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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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martedì 31 dicembre 2024

Ultimo giorno dell'anno

Ultimo giorno dell'anno

Tetti brinati appena scalfiti
da un pallido sole velato,
ultimo giorno dell'anno,
silenzio, rumore, ghiaccio.

Poveri uccellini imbruniti
dal freddo, contorno gelato
che gli occhi vedono e sanno
pietosi flash-back che scaccio.
 
in un attimo rivedo intristiti
abbracci, qualche viso celato
come fossero corpi all'addiaccio
di questo pensare che faccio...

Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate
 
La notte di San Silvestro, cioè quella del 31 dicembre, è l'evento mondiale che segna la fine dell'anno vecchio e anticipa il Capodanno (1 gennaio)
Questa festa viene celebrata in diversi modi, secondo le tradizioni proprie di ogni nazione.
Generalmente, a partire da 10 secondi prima della mezzanotte, si usa fare il conto alla rovescia fino ad arrivare a zero, augurando quindi il buon anno nuovo, brindando con spumante e guardando o accendendo fuochi d'artificio, sparando petardi o colpi di pistola a salve (i cosiddetti e pericolosi botti di Capodanno). 
Una tradizione, meno comune è quella di tenere in mano, durante il conto alla rovescia, oltre al bicchiere di spumante, anche dell'uva e tre monetine diverse, come portafortuna. 
Ogni regione italiana possiede comunque tradizioni diverse. 
In alcune regioni, per esempio, si gioca a tombola o ad alcuni giochi per intrattenersi fino allo scoccare del nuovo anno e anche dopo.
(da wikipedia)
 
Ecco l'ultimo giorno dell'anno
 
A Roma il Capodanno, che in origine si celebrava a marzo, fu fissato il 1° gennaio nel 191 a.C. dal pontefice massimo ‒ la più alta autorità religiosa di Roma antica ‒ con la lex Acilia de intercalatione che si richiamava alla tradizione instaurata dal secondo re di Roma, Numa Pompilio. 
(dalla rete)

lunedì 30 dicembre 2024

Inesprimibile

Tutti dovrebbero cercare di amarsi un po’ come farebbero sempre  i ragazzi. Baciarsi non curanti del mondo che li circonda, in piedi o seduti su un muretto o una panchina. Tutti dovrebbero amarsi e farlo di giorno o di notte, con il Sole e al chiaro di Luna e nella folla o nascosti dal riflesso di sfumature crepuscolari.

  L’inesprimibile

Quando in giugno svolazzavano i moschini
Intorno al lampione sull’angolo
Gettando ombre guizzanti sulla strada;
Quando tu passeggiavi a piedi nudi
In una calda e buia sera di giugno
Con l’erba che ti bagnava i piedi di rugiada;

Quando sentivi strimpellare un banjo
Sulla veranda della casa di fronte,
E dal parco ti giungeva il profumo dei lillà
C’era qualcosa che lottava, in te,
Che non riuscivi a mettere in parole…
Eri viva poesia, nel buio, là!

Erneswt Hemingway 

Tutti dovrebbero amarsi con trasporto e passione come se fosse sempre il primo amore e abbagliare così anche l’ultimo di quelli che provano solo invidia.

Inesprimibile
inespri'mibile/
aggettivo [der. di esprimibile, col pref. in-²].
-TRECCANI- 

[che non si può adeguatamente esprimere con parole: provare una gioia i.] ≈ incomunicabile, indefinibile, indescrivibile, indicibile, ineffabile, inenarrabile. ‖ intraducibile. ↔ definibile, descrivibile, esprimibile.

Ragazzi che si baciano nell'erba,
ricerca di movimenti più audaci;
il sole, il gelo, gli umori caldi
poi tutto finisce in un attimo...

Inesprimibile
è qualcosa a
l di là delle possibilità di comunicazione;
esempio: un senso inesprimibile d’angoscia. 
(dalla rete)

 
 

domenica 29 dicembre 2024

Ex voto

L'ex voto (dal latino ex voto, per promessa) è un regalo, donazione, od offerta che viene data dai fedeli a scopo votivo per ringraziare una divinità in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta. “Per grazia ricevuta” è la formula che accompagna - da tempo immemorabile - le offerte votive dei fedeli a Dio per aver ascoltato le preghiere e concesso loro l'aiuto divino.
 
 «Ex voto»

S'alza la neve in pace;
la valle che s'imbianca
spicca sul cielo bruno.

Il Santuario tace
nella gran pace bianca
dove non c'è nessuno.

