...........................................................................................................................................

L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


...........................................................................................................................................

sabato 9 gennaio 2021

Orientalismo

Con il termine Orientalismo si indica un fenomeno culturale e artistico diffuso in Europa, e più tardi negli Stati Uniti, nel XIX° secolo. Nasce in Francia, favorito dalla spedizione in Egitto di Napoleone (1798), che porta nel vecchio continente merci, informazioni e opere d’arte, aprendo agli Europei un mondo ancora inesplorato.
L’Orientalismo non è un vero e proprio stile (come per esempio l’Impressionismo): quel che accomuna i pittori orientalisti è la scelta del soggetto, il fascino dell’esotico che attraversa obliquamente gli stili, toccando il Neoclassicismo, il Romanticismo, la tradizione accademica, il Modernismo.
L’Oriente dipinto è quello dell’Impero Ottomano, dall’Asia Minore all’Africa Settentrionale, dal Vicino Oriente ai Balcani. I temi ricorrenti sono moschee, bazar, harem, hammam, piazze, antiche rovine, deserti, carovane di cammellieri, venditori ambulanti, acquaioli, beduini, odalische, scene di vita quotidiana, matrimoni, danze: un mondo colorato, fantastico e sensuale, non sempre ritratto dal vero. Infatti ci sono pittori orientalisti “en chambre”, che dipingono un Oriente mai cononosciuto, sognato, romantico, fatto di terre lontane e irraggiungibili, un luogo dell’anima, più che un paese reale (dalla rete).

Dall'Oriente

Disse Sciahìd, il cui pensier non erra:
Se fumasse il dolore al par del foco,
Di densissimo fumo in ogni loco;
Ottenebrata si vedria la terra.

Disse Chájjam, che molto ai savii aggrada:
Io come l’acqua venni, e al par del vento,
Che soffia e passa, dileguar mi sento;
E non so d’ond’io venga e dov’io vada.

E disse un altro buon poeta accorto,
Che mai le labbra non aperse al riso:
Meglio assiso che in piè, meglio che assiso
Sdrajato, e meglio che sdrajato, morto.

Arturo Graf 

Di contro, soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento, ci sono i pittori-viaggiatori, che camminano con le carovane, si perdono nelle strade delle città, si fermano nelle oasi, e documentano tutto con schizzi, disegni e in molti casi con la macchina fotografica, che in quegli anni incomincia a diffondersi.
Il declino dell’Orientalismo inizia, secondo molti storici dell’arte, intorno agli anni settanta del 1800, quando l’apertura del Canale di Suez accorcia le distanze con l’Oriente, sottraendogli la sua carica di mistero.
La produzione degli Orientalisti continuerà comunque fino agli anni Venti del 1900.
Molti e illustri i Francesi: Euglene Delacroix (l’unico, pare, ad accedere a un harem), Jean Auguste Dominique Ingres (che invece non andò mai in Oriente), Jean Léon Gérôme, Gustave Moreau, Théodore Chassériau, Horace Vernet, Etienne Dinet, Maurice Bompard, Eugène Fromentin; tra gli Orientalisti inglesi e americani ricordiamo Thomas Frederic Mason Sheard, Edwin Longsden Long, Frederick Arthur Bridgman, Addison Thomas Millar, Charles Sprague Pearce.
L’Italia è ben rappresentata da un folto gruppo pittori, molti di talento: primo fra tutti Alberto Pasini, e poi Francesco Hayez, Carlo Bossoli, Roberto Guastalla, Hermann Corrodi, Carlo Bonatto Minella, Cesare Biseo, Stefano Ussi, Sallustio Fornara.
(dalla rete)
 
la mia visione gialla è sbiadita,
è passato tempo, sono finiti ricordi;
ora ritrovo speranza in immagini languide,
sono preda di passioni che le mani contengono...

Nessun commento:

Posta un commento