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Al mecenate, oltre che sposarne la figlia Lidia (dalla quale ebbe due figli, Albertina restauratrice ed esperta d'arte e il regista Michele), dedicò un romanzo Il conte finalista del Campiello 1983 ed una biografia Adriano Olivetti: Una sorpresa italiana (2002), che si aggiudicò il Premio Biella Letteratura e Industria.
Collaborò per diversi anni al quotidiano Il Giornale, nome inventato proprio da Soavi, dopo avere riso in faccia a Montanelli che voleva chiamarlo "La Posta", che seguì anche nella sfortunata avventura della Voce; la loro amicizia era di vecchia data, nata in un incontro un po’ burrascoso alla fine degli anni Cinquanta nella celebre trattoria milanese Bagutta.
Ogni qualvolta litigavano in riferimento al passato di disertore del Soavi, Montanelli gli rivolgeva un rimprovero «Tu sei funesto e imprevedibile. In che mondo viviamo! Non ci si può fidare nemmeno dei disertori»[senza fonte]. Soavi gli dedicò una monografia Indro. Due complici che si sono divertiti a vivere e a scrivere, Longanesi 2002.
C'è da segnalare negli ultimi anni un'interessante collaborazione epistolare con l'attore Vittorio Gassman raccontata nel libro Lettera d'amore sulla bellezza (1996), i racconti erotici inediti Goccioline, pubblicati nel 1999 dall'editore ES di Milano e la raccolta di poesie "Nella tua carnagione", pubblicato nel 2005 e che si ispira ad un celebre quadro del pittore Hans Baldung Grien: Eva, il Serpente e la Morte, 1525 (da Wikipedia).
Novità del giorno d'oggi
Ho parlato con Dante
il quale mi ha giurato
che Beatrice non è mai esistita.
Ho sentito, al telefono, Petrarca,
il quale, sotto giuramento,
dice che Laura non si è vista mai.
Ma tu ci sei.
Perché mi togli il sonno,
o ti lamenti per il mal di gola.
E quando, piena di raffreddore,
vorresti delle mele,
dici: abore, portami delle bele.
Quindi esisti, perché si ride:
anzi: si scoppia a ridere
coniugando la emme di amore
che diventa abore:
tu sei il nuovo alfabeto italiano,
tu sei la risata intorno ai tuoi dolori,
alla tua febbre, al tuo gran bale.
Giorgio Soavi
Ho parlato con Dante
il quale mi ha giurato
che Beatrice non è mai esistita.
Ho sentito, al telefono, Petrarca,
il quale, sotto giuramento,
dice che Laura non si è vista mai.
Ma tu ci sei.
Perché mi togli il sonno,
o ti lamenti per il mal di gola.
E quando, piena di raffreddore,
vorresti delle mele,
dici: abore, portami delle bele.
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anzi: si scoppia a ridere
coniugando la emme di amore
che diventa abore:
tu sei il nuovo alfabeto italiano,
tu sei la risata intorno ai tuoi dolori,
alla tua febbre, al tuo gran bale.
Giorgio Soavi
da "Femminile", 2002
passato, come tale, ricordi...
la scuola, i poeti latini, il greco;
poi arrivò il vento, la poesia, quella
dei miei poeti e fu crepuscolo...
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