Nessuno per guarire
del male che lo strazia
più giunge di lontano...

Sol io potrei salire,
salire per la grazia:
mi rifarebbe sano...

Ma non vedrò la faccia
nera e la mitra aguzza...
Troppo ai bei dì sereni,

avvinto a quelle braccia
baciai la medagliuzza
tepente tra i due seni...

Guido Gozzano

Seni tiepidi nel cuore
ricorda la mente i baci;
carezze allora proibite
ma così dolci e belle...
 
La presenza di questa locuzione nella lingua italiana è attestata almeno dal XVII secolo. Si tratta in genere di piccoli dipinti, oggetti preziosi o simbolici. Ex voto è una locuzione latina derivata dall'ellissi di ex voto suscepto, "secondo la promessa fatta", e indica una formula apposta su oggetti offerti nei santuari per ringraziare il destinatario del dono (Dio, la Madonna, un santo) di aver esaudito una preghiera
Gli ex-voto, in particolare i dipinti, sono una forma di devozione molto diffusa, e hanno iniziato a diffondersi a partire dal 1500 (precedentemente era più diffusa la donazione di immagini in cera, oro, argento o gioelli), dapprima opera di facoltosi, poi nei secoli successivi sempre più diffusi anche nelle classi meno abbienti, ed esposti o donati alle chiese e ai santuari di riferimento, quali offerte alla Madonna, a Gesù, a uno specifico santo (spesso quello della parrocchia di riferimento), o a Dio.
(da wikipedia)

sabato 28 dicembre 2024

Vendicatrice

Vendicatrice

Tu che inasprisci di superbi scherni
e strazî di freddezze noncuranti
l'uomo già altero, che t'umilia avanti
il duol dei giorni alle sue ansie eterni,

tu che il suo lungo desiderio alterni
fra viltà disperate e stolti pianti,
non sai che lacci hai con un gesto infranti,
qual vendetta tu compia non discerni.

Costui che fra le tue sottili dita
fatte artigli tu stringi, e soffre, e duolsi,
schiavo d'amor che il tuo negar più incita,

ingiustamente espìa, con una pena
cruda, il gioir di chi fragili polsi,
per suo trastullo perfido, incatena.

Amalia Gugielminetti

Vendicarsi rimane un fatto
che molti utilizzano ancora;
nel senso di una ripicca
si crede di risanare il male...
 
Vendicatóre 
 sostantivo maschile e aggettivo (f. -trice
[dal lat. tardo vindicator -oris]. 
-TRECCANI- 
 
Come sostantivo si intende chi (colui che) vendica, chi compie una vendetta (e s’intende di solito la vendetta nei confronti di una determinata offesa): si fece vendicator del grave oltraggio; tutti lo additavano come il vendicatore della patria tradita; prima di uccidersi Didone invocò un vendicatore della sua morte.  
Come aggettivo, che vendica, che compie o spinge alla vendetta: «Oimè!» disse Biancifiore «io dubito che la vendicatrice dea giustamente meco non si crucci» (Boccaccio); le odiate ... vendicatrici Erinni (Pindemonte); in te sola ... Caderà l’ira mia vendicatrice (T. Tasso). 
(dalla rete)

venerdì 27 dicembre 2024

Tram

Alba

Amore mio, nei vapori di un bar
all’alba, amore mio che inverno
lungo e che brivido attenderti! Qua
dove il marmo nel sangue è gelo, e sa
di rifresco anche l’occhio, ora nell’ermo
rumore oltre la brina io quale tram
odo, che apre e richiude in eterno
le deserte sue porte?…Amore, io ho fermo
il polso: e se il bicchiere entro il fragore
sottile ha un tremitio tra i denti, è forse
di tali ruote un’eco. Ma tu, amore,
non dirmi, ora che in vece tua già il sole
sgorga, non dirmi che da quelle porte,
qui, col tuo passo, già attendo la morte.

