.
Era mezzogiorno.
Cadeva il sole sul marciapiede
e Jim il Dolce vide un grande amore
nelle due ombre di Johnny e Nancy
Flor unite rasoterra.
Il dolore brucia appena
quando niente resta nel vuoto
di un vecchio cuore.
L’assassino fuggì dalla giustizia
ma lo insegue l’eco
di una folle illusione
che con diabolica malizia
continua ad avere ragione.
Un fiore era Nancy per Jim,
ma un fiore dipinto una volta
per un solo amore
che non fu Jim, ma John.
 
Ana María Moix
 
 Per ballo si intende una molteplicità di forme di danza eseguite nella maggior parte dei casi per puro divertimento e al fine di socializzare e definire i rapporti all'interno di un gruppo.
Il ballo, a differenza della danza vera e propria come è comunemente intesa, non è quasi mai finalizzato alla rappresentazione.
(da Wikipedia)
 
non ho mai saputo ballare, mai,
ho provato quelli lenti, attaccati;
non ballerò per sempre ma
stemperò in nulla la mancanza... 
 

domenica 27 gennaio 2019

Barbaro

La parola ”barbaro“, che tante e tante volte troviamo scritta e ripetuta sui libri di Storia antica, deriva dal greco antico “bàrbaros“ ed è a noi pervenuta attraverso il latino “barbarus”.

Come un barbaro
 
Là dove sono quelle case curve
Là sale il cammino al cimitero
Là dove scorre il fiume più ampio
Là ho sognato tutta la mia vita
La notte un angelo vola nel cielo
Un diffuso chiarore ammanta i tetti
Mi predice una lunga, lunga vita
Trasvolerà il mio nome oltre le case
Popolo mio per te io ho cantato
Chissà se il canto ti è piaciuto
Una voce è che viene dai polmoni
Tutta tristezza e fatica inumana
È di te che dipingo fiori
Foreste cupe, genti tra le case
Come un barbaro imbratto la tua faccia
Ma giorno e notte io ti benedico
               
Marc Chagall
Traduzione di Plinio Acquabona
 
 Il significato originario, quasi onomatopeico, era “balbettante” e stava ad indicare tutti coloro che parlavano una lingua sconosciuta ed incomprensibile, solo in seguito, per estensione, il termine finì per designare tutti gli “stranieri”.
Per i Greci e per i Romani, erano “barbari”, detto con sprezzante tono di superiorità, tutti quelli che non appartenevano alla loro civiltà (dalla rete).
 
canto di libertà, di spazi,
l'immenso di fronte e l'anima
come gioia, come ampi orizzonti;
così mi sento a volte pure io...

sabato 26 gennaio 2019

Passaggi


È, gioventù preziosa. come un sogno
precario. Incombe subito, alta sul capo, lei,

quella vecchiezza squallida e sinistra
che fa l’uomo aborrito e senza pregio e scuro:
una fascia che sconcia gli occhi e l’anima.


Mimnermo
Traduzione: Filippo Maria Pontani
 

La nostra personalità cambia dalla gioventù alla vecchiaia.
Non siamo sempre gli stessi.
Oltre alle cellule, che si rinnovano continuamente,
anche la nostra personalità subisce
nell’arco della vita
un costante numero
di piccoli cambiamenti,
che ci fanno diventare
in vecchiaia
completamente diversi
da quando eravamo giovani
(Marta Musso, dalla rete).


 

la giovinezza, i sogni, gli amori,
buttarsi in tutto e per tutto;
ora si sta a guardare troppo spesso,
si vedono treni passare e non si sa mai...


 

venerdì 25 gennaio 2019

Collina (di giorno e di notte)

Risultati immagini per collina di notteLa collina è un rilievo la cui zona altimetrica è meno elevata della montagna.
La distinzione tra montagna e collina non è netta e può avere delle interpretazioni soggettive.
Si definisce collina un rilievo che non supera i 400–500 o, secondo altre convenzioni, i 600–700 metri sul livello del mare, quando non presenta aspetto impervio, mentre nelle rappresentazioni cartografiche è comune mappare come colline i rilievi inferiori a 675 metri.

