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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 11 aprile 2020

Il linguaggio

 
Il linguaggio è un dispositivo specifico.
Esso serve a elaborare, organizzare e trasmettere conoscenze fra i partecipanti all’interno di una data comunità.
Esso assume quindi una funzione proposizionale, poiché le conoscenze non rimangono a uno stato indeterminato e vago ma sono raccolte, organizzate e veicolate sotto forma di proposizioni.
In questo senso il linguaggio consente di organizzare e di comunicare il pensiero, poiché gli fornisce una forma comprensibile da parte degli altri.
(dalla rete)

In una lingua che no so più dire
 
Nessuno più mi chiama in una lingua
che mia madre fa bionda, azzurra e sveva,
dal Nord al seguito di Federico,
o ai miei occhi nera e appassita in pugno
come oliva che è reliquia e ruga.


 O in una lingua dove avanza, oscilla
col suo passo di danza che si cuoce
al fuoco della gioventù per sfida,
sposata a forma d’anfora, a quartara.


 O in una lingua che alla pece affida
l’orma sua, l’inoltra a sera nell’estate,

in un basso alitare la decanta:
è movenza d’Aragona e Castiglia,
sillaba è cannadindia, stormire.


 O in una lingua che le pone in capo
una corona, un cercine di piume,
un nido di pensieri in cima in cima.

 O in quella lingua che la mormora
sul fiume ventilato di papiri,
su una foglia o sul palmo della mano.


 O in una lingua che risale in sonno
coi primi venti precoci d’Africa,
che nel suo cuore albeggia, in sabbia e sale,
nel verso tenebroso della quaglia.


 O in una lingua che non so più dire.
 
Stefano D'Arrigo
 

forse non parliamo più la stessa lingua,
probabilmente questo clima ci sovrasta;
passano giorni uguali e contigui, siamo
perfetti in una prigione mentale continua...
 
Il linguaggio si presenta come un sistema di simboli in grado di generare un numero illimitato di parole, di frasi e di discorsi.
Si tratta di simboli arbitrari e convenzionali, prodotti all’interno di una certa comunità di parlanti.
Su questa base si forma nel tempo una data lingua naturale intesa come un sistema di differenze di suoni combinati a un sistema di differenze di significati.
Il linguaggio, in quanto tale, è caratterizzato dalla composizionalità, ossia dal fatto di essere costituito in modo ricorsivo grazie a unità componibili Per quanto concerne i suoni, abbiamo i fonemi, ossia i suoni che hanno un valore linguistico e che svolgono una funzione distintiva (o diacritica come /b/ e /p/ in bere e pere).
Stringhe di fonemi formano i morfemi che sono le unità linguistiche minime dotate di significato (come tavol- che è la radice di parole come tavolo, intavolare ecc.) (dalla rete).

 

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