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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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mercoledì 31 gennaio 2024

Cresta Bianca

Il monte Cristallo (3.221 m s.l.m.) è la massima elevazione del gruppo del Cristallo nelle Dolomiti Ampezzane. Si trova in Veneto ( provincia di Belluno ). Il monte Cristallo è collocato a nord-est di Cortina d'Ampezzo e ad ovest di Misurina.
È il più alto, più maestoso delle Dolomiti ampezzane. (da wikipedia)

Cresta Bianca

Cresce l’aurora; e da quell’alta cima,
come mi sporsi, le convalli io vidi
incoronate dal levar del sole.
– Ecco – dicevo che beato gridi,
e la tua gioia spunta le parole,
e le parole tue nascon la rima –.

E come s’io brandissi una fanfara
a rincorare gli echi della terra,
– Viva – gridai piú volte e risi forte.
Era in una domenica di guerra,
e intorno a me, nemico della morte,
le valli si gremivano di spari.

Monte Cristallo agosto 1916

Sergio Ortolani

 Ho spesso creduto fossero
casa di Dio le montagne mie;
ora perdura il senso di vuoto
che attanaglia e stringe la gola...

martedì 30 gennaio 2024

Mani

La mano è un organo di senso attraverso cui raccogliamo le informazioni periferiche che provengono dall’ambiente che ci circonda consentendone una loro rielaborazione a livello corticale, con la sua funzione prensile, garantita dall'opponibilità del pollice, ci permette di afferrare gli oggetti, sviluppare attività creative, lavorative. 
La mano è formata da 5 dita: pollice, indice, medio, anulare, mignolo
I nomi delle dita non sono casuali: l'indice, per la funzione gestuale di indicare gli oggetti; il medio (il più lungo), per la posizione; l'anulare, per l'abitudine di recarvi un anello specifico, la fede nuziale; il mignolo (il più breve), per le dimensioni. Il pollice manca, rispetto alle altre dita, della falange intermedia. 
Le dita terminano con l'unghia dalla parte del dorso, mentre il polpastrello è la parte superiore di ogni dito dalla parte del palmo. 
La mano è formata dal carpo e da 5 ossicini del metacarpo, ovvero 5 falangi o falangi prossimali, 5 falangine o falangi medie, 4 falangette o falangi distali. 
La muscolatura della mano include elementi che presiedono alla presa di precisione del pollice (parte superiore della mano) e muscoli profondi dorsali (zona sottostante). 
L'articolazione complessa che è il polso consente alla mano di articolarsi con l'avambraccio.
(dalla rete)

Le mani

Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell’arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.

Vittorio Sereni

La mano è l’espansione spazio temporale del pensiero, interviene nel linguaggio con azione espressiva sorreggendo la parola; ciò vale particolarmente per gli italiani, famosi nel mondo in virtù dell'ampio "lessico gestuale" che accompagna la comunicazione.
 
Nelle mani incredibili storie
come temi consumati e lisi;
fanno solo ciò che chiediamo
sia giusto, sbagliato, falso...
.
Un modo piacevole per rigenerare l'umore e attivare il corpo in modo olistico è...battere le mani
Il gesto piace molto ai bambini, è difficile restare seri mentre lo si compie, sviluppa calore e aiuta a stimolare tutte le funzioni del corpo. Battete le mani almeno 8 volte in modo ritmico. Immaginate di star facendo un applauso a voi stessi per qualcosa di cui andate fieri.
Non a caso, l'azione del battere è strettamente legata alla guarigione: pensate ai colpi sulla schiena o al fatto che da tempo immemorabile il battere dei tamburi è collegato all'inizio del processo di guarigione nelle civiltà tribali.

lunedì 29 gennaio 2024

Ritorni

Veranio, amico piú di tutti i miei amici
(e fossero migliaia), sei tornato?
alla tua casa, ai tuoi Penati,
ai fratelli riuniti, alla tua vecchia madre?
Sí, tornato. Che parola meravigliosa.
Ti rivedrò incolume, ti udrò narrare
dei luoghi dell'Iberia e delle cose, delle genti,
come tu sai: le braccia intorno al collo,
ti bacerò gli occhi, la bocca ridente.
Fra tutti gli uomini felici,
chi piú allegro, piú felice di me?

