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di quei malati disperati
dei folli e degli ubriachi misteriosi
dei drogati bucati
reietti e dimenticati
inutili e staccati da queto mondo
come se fossimo incagliati nella sabbia
qui non è valaam* ma il nostro deserto
e qui ci attendono
qui e ora
ci occorre qualcosa di nuovo e grande.
*Antico monastero sopra San Pietroburgo
qui non è valaam* ma il nostro deserto
e qui ci attendono
qui e ora
ci occorre qualcosa di nuovo e grande.
*Antico monastero sopra San Pietroburgo
Igor' Bobyrev
Nella pupilla dell'albero
Traduzione di Paolo Galvagni
poesia, poetare, il cuore,
quasi sempre il cuore;
a volte i volti, l'anima, le cose,
spesso lacrime e preghiere...
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Probabilmente la vita claustrale delle origini (XI secolo) sarà stata interrotta e riprese nel XIV secolo. Secondo alcune tradizioni e detti popolari relativi a Valaam, sarebbe stato proprio l’apostolo Andrea a predire l’esistenza di un Monastero in quella terra. In tale luogo Sant’Andrea eresse una Croce in pietra.
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Durante i lunghi e tenebrosi settant’anni di dominio sovietico il Monastero di Valaam, come tutti i luoghi di culto e di preghiera in Russia, fu espropriato della sua dignità e identità, pur rimanendo sempre un faro per la popolazione russa, un punto di riferimento importante. La misericordia di Dio è infinita: il 14 dicembre 1989 sei monaci ripresero a vivere nell’antichissimo Monastero e da allora è iniziato nuovamente un felice percorso religioso per il Monastero di Valaam.
Osservando le immagini attuali del Monastero, non possiamo non pensare che certi posti, per la bellezza del paesaggio, per lo straordinario abbraccio tra terra e mare, sembrano predestinati ad essere zone di silenzio, di preghiera, di contemplazione, ed è ben noto che la preghiera è azione.
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E’ sempre stato molto sentito e compreso il significato della vita monastica in Russia. Ad alcuni questa vita può sembrare oscura, certo è che i Monasteri sono i veri parafulmini che proteggono la nostra società tendenzialmente materialista ed egoista.
Alessio II fu il patriarca, che dopo settant’anni di rifiuto violento nei confronti della spiritualità, per grazia di Dio ebbe l’incarico di riportare la Russia alla devozione cristiana.
E’ molto intenso il ricordo che il Patriarca aveva di Valaam. Vi si recò assieme ai suoi genitori quando aveva solo nove anni, il bambino, che sarebbe divenuto un uomo di Dio, fu molto colpito da quel luogo.
Il Patriarca Alessio soleva dire che la vocazione al monachesimo deve essere profonda. Il monaco, pregando, non pensa solo alla sua salvezza, ma deve aiutare le anime di tutti a salvare il mondo. Quindi la grande preghiera – azione per la salvezza del mondo, in questi luoghi di culto, è un evento quotidiano che trasmette speranza a tutti noi.
Ricordiamo che il Patriarca Alessio è ritornato alla Casa del Padre il 5 dicembre 2008, vigilia del giorno dedicato a San Nicola, Santo patrono della Russia. Dal 27 gennaio 2009, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, è questa la definizione risalente ad antica data, è Kirill, a lui il compito di rafforzare la fede cristiana in Russia, a lui e a tutti gli uomini di buona volontà. Kirill è stato intronizzato nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Significativa la presenza alla cerimonia del presidente russo Dmitri Medvedev e del premier Vladimir Putin. La cerimonia viene denominata ‘Intronisazia’, vocabolo russo, durante la cerimonia i 4.000 dignitari ortodossi hanno esclamato:’Axios, axios, axios’. ‘Axios’, che in greco significa ‘è degno’. Kirill è molto noto in Russia, prima di essere eletto Patriarca era il ministro degli esteri della chiesa ortodossa russa. Daniela Asaro Romanoff (dalla rete)
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