Giorgio Caproni 

Il tram, un veicolo pubblico che viaggia su rotaie (ora con motore elettrico, ma una volta trainato da cavalli) con itinerario e orari prestabiliti, era stato inventato nel 1775 dall'inglese John Otram (il nome "tram" deriva proprio dalla parte finale del suo cognome) e nel 1860 era un servizio diffuso in America ma non ancora in Europa.
Un tram è un veicolo su rotaia che viaggia su binari tranviari su strade urbane pubbliche; alcuni includono segmenti con diritto di passaggio segregato.
L'origine della parola “tram” è legata al binario ed è antica, essendo stata usata infatti fin dal XVIII Secolo per indicare il sistema di trasporto di materiali su rotaia all'interno delle miniere inglesi.
Talvolta viene chiamato anche tranvai o tramvai, italianizzazione del termine inglese tramway.
(dalla rete)

L'inverno mi invita a riflettere
freddo, mani, sciarpe accollate;
nel fiato che sfuma disegno
occhi, profili, visi lontani...

giovedì 26 dicembre 2024

Platani di Natale

Platani di Natale

Dove sono i bambini
che non hanno l'albero di Natale
con la neve d'argento,
i lumini e i frutti di cioccolata?

Presto, adunata, si va sul Pianeta
degli alberi di Natale,

io so dove sta.
Qui gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
 

Gianni Rodari

Tanti ora sono i bimbi tristi
questo mondo è giunto ormai
alla fine della corsa e siamo noi
la colpa, lo sfacelo, la tristezza... 
 
Nelle epoche antiche molte culture pagane celebravano l’arrivo dell’inverno, adornando gli alberi come simbolo del passaggio delle stagioni e auspicio per un anno prospero. I Celti, ad esempio, adornavano gli abeti con nastri e accessori vari per garantirsi una primavera abbondante. I Vichinghi, invece, decoravano l’abete rosso tipico del Nord Europa di frutta, per garantirsi fertilità. Qualche secolo più tardi a Tallin, in Estonia, si ergeva un enorme abete nella piazza del Municipio, attorno al quale uomini e donne ballavano insieme nella speranza di trovare l’anima gemella (dalla rete).

mercoledì 25 dicembre 2024

Natale

 Babbo Natale con Gesù Bambino da 18.5 cm, statuina decorativa

 

Così è Natale

Ancora lo vedo nei visi
dei bimbi, gli occhi
perduti nei tanti sorrisi.

Lo sento nei rintocchi,
mille argentine campane,
nei discorsi dei crocchi.

Gli animal nelle loro tane
pare si uniscano al coro
rimangono guerre lontane.

Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate
 
L'origine e la storia del presepe (il cui nome deriva dal latino praesaepe, che vuol dire "mangiatoia", ma indica anche il recinto chiuso dove venivano custoditi gli animali) è strettamente legata al racconto evangelico della nascita di Gesù a Betlemme, quando Maria e Giuseppe trovarono riparo in una stalla.

martedì 24 dicembre 2024

Poesia e riflesso

Alla vigilia di Natale

Oggi siamo seduti, alla vigilia di Natale,
noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi,
volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.

Bertolt Brecht

La povera gente lontana che soffre
appende agli alberi colorati stracci
dilaniati da missili, lacerati da bombe;
una vigilia costellata di freddo e fame..

lunedì 23 dicembre 2024

Luci e fuochi

 Verso Natale

 
Verso Natale i giorni
sembra riversino buio
nel petto, sul cuore.

La nebbia sgocciola
anime vaganti nel freddo,
sagome indistinte scompaiono.

Luci di mille colori
per moderni pellegrini
si affacciano ai balconi.

Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate

I popoli germanici celebravano le festività stagionali con danze e fuochi. In particolare, durante le ultime settimane di Dicembre, era consuetudine seguire questa tradizione per favorire il ritorno del Sole e bruciare i mali accumulati. Proprio perché questa festività cadeva il 21 Dicembre, i missionari iniziarono la conversione del popolo germanico incorporando, nello loro tradizione, anche le usanze del cristianesimo. È proprio da qui che la festa del 21 Dicembre venne trasformata nel Natale, continuando le tradizioni delle luci e dei fuochi (dalla rete).

domenica 22 dicembre 2024

(senza titolo)

(senza titolo)

Stare alla larga impetuoso giù per la scala più lunga
Stupido di recente spada stretta
Impotente incustodito
Usure che comprimono l’aria
Solido il silenzio degli scarafaggi. 

William S. Burroughs 

Collage letterario nella tecnica del
“cut-up”,
ideata da
Brion Gysin
e adottata da
William S. Burroughs
(1914-1997) nel 1959, in questo caso operando un
taglia-e-incolla
su testo di
Ezra Pound
.
Il brano è riprodotto
assieme ad esperimenti di altri autori
nell’antologia
AQ 14 Cut Up,
curata in Germania nel 1973
da Udo Breger, Silke Paull e Erwin Stegentritt.
(dalla rete)

Visioni dettate da acidi e fumo
la mente vacilla e si perde;
Canti Pisani letti da stupidi
diventano ciò che mai sono stati...