Publio Valerio Catullo

In questo “carmen brevis” il poeta esprime la sua felicità senza nascondere nulla; si sente beato nel rivedere il compagno tutto intero e di poter ascoltare i suoi racconti e salutarlo con baci e abbracci. Veranio si era recato in Spagna assieme a Fabullo, probabilmente al seguito di qualche governatore (dalla rete).
 
Amicizia come scoglio alle tempeste
che spazzano anime e cuori, la mente
in appigli incedibili crede ancora
di riuscire ad arginare il dolore...

domenica 28 gennaio 2024

Protocollo cittadino #111 (Nebbia)

La nebbia può essere classificata a seconda della densità con la quale si manifesta:

Nebbia densa: visibilità inferiore a 30 metri.
Nebbia fitta: visibilità compresa tra 30 e 50 metri.
Nebbia spessa: visibilità compresa tra 50 e 200 metri.
 (da wikipedia)
 
Nebbia

Si nascondono cose nella nebbia,
sagome indistinte affiorano, vivono;
nell'ottemperarsi di illusioni e sogni
 sensuali silhouettes vagano nel grigio...
 
Gujil

La nebbia 
è il fenomeno meteorologico per il quale il vapore acqueo contenuto in una massa d'aria, raggiunta la saturazione, inizia a condensare nella parte in eccesso, dando origine a minutissime goccioline di acqua liquida o cristalli di ghiaccio sospesi in aria.
La nebbia inizia a formarsi quando l'umidità relativa di una massa d'aria raggiunge il 100%, ovvero quando si ha saturazione del vapore acqueo in essa contenuto.
A causa della diffusione della luce solare da parte dell'acqua in sospensione, la nebbia si manifesta come un alone biancastro che limita la visibilità degli oggetti: secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale, l'espressione nebbia (indicata FG, dall'inglese fog) si applica quando la visibilità risulta essere inferiore ai 1000 metri.

sabato 27 gennaio 2024

Jean Béraud

Jean Béraud - "Il vento"

Sera di vento

 Dolce salire nella chiara sera,
sola col vento che m'abbraccia, folle
più d'ogni amor, la strada erta del colle
fra un presagio lontan di primavera.

Dolce, s'io pur di un'ironia leggiera
mi punga, come chi desto da un molle
sogno, se quasi già doler si volle,
ride di sua stoltezza passeggiera.

O breve inganno, io ben di te mi spoglio.
Fatta serena, del destino il gioco
senza umiltà io seguo e senza orgoglio.

Ma mi figuro d'avanzar guardinga
e curiosa, per gioir fra poco
d'altra menzogna bella di lusinga.

Amalia Guglielminetti

Jean Béraud
"Autoritratto in abito da sera"

Capelli radi spettinati dal vento,
non importa stagione o freddo;
volano lacrime e pensieri, lontano
sospinti da gioie e dolori, insieme...
 
Jean Béraud
(San Pietroburgo, 12 gennaio 1849 – Parigi, 4 ottobre 1935)

è stato un pittore francese di scuola impressionista che si dedicò alla pittura di genere - in prevalenza dell'ambiente parigino - e ai ritratti.
Divenne quindi uno dei principali pittori e testimoni della vita parigina durante la Belle Époque, ma realizzò anche circa 200 ritratti. Nel 1890 fondò la "Société nationale des beaux-arts", assieme a Rodin, Joseph Meissonnier e Puvis de Chavannes, e ben presto ne fu eletto vicepresidente. Béraud fu un attento osservatore. Il suo stile è caratterizzato da un vivo realismo, che gli permise di rappresentare con acume e talvolta con fine ironia l'ambiente ovattato della borghesia parigina, i piccoli mestieri, l'ambientazione dei bistrot e le scene quotidiane nelle strade della città.  
Béraud fu uno dei testimoni di Marcel Proust nel duello svoltosi a Meudon contro Jean Lorrain nel febbraio del 1897 a causa di un articolo giudicato ingiurioso su Les Plaisirs et les Jours.  
Ricevette le insegne di Cavaliere della Legion d'Onore nel 1887, per poi essere promosso Ufficiale nel 1894. Béraud non si sposò mai e non ebbe figli. Mori a Parigi all'età di 86 anni e venne sepolto nel Cimitero di Montparnasse.
Nel dipinto raffigurato sopra Béraud è riuscito a cogliere un momento di vita parigina durante una giornata di vento riportando una combinazione di elementi a dare uno spaccato di vita quotidiana di puro realismo visivo.
(dalla rete)

venerdì 26 gennaio 2024

Ebbrezza

 La parola Ebbrezza deriva da Ebbro, a sua volta derivante dal latino Ebrius.

