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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 27 marzo 2020

Greensleeves

Un pò di serenità, di dolcezza,
manca il senso in questi tristi giorni;
la morte è presente, la vita stenta,
molti vecchi cuori stanno finendo i battiti...
 
"My Lady Greensleeves"
  Dante Gabriel Rossetti, 1864


Molti testi furono scritti ed elaborati nel tempo per questa canzone, quello riportato è forse la versione più famosa.


(EN) «Alas my love you do me wrong
To cast me off so discourteously,
For I have loved you so long
Delighting in your company.

Rit.:
Greensleeves was all my joy
Greensleeves was my delight,
Greensleeves was my heart of joy
Greensleeves was my heart of gold
And who but my lady Greensleeves.

...»


(IT) «Ahimè amore mio voi mi fate del male
Rifiutandomi così scortesemente
perché io vi ho amato così a lungo
Deliziandomi della vostra compagnia

Rit.:
Greensleeves era tutta la mia gioia
Greensleeves era la mia felicità
Greensleeves era il cuore della mia gioia
Greensleeves era il mio cuore d'oro
E chi altri se non la mia Signora Greensleeves.

...»


(Versione rinascimentale di Greensleeves)

La leggenda narra che a comporre il brano sia stato Enrico VIII d'Inghilterra (1491-1547) per la sua futura consorte Anna Bolena.
Pare infatti che quest'ultima avesse una malformazione ad una mano e ciò la costringesse a coprirla con delle lunghe maniche (di qui potrebbe derivare il titolo Greensleeves, "maniche verdi"; ma potrebbe anche essere una modifica di un precedente Greenleaves, cioè "foglie verdi").        In realtà, è più probabile che l'anonimo autore, forse un amante tradito da una donna di facili costumi, abbia scritto questa canzone verso la fine del XVI secolo, successivamente quindi alla morte di Enrico stesso.    Sul tema di Greensleeves sono state fatte variazioni, famosa è quella di Ralph Vaughan Williams. La canzone, come del resto tutti i canti di tradizione popolare, fu per molto tempo tramandata unicamente per via orale o sotto forma di manoscritto.
La prima versione registrata ufficialmente risale al 1580, con il titolo di "A New Northern Ditty of the Lady Greene Sleeves", ma non esiste oggi nessuna copia di questo documento.
Se ne trova traccia in A Handful of Pleasant Delights (1584) come "A New Courtly Sonnet of the Lady Green Sleeves.
To the new tune of Green sleeves". Tale titolo sembra dunque suggerire che il brano fosse antecedente.
Ne "Le allegre comari di Windsor" di Shakespeare (1602) un personaggio (Alice Ford) cita ben due volte il brano "Green Sleeves". Anche The Beggar's Opera, il capolavoro di John Gay, contiene una rielaborazione del brano: l'autore ne mantiene la musica ma varia il testo per farne una corrosiva critica delle differenze sociali (la giustizia che punisce i poveri ma non colpisce i ricchi).
(da Wikipedia)

 

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