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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 31 gennaio 2020

Poesia e riflesso


Quando si rimane
diverso tempo in acqua
 sulle dita delle mani e dei piedi
si formano delle particolari rughe
piccole ma profonde,
 come se la pelle fosse raggrinzita. 
 
 
Le nostre mani nell'acqua

 Noi agitiamo quest’acqua. In essa le nostre mani si cercano,
Talvolta si sfiorano, forme spezzate.
Più in basso, è una corrente, è qualcosa d’invisibile,
Altri alberi, altre luci, altri sogni.
 
E guarda, sono anche altri colori.
La rifrazione trasfigura il rosso.
Era un giorno d’estate? No, è il temporale
Che “cambierà il cielo”, e fino a sera.
 
Noi immergevamo le mani nel linguaggio,
Vi afferrarono parole delle quali non sapemmo
Che fare, non essendo che i nostri desideri.
 
Noi invecchiammo. Quest’acqua, nostra trasparenza.
Altri sapranno cercare più nel profondo
Un nuovo cielo, una nuova terra.
 
Yves Bonnefoy
traduzione di Fabio Scotto
 
 
 La funzione di queste piccole potrebbe essere dunque quella di migliorare la presa di materiale posto sott’acqua ovvero una sorta di adattamento evolutivo piuttosto che una conseguenza dell’immersione prolungata in acqua.

mani, dita, toccano dappertutto,
messaggeri, di noi, di desideri;
le mia, da troppo tempo sole,
le dita ancora in cerca di cose proibite... 
 
Studi precedenti avevano evidenziato come fossero una conseguenza della costrizione dei vasi sanguigni, conseguente al contatto della pelle con l’acqua, il tutto governato dal sistema nervoso. Insomma non si tratta di un semplice effetto dell’acqua: le grinze hanno una specifica funzione autonoma legata all’evoluzione.
I risultati dell’esperimento sono stati pubblicati sul giornale della Royal Society Biology Letters: secondo gli esperti i nostri antenati avrebbero iniziato a sviluppare questa caratteristica nei luoghi dove era necessaria per procurarsi risorse alimentari in ambienti umidi o nell’acqua (dalla rete).

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