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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 3 gennaio 2020

Uomo malato



Tiziano
"Ritratto di uomo malato"
1515, Uffizi Firenze
Ritratto di uomo malato

Su uno sfondo scuro, olivastro, un uomo si staglia a mezza figura col busto leggermente verso destra e il volto ruotato di tre quarti a sinistra.
Indossa una berretta nera, un ampio mantello con pelliccia e guanti, con le mani appoggiate su un ipotetico parapetto all'altezza del bordo inferiore.
Come tipico della moda cinquecentesca ha la barba lunga e i baffetti, che con la capigliatura nera folta incornicia il volto.
L'espressione malinconica e la carnagione chiara, unita a un certo senso di inquietudine, hanno fatto nascere il titolo ideale dell'"uomo malato", in realtà privo di reale fondamento.
Un tentativo di identificazione con Claudio Tolomei, proposto dal Galanti, non ha avuto seguito.


Ritratto di uomo malato

Questo che vedete qui dipinto in sanguigna e nero
e che occupa intero il quadro spazioso
sono io all'età di quarantanove anni, ravvolto
in un'ampia vestaglia che mozza a metà le mani

come fossero fiori, non lascia vedere se il corpo
sia coricato o seduto: così è degli infermi
posti davanti a finestre che incorniciano il giorno,
un altro giorno concesso agli occhi stancatisi presto.


Tiziano
"Ritratto di uomo malato"
1515, Uffizi Firenze
Ma se chiedo al pittore, mio figlio quattordicenne,
chi ha voluto ritrarre, egli subito dice
"uno di quei poeti cinesi che mi hai fatto

leggere, mentre guarda fuori, una delle sue ultime ore."

È sincero, ora ricordo d'avergli donato quel libro
che rallegra il cuore di riviere celesti
e brune foglie autunnali; in esso saggi, o finti saggi, poeti
graziosamente lasciano la vita alzando il bicchiere.

Sono io appartenente a un secolo che crede
di non mentire, a ravvisarmi in quell'uomo malato

mentendo a me stesso: e ne scrivo
per esorcizzare un male in cui credo e non credo.

Attilio Bertolucci
da "Viaggio d’inverno", 1971

il quadro offerto dalla sofferenza non mi piace,
rimane stinto, senza tono vitale, perso;
agghiacciano i visi contratti dal male, perdono
contorni chiari, sorrisi e serene intenzioni...

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