 

sabato 21 dicembre 2024

Ancora Polonio, consigli a Laerte

 

10 Consigli  di Polonio a Laerte

 

Non dare ai tuoi pensieri la lingua, né il suo compimento ad alcun pensiero fuor di  proporzione.

 

Cerca d’esser semplice e cordiale con tutti, ma non fino al punto d’esser volgare.

 

Gli amici che hai già, e di cui hai messo a prova l’adorazione, tieniteli bene aggrappati alla tua anima con doghe d’acciaio.

 

Ma non render callosa la tua palma a furia di stringer quella d’ogni camerata che non sia ancora uscito dal suo uovo, e sia immaturo all’amicizia.

 

Sta attento a non entrare in una lite, ma se ti ci dovessi trovare immischiato, conducila in modo che il tuo nemico debba star lui attento a te.

 

Concedi a ognuno il tuo orecchio, ma a pochi la tua voce.

 

Accetta l’opinione di tutti, ma fa un uso parsimonioso del tuo giudizio.

 

il tuo abito sia ricco per quanto la tua borsa lo possa comperare, ma non per questo sia stravagante e vistoso; sia adorno, ma non al segno di dar nell’occhio. Ché l’abito, spesso, fa da spia all’uomo…

 

Non prendere a prestito e non prestare, ché un prestito, spesso, perde se stesso e l’amico. E il far debiti fa perdere il filo all’economia.

 

Ma questo rammenta sopra ogni altra cosa: sii leale verso te stesso, poiché dovrà seguirne, come la notte segue il giorno, che tu non sarai sleale verso nessuno.

       

William Shakespeare, 

Amleto, Atto I 


illustrazioni stock, clip art, cartoni animati e icone di tendenza di polonio chiede a reynaldo di spiare laerte nell'amleto - opere di william shakespeare - hamlet shakespeare
Ancor oggi mi sembra di udire
consigli da parte di chi mi amò;
un sortilegio progressivo incombe
sugli essere umani, da sempre...

venerdì 20 dicembre 2024

Polonio

Versione moderna del consiglio di Polonio

Non dare pensieri alla tua voce,
E non riflettere prima di parlare,
La gente non sospetti che sei un intellettuale.
Guàrdati dagli amici che stringono i cordoni della borsa,
E industriati a schivarli con la massima fermezza.
. . .

circa 1920 

Ernest Hemingway

Polonio è il ciambellano di Elsinore, reggia di Danimarca una volta residenza di Amleto padre, ed è inoltre il padre di Laerte e di Ofelia, la ragazza di cui Amleto è innamorato. Polonio indaga sulla presunta follia di Amleto, per richiesta del nuovo re Claudio, usurpatore del trono, per il quale è prodigo di consigli.
Per questo, in occasione di un incontro fra il principe e sua madre Gertrude, sposa ora di Claudio, Polonio decide di nascondersi dietro un arazzo nella stanza di lei per ascoltare la conversazione. Durante il dialogo le parole di Amleto divengono tanto dure verso l'usurpatore Claudio che Polonio chiama aiuto e, scoperto, finisce infilzato dal principe, il quale pensa ci sia dietro l'arazzo il re stesso.
(da wikipedia)

Da parte mia non lo feci
mai, sempre disponibile e stolto;
 qualcuno mi disse in riflesso:
"perderai ogni cosa... e lo sai"

 

 

giovedì 19 dicembre 2024

Sciarpa e freddo

Chi non ha mai ricevuto una sciarpa in dono? 
È un’idea regalo utile e semplice, per questo molto ambita. 
Ma non solo, negli ultimi anni, sciarpe, stole e pashmine sono diventate un simbolo di eleganza indiscussa, a patto di sapere come indossarle. 
Non ci sono dubbi, la sciarpa è uno degli accessori irrinunciabili, da avere sempre a disposizione. Eleganza, praticità e comodità sono le caratteristiche che la contraddistinguono, per non parlare del caldo tepore che ti avvolge durante le giornate più fredde (dalla rete).

Sciarpa e freddo

 
Il freddo attinge forza
da venti del Nord, la neve
ancora imbianca i colli
dei miei desideri passati.
 
Rimango vago e confondo
tra il dire, il fare, il baciare
labbra confuse da nebbie
che gravano gesti scomposti.

Resta il naso che cola e lacrime
che non hanno dolore alla base;
sono scosso dai colpi di tosse
e il cuore che geme non c'entra.
 
Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate