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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 19 giugno 2017

Joan Margarit e le sue finestre

Discorso sul metodo

 

Da bambino già cercavo le finestre
per poter fuggire con lo sguardo.
Da allora, quando vado in un posto,
guardo con attenzione dove lascio il cappotto
e dov’è la porta d’uscita.
La libertà, per me, significa fuggire.
Ci sono tante porte nel mondo.
Compreso il sesso, in caso di emergenza
può esserlo. Ora tutte le porte si stanno chiudendo
e, per fuggire, presto resteranno
soltanto le finestre dell’infanzia.
Completamente aperte per poter saltare. 

 

Joan Margarit
da Cálculo de estructuras, 2005
 
 
"Il tempo che passa chiude tutte le porte, ci dice Margarit, ma il passato, l’Arcadia dell’infanzia, non ci può essere tolto."
 
Joan Margarit
(Sanahuja, 1938) è un architetto e poeta spagnolo: per molti anni ha insegnato Calcolo delle strutture alla facoltà di Architettura di Barcellona, pubblicando opere in catalano e in castigliano.
La formazione professionale appare in questa sua poesia dedicata alle finestre considerate come via di fuga, almeno virtuale.
Il richiamo all'infanzia passata (ma comunque ben vissuta e ancora presente nei ricordi del poeta architetto) è un ricordo dolce e sereno, pieno di cose positive e vicine all'anima.
Da bambino tutto è possibile, alla portata della mente libera da vincoli e obblighi del mondo adulto.
Sarà capitato ad ognuno di noi durante una occasione, una noiosa conferenza , una spiegazione poco coinvolgente di un professore ai tempi della scuola o una riunione di lavoro in un pomeriggio infinitamente lungo da passare di prendere il volo con lo sguardo e la fantasia attraverso il magico mondo dietro una banalissima ed insignificante finestra.
(dalla rete)
  
bambino non credo già grande non so;
scrivevo e cantavo queste cose anni fa
appeso in bilico tra amori e doveri
sovrastato da prossime obbligatorietà...

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