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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 11 gennaio 2021

Apologo

Il termine apologo viene usato per indicare un racconto di tipo allegorico d’intento moralistico.
Il genere ha origini antiche: i primi esempi di apologhi risalgono alla letteratura greca. Il più celebre è di certo l’apologo di Menenio Agrippa, giunto a noi grazie a Tito Livio che lo ha riportato nel libro degli Ab Urbe condita libri CXLII : egli pronunciò questo discorso ai plebei in rivolta nel 494 a. C. Grazie a questo celebre discorso, i plebei fecero ritorno alle loro occupazioni e lo scontro fu scongiurato.
 
Apologo dell'unicorno

Apologo

I reclusi dipinti a ferro a ferro
d’ombra e di luce scesero cantando
nel mare, rinverdirono le case
alle finestre degli uccelli, ai fiori
rossi, ai numeri vasti delle navi. 

Chi ricorda la vita mira in fondo
ai vicoli la luce, il brulichìo
delle vele nel porto, scende in lena
le gradinate dove batte l’onda.

Alfonso Gatto 

Il termine apologo deriva proprio dal greco “logos apo logou”, che significa appunto “discorso da discorso”: già dalla sua traduzione riusciamo a notare lo spiccato valore moraleggiante del testo, un discorso da cui siamo in grado di dedurre qualcosa.
I primi esempi sono già presenti nella Bibbia, nel libro dei Giudici e nel libro del Re, testimonianza della forte spontaneità del genere.
In tempi più recenti, l’apologo è stato utilizzato prettamente nel Medioevo, poiché in grado di veicolare messaggi concernenti la sfera religiosa.
L’
apologo, per similitudine riguardo all’intento, rimane molto simile sia alla favola che alla parabola.
Tuttavia vi sono delle differenze: nella favola l’intento moralistico non è lo scopo principale (anzi, ad alcune favole venne aggiunto successivamente), mentre nella parabola il tono utilizzato è più solenne.

come i  miei racconti, brevi, solitari,
qualcuno avrà anche letto, ma pochi;
la vita in fondo è un apologo da sempre
e noi, tutti noi badate, ne facciamo parte...
 
 
Nel periodo umanistico e nel Seicento questo genere venne riscoperto nuovamente, tanto da esser utilizzato da diversi letterati come Leon Battista Alberti: celebri sono i suoi Apologi Centum, inspirati dal grande Esopo a cui si rivolge nell’introduzione all’opera.
Nell’Ottocento questo genere continuò ad essere utilizzato come veicolo fondamentale per la poetica di Baudelaire, ma venne utilizzato anche da scrittori come Paolo Coelho.
Certamente, però, gli apologhi più importanti e maggiormente riconosciuti dalla tradizione sono quelli di Esopo, anche numerosi esempi li ritroviamo anche nella Grecia dell’VIII secolo a. C, in poeti come Archiloco o Esiodo (dalla rete).

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