Sulla Collina a Notte Fonda
 
Le punte dell’erba matura chinano la testa al dolce vento
nella luce di stelle, ai loro piedi la tenebra
dell’erba, insondabile, i lunghi fili
che risalgono dal pozzo del tempo. A valle
le macchine percorrono le strade sotto di me, i fanali
incontrano il buio e proseguono la corsa. Al di sopra
dei loro rombi c’è un silenzio che ho udito all’improvviso
sentendo la campagna rivoltarsi sotto le stelle
verso l’alba. Voglio stare qui con tutto me stesso
tra mute e splendenti migliaia di stelle
e la vita dell’erba che sgorga fuori dalla terra.

Questa collina mi è spuntata come un piede
E finché non solleverò la terra non potrò fare un passo.


Wendell Berry
da "L'ordine della natura"
traduzione di Paolo Severini
  

notte fonda, senza luna né luci,la calma del nulla di una morte apparente;
adagiarsi in un solo respiro comporta
visioni contrastate di cose di vita... 
 
Anticamente scelta dall'uomo come luogo di residenza per le sue favorevoli caratteristiche climatiche, per la maggior possibilità di difesa dagli attacchi nemici e per la fertilità del terreno che, in caso di pendenza eccessiva, viene coltivato a terrazze. In moltissime zone, poi, i terreni pianeggianti erano interessati da ristagno idrico, con formazione di paludi e, molto spesso, caratterizzate dalla diffusione della malaria.
Campi sui terrazzamenti delle colline cinesi che si usano per il riso Questa precoce antropizzazione delle colline ha portato alla formazione di un paesaggio agrario nel modo in cui noi lo conosciamo.
Da qui il tradizionale accostamento delle colline con un ambiente armonico e salubre (da Wikipedia).

 

giovedì 24 gennaio 2019

Haiku e caffè del mattino

Per l’82%  di noi
il caffè mattutino è un’abitudine
che serve ad iniziare la giornata con energia e positività
 
  
Haiku n°8
 
Una tazza di caffè espande
aroma fragrante in cucina
pian piano si va raffreddando
 
Anonimo
del XX° Secolo
Haiku


Il rito è amato e diffuso non solo nel nostro Paese, tanto da essere celebrato in tutto il mondo da star internazionali come Sofia Vergara, Patrick Dempsey e Taylor Swift e da artisti di fama mondiale come Frank Sinatra e Bob Dylan. Ma perché gli italiani non possono farne a meno? Oltre alle note proprietà benefiche, per 9 italiani su 10 basta una tazza di caffè appena svegli per ritrovare positività e buonumore, un antidoto giornaliero alle difficoltà del risveglio. Tra i più affezionati al rito del caffè mattutino ci sono le donne (84%), che battono gli uomini (80%), soprattutto manager, professionisti e studenti nella fascia 25-40 anni (86%). «Il caffè aumenta l’attenzione selettiva nel breve e medio tempo. Migliora le performance, ha effetti benefici sull’umore, soprattutto nei consumatori abituali» afferma lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del centro medico Santagostino di Milano.
Come riporta Nytimes.com, si tratta di un parere confermato anche da un recente studio pubblicato su The Journal World of Biological Psychiatry e condotto dai ricercatori della Harvard School of Public Health, che sottolinea come chi beve caffè gode di umore migliore rispetto a chi non lo beve.
Infatti se per il 90% basta un semplice caffè per ritrovare la voglia di fare e la positività, ben l’83% lo ritiene assolutamente indispensabile per uscire dal torpore tipico dei minuti successivi alla levata e riuscire finalmente a tornare completamente operativi, mettendo in moto corpo e mente.
Ma le motivazioni sono molteplici: mentre per il 75% si tratta di un’abitudine, un rito ereditato dalla famiglia che riporta alla mente piacevoli sensazioni e ricordi rassicuranti, per il 56% è importante perché è l’unico elemento che accomuna a colazione, permettendo di riunire tutti i coinquilini a dialogare davanti alle proprie tazze fumanti sulla tavola (corsera). 

mercoledì 23 gennaio 2019

Dono? Regalo?

Dono
 
Un giorno così felice.
La nebbia si alzò presto, lavoravo in giardino.
I colibrì si posavano sui fiori del quadrifoglio.
Non c’era cosa sulla terra che desiderassi avere.
Non conoscevo nessuno che valesse la pena d’invidiare.
Il male accadutomi, l’avevo dimenticato.
Non mi vergognavo al pensiero di essere stato chi sono.
Nessun dolore nel mio corpo.
Raddrizzandomi, vedevo il mare azzurro e le vele.
 
