Questo aroma di te/ sale?/scende?/
viene da te?/da me?/in che altro
mi dovrei trasformare?/che altro
di me/dovrei essere/
per sapere/vedere/i frammenti
di mondo che in silenzio unisci?/
così bruci distanze?/
mi restituisci al mio animale?/così
mi dai grandezza/o corpo
che invadi con la tua assenza?/
con il tuo sguardo che
non tornerà al tuo occhio/già febbre
senz’altro padrone che il cammino?/
sei qui/è come dire/tutto è qui/
il vuoto e l’unione/e tu/e la
disordinata solitudine/
Juan Gelman
traduzione Laura Branchini
sostantivo femminile [der. di lontano]
- TRECCANI -
- 1. a. L’essere, il trovarsi lontano, cioè a lunga o relativamente lunga distanza, di un luogo da altro luogo o da un punto di riferimento: la costa era poco visibile per la l.; comparve una figura, che, per la l. (o per la l. dal luogo dove mi trovavo), non riuscivo a distinguere nettamente; segnali di l., in marina, v. segnale; anche, posizione lontana: come facevo a riconoscerlo, da (o a o in) quella lontananza?; e come locuz. avv., in lontananza, in un punto lontano: guardare, vedere, mostrare in l.; una nave finalmente apparve in l.; era tutto buio ed in l., nel cielo, riflessi rossi dei villaggi che bruciavano (Mario Rigoni Stern ). In queste accezioni, l’uso del termine concorre con il sinon. distanza.
b. Al plur., nell’uso letter., luoghi lontani, sfondo di paesaggio, e sim.: vedete di sfuggita, passando, l. verdi (De Amicis); anche come oggetto di rappresentazione pittorica: un paesaggio ampio, con l. sfumate. c. L’esser lontano nel tempo: la l. del pericolo acqueta i timori; vedere le cose in l., prevedere il loro svolgersi a distanza di tempo; poet., al plur.: m’affondo nelle lontananze Del tempo (A. Negri).
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si è lontani quando non ci si vede,
anche quando non ci si tocca,
quando non ci si può abbracciare;
è lontananza, tristezza, solitudine...
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