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Oltre alle otto poesie contenute in Les Plaisirs et les Jours (1894) e a poche altre sparse su riviste, si tratta di poesie ritrovate negli epistolari o come dediche, in buona parte inedite prima della raccolta francese.
I titoli spesso sono dei curatori.
L'impressione critica generale è che Proust non ci tenesse e le scrivesse soprattutto per scherzo o a imitazione d'altri, facendo inoltre qualche ritratto di pittore e musicista per il quale provava ammirazione.
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La cronologia ricopre gli anni 1888-1922 spaziando dai primi schizzi giovanili all'ultimo anno di vita.
Ed è molto probabile che ve ne siano altre, sparse altrove e non ancora ritrovate.
Alla versione italiana di Franco Fortini, che uscì nel 1983, seguirono diverse polemiche, soprattutto da parte di Alberto Arbasino che mal sopportava la scelta, per una parte della raccolta, di tradurre in prosa. Un'edizione successiva, tradotta da Luciana Frezza, è uscita invece nel 1993. (da Wikipedia)
Può darsi ch’io scordi, Signora, il vostro
divino profilo d’uccello
e che strappi la mia pazzia
come se balzassi in un cerchio,
ma al soffitto del mio capo i vostri occhi,
fulgidi lumi, brilleranno.
Marcel Proust
traduzione di Roberto Rossi Precerutti
traduzione di Roberto Rossi Precerutti
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traduzione di Franco Fortini,
Torino, Einaudi ("Supercoralli"), 1983,
e ("Gli struzzi" n. 345)
Poesie,
traduzione di Luciana Frezza,
Milano, Feltrinelli, Universale Economica. I Classici, 2008
ne ho scordati anch'io di volti,
qualcuno ricordo appena,
la vita scorre come un libro
qualcuno ricordo appena,
la vita scorre come un libro
speriamo il mio sia lungo e noioso...
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