"Ebbrezza di Noè"
Mosaico del XII-XIII secolo cupola San Marco-Venezia

Componimento LXVII

Tutto in grave volume è corpulenza:
la carne floscia sul cuore lordato,
lo spazio cionco nel sole velato;
e sonno terribile abbioscia.
Dovunque è specchio
senza immagine, fondiglio non deposto,
un che di non nato e già vecchio,
e un fortor di carname riverso,
un guardare senz’occhi,
un traudir di respiro
che s’empie e nel fischio si allenta:
e in saliva d’ebbrezza spenta,
in gocce quasi di acre mosto,
rigurgitano dagli sbocchi
l’aria e lo spirito.

Clemente Rebora

Nel silenzio dell'incubo tace
la voce che dentro spesso ci dice;
non siamo che piume nel vortice,
vento violento, passioni deluse... 
 
In senso proprio, stato di ubriachezza, perturbamento mentale prodotto da eccessive dosi di vino e di altri alcolici: io mi gitterò in questo pozzo ... nel quale ... niuna persona sarà che creda che altri che tu per ebrezza mi v’abbia gittata (Boccaccio); è stato multato per guida in stato di ebbrezza
Più spesso figurato, stato di esaltazione e di piacevole stordimento per una gioia intensa, per passione e simili: l’e. dei sensi; nell’e. dell’amore; l’incontro inaspettato gli aveva data una specie di e.; quell’arrischiato valore che nei più va unito ad una certa ebbrezza (D’Azeglio). 
Nel linguaggio medico, il termine è specifico per indicare lo stato iniziale dell’intossicazione alcolica acuta (TRECCANI - dalla rete).

giovedì 25 gennaio 2024

Ben so

Ben so

Ben so: menzogna è il tutto e fuggitivo
Sogno d’inani amor, di stolte cure,
E disperata vanità che il divo
Sol di sparenti iridi accende: eppure,

Insiem con l’altre vili creature,
E quale un bruto d’intelletto privo,
Noja e dolor, farnetichi e paure
Avvicendando, vergognoso io vivo.

E come pianta, cui di nova spoglia
Vesta l’aprile, il desiderio ancora
Nel profondo del cor mi rigermoglia.

E come lume d’innovata aurora
Una speranza che di sé m’invoglia
Dentro l’anima mia si rincolora.

Arturo Graf

Ancora penso saprei fare
dell'amore un desiderio solo;
ancora in preda ai sensi folli
mi consolano mani e pensieri... 
 
Conoscersi significa essere consapevole, cosciente del proprio carattere, dei propri difetti, qualità e simili.: mi conosco molto bene.
ma significa anche avere rapporti più o meno stretti di conoscenza, familiarità o amicizia con qualcuno: ci conosciamo da dieci anni | rec., fare la reciproca conoscenza: ci siamo conosciuti solo ieri.
(dalla rete)

mercoledì 24 gennaio 2024

Sereni, è inverno

Inverno

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ma se ti volgi e guardi
nubi nel grigio
esprimono le fonti dietro te,
le montagne nel ghiaccio s’inazzurrano.
Opaca un’onda mormorò
chiamandoti: ma ferma – ora
nel ghiaccio s’increspò
poi che ti volgi
e guardi
la svelata bellezza dell’inverno.
Armoniosi aspetti sorgono
in fissità, nel gelo: ed hai
un gesto vago
come di fronte a chi ti sorridesse
di sotto un lago di calma,
mentre ulula il tuo battello lontano
laggiù, dove s’addensano le nebbie.

Vittorio Sereni 

“Ci sono momenti della nostra esistenza che non danno pace fino a quando restano informi”. Così motiva la passione per la scrittura  in versi il poeta Vittorio Sereni (Luino, 1913- Milano, 10 febbraio 1983), morto il 10 febbraio 1983 a Milano, all’età di 70 anni.