Czeslaw Miłosz
 
 

Si fece una gran festa alla corte del re, per celebrare il suo ingresso nella città capitale.
Il re riceveva nel salone delle feste i doni e gli omaggi.
Erano tutti doni preziosi: armi cesellate, coppe d’argento, tessuti di broccato ricamato d’oro.
Il corteo dei donatori stava esaurendosi, quando apparve, zoppicando e appoggiandosi pesantemente ad un bastone, una vecchia contadina con i pesanti zoccoli di legno.
In silenzio trasse dalla gerla un pacchetto accuratamente avvolto in un telo.
Uno scoppio di risate accompagnò il movimento della donna che depose ai piedi del trono il dono: una matassa di lana bianca, ricavata dalle due pecore che erano tutta la sua fortuna e filata nelle lunghe sere d’inverno.
Senza una parola, il re si inchinò dignitosamente poi diede il segnale di incominciare la festa mentre l’anziana contadina attraversava lentamente la sala, scorticata dalle occhiate beffarde dei cortigiani.
Riprese penosamente il suo lungo cammino, di notte per tornare alla sua baita costruita nella foresta reale dove fino a quel momento la sua presenza era stata tollerata.
Ma quando arrivò in vista della sua casa si fermò invasa dal panico.
La baita era circondata dai soldati del re.
Stavano piantando dei picchetti tutt’intorno alla povera abitazione, e sui paletti stendevano il filo di lana bianca.
“Mio Dio”, pensò la povera donna, con il cuore piccolo piccolo, “il re si è offeso per il mio dono… Le guardie mi arresteranno e mi porteranno in prigione…”.
Quando la vide, il comandante delle guardie si inchinò cortesemente e disse:
“Signora, per ordine del nostro buon re, tutta la terra che può essere circondata dal vostro filo di lana d’ora in poi vi appartiene”.
Il perimetro della sua nuova proprietà corrispondeva esattamente alla lunghezza della sua matassa di lana.
Aveva ricevuto con la stessa misura con cui aveva donato (dalla rete).
 
 
orizzonti piacevoli di fronte,
un dono da Dio per chi guarda;
bisogna saper vedere per gustare
ciò abbiamo e non sappiamo di avere...

martedì 22 gennaio 2019

Mirto

Il mirto
 
Talvolta io ti sapevo terra, bevevo
Sulle tue labbra l’ansia delle fonti
Sgorgante da pietre calde, e l’estate
Sovrastava la pietra felice e il bevitore.
Talvolta ti dicevo di mirto e bruciavamo
L’albero di tutti i tuoi gesti per un intero giorno.
Erano grandi fuochi brevi di luce vestale,
Così t’inventavo fra i tuoi capelli chiari.
Una lunga estate di niente aveva disseccato i nostri sogni,
Arrugginite le voci, accresciuti i corpi, disciolti i nostri ferri.
Talvolta il letto ruotava come una barca alla deriva
Che lentamente guadagna l’alto mare
 
Yves Bonnefoy
da "L'acqua che fugge"
traduzione di Maria Clelia Cardona 
Il liquore al mirto proviene dalla splendida isola che, ogni anno, attira turisti provenienti da ogni parte del mondo:
la Sardegna!
La sua realizzazione è davvero molto semplice e, seguendo i nostri consigli, potrete preparare un liquore dal sapore delicato e aromatico e dalle eccezionali proprietà digestive.
Mettete le bacche di mirto in una ciotola, versateci sopra l’alcool e lasciatele riposare per due settimane in un luogo asciutto e senza correnti d’aria.
Trascorso il tempo immergete il mixer nella ciotola e frullate bene, in modo da ottenere una consistenza liscia e omogenea.
Fate bollire un litro d’acqua in una pentola, aggiungetevi lo zucchero, mescolate e fate raffreddare il liquido a temperatura ambiente.
Aggiungetevi il composto di mirto e alcool, mescolate bene e trasferite il composto in due bottiglie.
Chiudetele con i rispettivi tappi e riponetele in frigorifero per almeno cinque giorni prima di consumare il liquore
Frullate molto bene le bacche di mirto con l’alcool e, qualora la consistenza del composto fosse troppo densa, passatelo attraverso un colino a maglie fini prima di unirlo allo sciroppo di zucchero.
Potete servire il liquore al mirto dopo cena ai vostri ospiti: li aiuterà a digerire e completerà una serata già di per sé speciale! (dalla rete)

erbe, si fanno intrugli, bevande,
bere la terra in una sorta di connubio
stare in pace col mondo e la natura
ecco: appaiono le solite visioni...

