Ancora sabato. Questo incrociarsi di lettere deve cessare, Milena, ci
fanno impazzire, non si ricorda che cosa si è scritto, a che cosa si
riceve risposta e, comunque sia, si trema sempre. Capisco benissimo il
tuo ceco, odo anche la risata, ma m’ingolfo nelle tue lettere tra la
parola e il riso, poi odo soltanto la parola, poiché oltre a tutto la
mia natura è angoscia. Non so rendermi conto se dopo le mie lettere di
mercoledì-giovedì tu voglia ancora vedermi. So il rapporto fra te e me,
(tu appartieni a me, anche se non dovessi vederti mai più), lo conosco
in quanto non sta nel territorio confuso dell’angoscia, ma non conosco
affatto il rapporto tuo verso di me, questo appartiene tutto
all’angoscia. E neanche tu mi conosci Milena, lo ripeto. Ciò che accade è
per me qualcosa di mostruoso, il mio mondo crolla, il mio mondo
risorge, vedi come tu (questo tu sono io) ne possa dare buona prova. Non
mi lagno del crollo, il mondo stava crollando, mi lagno del suo
ricostruirsi mi lagno delle mie deboli forze, mi lagno del venire al
mondo mi lagno della luce del sole. Come continueremo a vivere? Se dici
di sì alle mie lettere di risposta, non devi più vivere a Vienna, è
impossibile. Milena, non si tratta di questo, tu non sei per me una
signora, sei una fanciulla, non ho mai visto nessuna che fosse tanto
fanciulla, non oserò porgerti la mano, fanciulla, la mano sudicia,
convulsa, unghiuta, incerta e tremula, cocente e fredda.
Franza Kafka
Milena Jesenská e Franz Kafka si scrissero più di 150 lettere in appena un anno di relazione ma quelle di lei le intuiamo soltanto, perché non sono state conservate.
Abbiamo quelle di Franz, le cui relazioni sentimentali si svolsero quasi esclusivamente per lettera.
Tra Aprile e Novembre del 1920 lo scambio di lettere fu fittissimo ma si incontrarono appena due volte.
Abbiamo quelle di Franz, le cui relazioni sentimentali si svolsero quasi esclusivamente per lettera.
Tra Aprile e Novembre del 1920 lo scambio di lettere fu fittissimo ma si incontrarono appena due volte.
Poi i rapporti si fecero sporadici per i seguenti due anni, fino al silenzio.
Nelle mie lettere sempre ho trovato
conforto, ragione, possibili parole;
ora la mano tremante ed incerta
sconnette i pensieri alla mente...
Lei era sposata e non intendeva lasciare suo marito benché avessero una relazione burrascosa e infelice.
Lei era libera, indipendente, vitale mentre lui era un uomo chiuso, tormentato e ammalato: “Sono malato di mente, la malattia polmonare è soltanto uno straripare della malattia mentale.”
Il primo incontro era capitato in un caffè nel 1919 ma Kafka di quell’episodio non conservava una memoria chiara.
Milena invece sì e l’anno seguente lo contattò per chiedergli il permesso di tradurre in ceco un suo racconto.
(dalla rete)
Il primo incontro era capitato in un caffè nel 1919 ma Kafka di quell’episodio non conservava una memoria chiara.
Milena invece sì e l’anno seguente lo contattò per chiedergli il permesso di tradurre in ceco un suo racconto.
(dalla rete)
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