Dall’aspra gola e dalla scissa sponda,
Fra negre rupi smisurate, il fiume
Giù nell’abisso ove non splende lume
Precipitando senza fin sprofonda.
Dell’acque il greve e torbido volume
Balza, tuona, s’infrange, e furibonda
Insorgendo e cozzando onda contr’onda,
Tutto è strazio e fragor, vortici e spume.
Ma sul cieco tumulto e la ruina,
L’iride, nel fremente aer sospesa,
Incontro al sol l’arcato nimbo inclina;
E lieve, muta, immobile, tranquilla,
Di sette luci adamantine accesa,
Ingemmando l’abisso, arde e sfavilla.
Arturo Graf
Si usa"arcobaleno" nel linguaggio corrente per indicare il fenomeno ottico.
"Iride"
è invece un termine più antico e scientifico, usato sia per la dea
della mitologia greca e la sua personificazione dell'arcobaleno, sia per
la parte colorata dell'occhio che ne prende il nome per la sua varietà
cromatica.
Iride è anche chiamata la parte dell'occhio responsabile del colore.
Arcobaleni sbiaditi nell'anima
e la mente invasa da attese;
colori del tedio per gli anni
che gravano, premono il cuore...
Nella
mitologia greca, Iris (Iride per i Latini) era la messaggera degli dei, rappresentata con
ali e vestita di gocce di rugiada, che lasciava una scia colorata nel
suo passaggio, proprio come un arcobaleno.
L’arcobaleno, simbolo principale associato a Iride,
rappresenta una vasta gamma di significati simbolici nelle culture di
tutto il mondo.
Nella mitologia greca, l’arcobaleno è considerato un ponte tra il cielo e la terra,
simboleggiando la connessione tra gli Dei e gli esseri umani.
Rappresenta
anche la promessa di speranza e di rinascita dopo la tempesta, così come
la bellezza e la trasformazione continua della natura.
(dalla rete)
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