lunedì 21 gennaio 2019

Risveglio (mattutino)

Risveglio
 
Giaccio fra l'erbe
sulla schiena del monte, e beve il sole
il mio corpo che il vento m'accarezza
e sfiorano il mio capo i fiori e l'erbe
ch'agita il vento
e lo sciame ronzante degli insetti. -
Delle rondini il volo affaccendato
segna di curve rotte il cielo azzurro
e trae nell'alto vasti cerchi il largo
volo dei falchi…
Vita?! Vita?! qui l'erbe, qui la terra,
qui il vento, qui gl'insetti, qui gli uccelli,
e pur fra questi sente vede gode
sta sotto il vento a farsi vellicare
sta sotto il sole a suggere il calore
sta sotto il cielo sulla buona terra
questo ch'io chiamo "io", ma ch'io non sono.

No, non son questo corpo, queste membra
prostrate qui fra l'erbe sulla terra,
più ch'io non sia gli insetti o l'erbe o i fiori
o i falchi su nell'aria o il vento o il sole.

Io son solo, lontano, io son diverso -
altro sole, altro vento e più superbo
volo per altri cieli è la mia vita…

Ma ora qui che aspetto, e la mia vita
perché non vive, perché non avviene?
Che è questa luce, che è questo calore,
questo ronzar confuso, questa terra,
questo cielo che incombe? M'è straniero
l'aspetto d'ogni cosa, m'è nemica
questa natura! basta! voglio uscire
da questa trama d'incubi! la vita!
la mia vita! il mio sole!
Ma pel cielo
montan le nubi su dall'orizzonte,
già lambiscono il sole, già alla terra
invidiano la luce ed il calore.

Un brivido percorre la natura
e rigido mi corre per le membra
al soffiare del vento. Ma che faccio
schiacciato sulla terra qui fra l'erbe?

Ora mi levo, ché ora ho un fine certo,
ora ho freddo, ora ho fame, ora m'affretto,

ora so la mia vita,
ché la stessa ignoranza m'è sapere -
la natura inimica ora m'è cara
che mi darà riparo e nutrimento,
ora vado a ronzar come gl'insetti. - 
sul S. Valentin, giugno 1910

Carlo Michelstaedter

 
risvéglio
sostantivo maschile
[der. di risvegliare].
-TRECCANI-
 
 Il fatto di risvegliarsi, di essersi risvegliato.
 
1.- In senso proprio, come passaggio dal sonno alla veglia: l’urlo delle sirene provocò il suo improvviso r.; avere un r. brusco, un dolce r.; il momento del r., e assol., risveglio, sottolineando il momento in cui avviene: al suo r. non ricordava più nulla della sera precedente; subito dopo il r. dall’anestesia fu riportato in corsia.
2.- In senso fig.: a. Il riscuotersi e riprendersi da uno stato di letargo o torpore, di inerzia o abbandono, di passività o inattività: il r. della primavera, della natura, dopo la fase invernale; in botanica, r. vegetativo, sinon. di ripresa vegetativa (v. ripresa, n. 2); il r. di un popolo dal suo secolare abbattimento; l’improvviso r. (dell’attività) di un vulcano; un brusco, doloroso r. dai sogni, dalle illusioni. In partic., nella storiografia religiosa, risveglio è il nome usato (analogam. al fr. réveil e all’ingl. revival; v. anche revivalismo) per indicare i movimenti mistici e anche profetici, soprattutto protestanti, dei sec. 18° e 19°. b. Il fatto di riprendere forza, di ravvivarsi, detto di desiderî e voglie, passioni e sentimenti: r. dell’appetito, della sete; r. della passione, della gelosia, di un odio sopito; r. della coscienza pubblica; di attività, il riprendere vigore, intensità: r. del fervore religioso, delle arti, delle scienze, degli studî, dell’industria, del commercio; r. dell’interesse intorno a un autore, a una questione.  
risveglio mattutino, presto, è buio,
la paura della notte stempera il mattino
eppure dietro frasi pensierose e paure
albeggia ancora la mia speranza