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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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domenica 9 maggio 2021

Nella mia mente

Frida Kahlo iniziò a dipingere "Diego nella mia mente" nel 1940, dopo il suo divorzio da Diego Rivera, con cui ebbe una relazione passionale e travagliata. Non terminò  il dipinto sino al 1943. L’opera esprime l’amore possessivo, la necessità di Frida di possedere Diego che però continua a tradirla con altre donne. Rivera compare piccolo piccolo sulla fronte di Frida, che indossa un costume tipico messicano chiamato Tehuana, molto amato dall’ex marito.

Frida Kahlo
"Diego nella mia mente"
, 1943

  Non è mai facile allontanarsi, togliersi,
potenti fragilità nel cuore, negli occhi;
rimaniamo aggrappati al sogno il mattino,
ci svegliamo e non vogliamo capire...

 

Farewell

Dal fondo di te, e inginocchiato,
un bimbo triste, come te, ci guarda.
Per quella vita che arderà nelle sue vene
Dovrebbero legarsi le nostre vite.
Per quelle mani, figlie delle tue mani,
dovrebbero uccidere le mie mani.
Per i suoi occhi, aperti sulla terra
Vedrò un giorno le lacrime nei tuoi.

Io non voglio, Amata.
Perché nulla ci leghi,
che nulla ci unisca.
Né la parola che profumò la tua bocca
né ciò che le parole non dissero…
Né la festa d’amore che non avemmo
né i tuoi singhiozzi vicino alla finestra

(Amo l’amore dei marinai
che baciano e se ne vanno.
Lasciano una promessa.
Mai più ritornano.
In ogni porto una donna attende:
i marinai baciano e se vanno.
Una notte si coricano con la morte
nel letto del mare.)

Amo l’amore che si suddivide
in baci, letto e pane.
Amore che può essere eterno
e può essere fugace.
Amore che vuol liberarsi
per tornare ad amare.
Amore divinizzato che si avvicina.
Amore divinizzato che se ne va.

Più non si incanteranno i miei occhi nei tuoi,
più non si addolcirà vicino a te il mio dolore.
Ma dovunque andrò porterò il tuo sguardo
e dove andrai porterai il mio dolore.
Fui tuo, fosti mia. Cos’altro? Insieme facemmo
un angolo di strada dove l’amore passò.
Fui tuo, fosti mia. Tu sarai di colui che t’amerà,
di colui che taglierà nel tuo orto ciò che io ho seminato.
Me ne vado. Son triste: ma sempre sono triste.
Vengo dalle tue braccia. Non so dove vado.
Dal tuo cuore mi dice addio un bimbo.
Ed io gli dico addio

Pablo Neruda
da "Crepuscolario", 1923


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