Questa mattina, come tutto è strano!
Ed io son tutto pien di meraviglia...
Io non mi trovo più: la mia mano
è una cosa dolcissima, staccata,
che scorre voluttuosa sopra l'erba,
così fresca che par bagnata;
quei campani di pecore invisibili
avemariano così soavemente
come se fossi io il gregge quieto,
e brucassi le sponde in fiore
là, sopra il tremolante greto
della profonda valle ;
i monti, con la neve color lilla,
quando le nuvole che passano
vi lasciano cadere i molli veli
delle lor ombre, sono così puri e forti
che sono certamente parti di me stesso.
Oh, come sento eh' io son nulla e tutto!
Io sono il mare, son la primavera.
Sono un' azzurra immensità di cielo.
Sono la forza libera del vento,
la valle verde, il Roja carico di fango»
M'inabisso, m'innalzo e poi svanisco
in quei fischi in quei gridi, là nei campii
in queste voci placide vicine.Sono la casa nuova ch'io guardo,
con la sua contentezza regolare
delle finestre appena verniciate
e l'inaugurazione della chiave
sulla porta color di prateria
per aprire la sua fresca magia;
la fantastica nave
che passa dondolandosi nel golfo,
come una torre sventolante di tendine.
Ma cos'è quest'angoscia che m'assale?
Cos' è questo tormento,
quest' ansia di sapere, di svelare?
Sento che allora, sì, sarei felice
se sapessi che cosa dice
l'allodola perduta nella nuvola;
che cosa pensa della pioggerella,
l'usignuolo che cova sulle foglie;
che cosa sente il filo d' erba
nato sotto il mattone umido
del marciapiede della casa abbandonata;
come vedono il mondoi filiformi occhi degli insetti;
come vive, così sepolto, il verme cieco;
che cosa provan, mandando l' odore,
gli anonimi gentili fiorellini,
dolci come le piccole figure ingenue
di Romeo e Giulietta
su le scatole di cerini,
sopra la riva della gora,
dove si specchia,
vestita d'edera, la catapecchia,
e tuffasi e galleggia placida
la rana verde, e gracida.
Corrado Govoni
Con “effusione” oggi ci riferiamo principalmente a un gesto
d’affetto, a una dimostrazione calda ed espansiva dei propri sentimenti
(le effusioni tra due innamorati), ma il senso letterale di questo
termine indica più genericamente una fuoriuscita di qualunque tipo e può
essere infatti impiegato in altri contesti: effusione lavica, effusione
di sangue.Il suo significato più comune non è quindi materiale ma esprime la
manifestazione di qualcosa di intangibile come un’emozione, la sua
esternazione visibile e percepibile.
Questa accezione è anzi così legata
alla sfera affettiva che “effusioni” diventa spesso sinonimo di
abbracci, baci e tenerezze amorose di vario genere.
L’origine è il verbo latino effundĕre, cioè “versare”, “far uscire”.
(dalla rete).
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