
Nave
Solca la tenebrosa onda ineguale,
Sotto l’ira del ciel la stanca nave
Della mia vita, e passa, e la fatale
Ruina estrema e il voto obblio non pave.
Dentro l’anima mia, nel più vitale
E dïafano limbo, ove la grave
Ombra del tedio e del livor non sale,
Passa un ricordo tenero a soave;
Soave come lo spirtale ardore
Delle vergini rose alla feconda
Carezza accese del florente maggio;
Tenero come una canzon d’amore
Per la limpida notte e la profonda
Quïete errante, delle stelle al raggio.
Arturo Graf
Nell'antico linguaggio della marineria, all'epoca della propulsione a vela, la nave era intesa come veliero con tre alberi a vele quadre e bompresso, mentre in presenza di un quarto albero a vela aurica veniva detta "veliero a palo".
Nessun commento:
Posta un commento