 Nel viaggio ora comune ritrovo stagioni
di fatto perdute fissate a indicibili ricordi;
 nel gelido vento bavero, giacca scozzese
giovanili anni di freddo e solitarie manie...
 
Poeta dell'incertezza Vittorio Sereni, al quale nel 1956 era stato assegnato il premio internazionale “Libera Stampa” per alcune poesie di cui facevano parte i “Frammenti di una sconfitta”, è stato anche redattore e collaboratore della <<Rassegna d’Italia>> e critico letterario di <<Milano-sera>> (dalla rete).

martedì 23 gennaio 2024

Ardengo Soffici

Ardengo Soffici
"Autoritratto" 
 1849 Uffizzi Firenze
Ardengo Soffici 
(Rignano sull'Arno, 7 aprile 1879 - Vittoria Apuana, 19 agosto 1964) 
è stato un pittore, scrittore, poeta e saggista italiano.
 
 Fantasia su un quadro d'Ardengo Soffici

Faccia, zig zag anatomico che oscura
La passione torva di una vecchia luna
Che guarda sospesa al soffitto
In una taverna café chantant
D'America: la rossa velocità
Di luci funambola che tanga
Spagnola cinerina
Isterica in tango di luci si disfà:
Che guarda nel café chantant
D'America:
Sul piano martellato tre
Fiammelle rosse si sono accese da sé. 

Dino Campana

 Di fronte a un dipinto vigili sensi 
 sottraggono linee e colori al sogno;
rimane un istante di eterno stupore
che vaga negli occhi e nel cuore...
 
 
Ardengo Soffici
"Natura morta"
Nel 1925 firma il Manifesto degli intellettuali fascisti, e l'anno dopo inizia la sua collaborazione a L'Italiano di Leo Longanesi. 
Ricevette il "Premio Mussolini" dell'Accademia d'Italia per la pittura nel 1932. 
Nel 1937 si allontana da Mussolini, ma rimarrà fedele al regime fino alla sua caduta. Nel 1938 il suo nome compare nel manifesto della razza, pubblicato sui giornali, firmato da molti intellettuali in appoggio alle leggi razziali appena emanate. Nel 1939, su proposta di Benito Mussolini, fu nominato accademico d’Italia per la classe delle Arti. Dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana e, insieme a Barna Occhini, fonda la rivista Italia e Civiltà, che esce per 23 numeri nel 1944, propugnando l'amor patrio, il carattere sociale del fascismo e la fedeltà ai tedeschi. Nel dicembre 1944 viene arrestato per collaborazionismo e internato, insieme a Occhini, nel campo di concentramento di Collescipoli, vicino a Terni, fino a luglio 1945.  
Nel 1946 viene assolto per insufficienza di prove. 
Nel 1948 torna ad esporre, a Firenze. 
Negli anni 1949-1950, Ardengo Soffici aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi (avente a tema Il lavoro nella pittura contemporanea e attualmente conservata presso la Pinacoteca civica di Forlì), inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera La vangatura. 
Per concludere si ricordano le numerose opere di critica d'arte, da Cubismo e oltre, Cubismo e futurismo, Scoperte e massacri, Statue e fantocci, ecc. fino a Selva, arte che è del 1943 e ai 30 artisti moderni italiani e stranieri che è del 1950. 
Nel 1955 ottiene il premio Marzotto per la letteratura. 
Muore nel 1964 per una trombosi cerebrale.
(da wikipedia)

lunedì 22 gennaio 2024

Lumi

Un tenue lume scintillando nuota.
Lì volteggia la lucciola
Con ali lievi fragili;
Nelle tenebre luccica
Perchè ha paura di restare ignota.

Yu Che-Nan

La luce nel buio, anche flebile
piccola traccia di percorso;
siamo prigionieri di tenebre arcane
siamo balia di ciò che non vediamo... 
 
