La cetra o citara è uno strumento musicale appartenente alla famiglia dei cordofoni. Lo strumento era inizialmente costruito come la lira ma con una cassa armonica di dimensioni maggiori, in legno. Con queste caratteristiche la cetra ebbe una notevole diffusione sin dall'antica Grecia dov'era suonata da citaredi professionisti; il suo uso inoltre prese corpo anche a Roma e in Corsica. Nel corso dei secoli la sua struttura venne ulteriormente modificata, fino ad intendere per cetra uno strumento dalla cassa di risonanza piatta le cui doppie corde metalliche venivano pizzicate, dotato di un lungo manico e dalla struttura paragonabile a quella di una pera. Questo modello di cetra venne utilizzato soprattutto dal XVI fino al XVIII secolo.
Il vocabolo cetra (ingl. zither; fr. cithare) indica, oltre lo strumento storico greco e romano, una famiglia di cordofoni analoghi, in cui non si distinguono un manico e una cassa. La sottofamiglia delle cetre a tavola (ingl. board zither), cioè costituite essenzialmente da una tavola, con ponticelli mobili, sono tipiche dell’Asia orientale: ne sono esempio lo zheng (guzheng) cinese, il kayagŭm coreano e il koto giapponese). Sinonimo di cetra è il vocabolo salterio (ingl. dulcimer, psaltery). Tuttavia si preferisce utilizzare il secondo termine per indicare strumenti diffusi nel mondo arabo-islamico analoghi a quelli esistenti in Europa, quali il cimbalom ungherese. Salteri a cassa (ingl. box zither) tipici dell’area sono il qānūn (a corde pizzicate) e il santūr (a corde percosse) (da wikipedia).
La Cetra Preziosa
Cetra preziosa, perché cinquanta corde?
Ogni corda, ogni ponticello, un anno di gioventù rammenta.
Zhuang al suo risveglio confuse sé in farfalla, enigma dell’esistenza,
Wangdi in primavera mutò in cuculo e gli affidò il suo pianto.
Perla come una lacrima nel mar profondo di luna splende,
terra di giada calor del sole un fumo esala.
Quanto ancora questo sentimento per diventar ricordo?
Soltanto quel momento ormai perso.
Li Shangyin,
dinastia Tang
un suono, unico suono,
rompe i silenzi assoluti
e si muove dentro il mio animo;
le vite di sempre collimano
ai miei fianchi caduti,
prostrati più volte...
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