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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 22 aprile 2023

Il giorno della terra e i Galagoni

I galagoni (Galagidae)
 
sono delle buffissime creaturine, caratterizzate da enormi occhi sferici e grandi orecchie.
Nonostante il loro aspetto questa famiglia di animali africani, che comprende ben cinque generi, è imparentata con la nostra specie, appartengono infatti alle proscimmie, un sottordine dell’ordine dei primati.
 
Versicoli quasi ecologici

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il
galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore.
Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: “Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra” 
 

Giorgio Caproni

Nel tuo giorno o terra ti imploro!
Sia il vento ad accarezzare i bimbi,
sia la pioggia a piangere il dolore dei tanti;
Terra madre, ti prego! fammi sognare... 
 
Non più grande di un gatto, il galagone è un animale notturno, durante il giorno vive nascosto sugli alberi per uscire la notte alla ricerca di cibo
Grazie alle lunghe zampe posteriori, i galagoni fanno grandi salti da un ramo all’altro e si muovono sul terreno come piccoli canguri. 
Hanno una vista straordinaria, un olfatto eccellente ed un ottimo udito. 
Gli occhi frontali sono talmente sensibili alla luce che consentono di vedere chiaramente anche nella quasi completa oscurità. Una volta che i raggi luminosi attraversano la retina rimbalzano indietro grazie ad una  superficie riflettente chiamata tapetum lucidum
È proprio questa particolarissima struttura anatomica che è responsabile della luminescenza degli occhi del galagone nell’oscurità.
I galagoni sono anche soprannominati “bush babies”, ovvero “bambini della selva”, per via dei loro peculiari tratti neotenici (ovvero quelle caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili, come appunto gli occhioni e i lineamenti morbidi), ma anche per le ridotte dimensioni e perché emettono un verso che ricorda il vagito dei bambini (quello che tipicamente fanno i neonati).
 
Studiare i galagoni può fornirci molte informazioni sull’evoluzione della nostra specie
Queste proscimmie sono infatti primati ancestrali e alcuni comportamenti, come le strategie riproduttive (che nel galagone sono poliginiche, ovvero la strategia riproduttiva in cui un maschio si accoppia con più femmine) e le strutture sociali potrebbero essere quelle dei primati primitivi. 
Mentre un tempo le proscimmie erano considerate “primati inferiori”, oggi recenti ricerche hanno dimostrato la complessità “di sistemi sociali in cui le strategie di foraggiamento solitario non escludono altre forme di interazione tra i vari individui e in cui i modelli di comportamento non risultano rigidi ma consentono un elevato livello di variabilità”, si legge nel libro La scimmia e il cacciatore. Interpretazioni, modelli sociali e complessità nell’evoluzione umana”, di Francesca Giusti.
(dalla rete).

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