Il festival delle lanterne, noto anche come Loi Krathong (Loi significa galleggiare, mentre Krathong, fa riferimento a dei supporti costruiti con petali di lotus o foglie di banana, che sono in grado di fluttuare sull'acqua).
Si festeggia durante la prima notte di luna piena del dodicesimo mese del calendario lunare.
(dalla rete)

domenica 21 gennaio 2024

Rosso di valtellina


Il vino in Valtellina è il risultato del dialogo continuo tra le Alpi, l'energia del sole, la brezza del Lago di Como e l'attività agricola tra i terrazzamenti.
 
 Bere per lasciare infin che passino
cose che sappiamo dolorose e incerte;
nel vino affondano da sempre uomini
e donne, solitudini provate dal tempo...

Il rosso di valtellina è la denominazione che identifica la produzione DOC del medio versante retico valtellinese, in zone alterne di 130 ettari. 
Viene prodotto nelle zone con i terreni più profondi e in località situate ad altitudini più elevate, fino ai 700 m sul livello del mare. 
La base del vino è costituita per almeno il 90 % da uve Nebbiolo e per il 10% da uve Rossola e Pignola. 
Inoltre è prevista una resa massima di 100 quintali a ettaro di uva raccolta e un affinamento minimo di 6 mesi. 
Si caratterizza per buon corpo e struttura, esaltati in finezza ed eleganza dalle varietà autoctone del vitigno Nebbiolo
Il più classico e sincero dei vini di Valtellina, generalmente granato, garbato, semplice e di facile beva, si abbina pressoché con ogni piatto pur trovando ovviamente l'intesa migliore con la cucina della tradizione valtellinese.
(dalla rete) 

A una bottiglia di valtellina del 1848

E tu pendevi tralcio da i retici
balzi odorando florido al murmure
de' fiumi da l'alpe volgenti
 ceruli in fuga spume d'argento,

quando l'aprile d'itala gloria
da 'l Po rideva fino a lo Stelvio
e il popol latino si cinse
su l'Austria cingol di cavaliere.

E tu nel tino bollivi torbido
prigione, quando d'italo spasimo
ottobre fremeva e Chiavenna,
oh Rezia forte!, schierò a Vercea

sessanta ancora di morte libera
petti assetati: Hainau gli aspri animi

contenne e i cavalli de l'Istro

ispidi in vista dei tre colori.

Rezia, salute! di padri liberi
figlia ed a nuove glorie più libera!
È bello al bel sole de l'alpi
mescere il nobil tuo vin cantando:

cantando i canti de i giorni italici,
quando a' tuoi passi correano i popoli,
splendea tra le nevi la nostra
bandiera sopra l'austriaca fuga.

A i noti canti lievi ombre sorgono
quei che anelando vittoria caddero?
Sia gloria, o fratelli! Non anche,
l'opra del secol non anche è piena.

Ma nei vegliardi vige il vostro animo,
il sangue vostro ferve ne i giovani:
o Italia, daremo il altre alpi
inclita a i venti la tua bandiera.

Giosuè Carducci

sabato 20 gennaio 2024

Rebus

Rebus d'amore

In un certo ventoso crocivia
del caso e del probabile
un uomo con voce di serale chiarore
mi invitò all'interno del segreto.

Senza alcuna motivazione
di me stessa stupita
davanti a me stessa eretta
mi fermai sulla soglia.

E rimanemmo così
per sempre nell'inesplicabile
come due ombre di guardiani
davanti all'ingresso del desiderio.

Ora posso affacciarmi
nel profondo delle notti,
perché non sono più mie.

L'amore è desiderio
di provare il dolore fino in fondo
allo schiudersi degli occhi.
Poi, svelandosi,
si uccide da sé
ad occhi aperti.

L'ho salvato, mi chiedo,
quando l'ho costretto
alla cecità?

Blaga Dimitrova

Amore e dolore un binomio infelice
che molti hanno provato e sofferto;
nel contendere i toni spesso siamo
silenti comparse sul set della vita... 
 
I rebus sono uno dei giochi enigmistici più antichi e classici.  
Una vignetta composta da immagini e lettere, da interpretare e combinare per ricavare una frase o una parola risolutiva
I rebus possono essere composti da una singola immagine o da un insieme di immagini e lettere, a volte accompagnate da indizi o domande. I rebus sono stati utilizzati in diverse culture e epoche per divertimento, ma anche per scopi educativi e di formazione (dalla rete).