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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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lunedì 25 agosto 2014

Avorio

In Africa il bilancio di elefanti uccisi per l’avorio delle loro zanne è arrivato alla media di quattro esemplari ogni ora (Bloody Ivory).
Ma, anche se a premere il grilletto sono gli abitanti della zona, è il crimine organizzato internazionale a incassarne i profitti, che finiscono per finanziare guerra e terrorismo.
È quanto rivela il New Scientist, che cita il rapporto realizzato dal gruppo ambientalista Born Free USA e dall’organizzazione no profit
C4ADS. Si tratta del primo studio che analizza il problema del traffico illegale di avorio non solo dal punto di vista della tutela degli animali, ma anche per le sue implicazioni politiche e di sicurezza nazionale.
Le sue conclusioni non sono certo confortanti: la strage di elefanti, rivela, è in qualche misura legata pressoché a tutti i conflitti africani degli ultimi decenni. È il caso del gruppo terrorista somalo al-Shabaab, che si finanzia col traffico di avorio kenyota, della guerra civile nella Repubblica Centrafricana, o ancora dei fondamentalisti Boko Haram, collegati al traffico di avorio camerunense.

In Sudan le milizie filogovernative coinvolte nella guerra in Darfur hanno finanziato le proprie operazioni con la caccia di frodo degli elefanti in Ciad, Camerun, Repubblica Centrafricana e Congo.
Qualche cifra: nel 2013 sono state smerciate circa 400 tonnellate di avorio, vale a dire le zanne di 50 mila elefanti.
Si tratta di un business da un miliardo di dollari all’anno.

Il mercato più importante è quello cinese, dove il prezzo dell’avorio è lievitato dai 6 dollari al chilo di quarant'anni fa ai 3 mila dei nostri giorni.
C’è da dire che fortunatamente, come spiega al New Scientist lo zoologo e ambientalista Iain Douglas-Hamilton, gli elefanti sono «creature sorprendentemente resilienti», in grado di mantenere in vita le proprie comunità anche in condizioni molto critiche. Quando però i decessi causati dagli umani superano la metà del totale, come è accaduto in molte regioni africane, le nascite non riescono più a rimpiazzare le perdite. Gli autori del rapporto hanno elaborato un indice che prende in analisi elementi come la corruzione e la disponibilità di armamenti per capire quali siano le zone più a rischio (dalla rete).


Avorio

Parla il cipresso equinoziale, oscuro
e montuoso esulta il capriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso Olimpia.
Correranno le intense vie d'Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo.
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il tremebondo amore è morto?
Violavano le rose l'orizzonte,
esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
la sua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori.

Mario Luzi

Là lungo le vie dell'Oriente
gialla visione ritorni
ad accompagnare il mio astio;
la rabbia cancella la mente
e urlo cattivo e insolente...


avòrio
s. m. [lat. ebŏreus, agg. di ebur ebŏris «avorio»]. – Vocabolario TRECCANI

1. a. Tipo di tessuto osseo, che costituisce le zanne dell’elefante, del tricheco, dell’ippopotamo, ecc., di color bianco caratteristico che ingiallisce col tempo, usato – per la sua durezza e elasticità – come materiale da scultura e da intarsio, e per la fabbricazione di tasti di pianoforte, palle da biliardo, ecc.; a. fossile, quello delle zanne dei mammut o dei mastodonti. Nero di a., polvere finissima ottenuta per calcinazione di ritagli e raschiature di avorio, usata come colorante o per levigare.
b. Al plur., avorî, oggetti d’arte in avorio: una collezione di a. cinesi.

2. Nei denti dell’uomo e degli altri mammiferi, sinon. di dentina.
3. Nel linguaggio com. il termine è usato per distinguere un particolare tono di bianco, il bianco a., ed è assunto spesso come termine di similitudine: ha i denti d’a., bianchi come l’a., cioè bianchissimi. Nel linguaggio poet. è simbolo del candore della pelle: mani, collo, seno d’a.; Candido leggiadretto e caro guanto, Che copria netto a. e fresche rose (Petrarca); Di terso a. era la fronte lieta (Ariosto). Per l’espressione fig. torre d’a., v. torre.
4. A. vegetale: sostanza simile all’avorio di origine animale, ricavata dai semi di varie palme della zona tropicale, usata spec. per bottoni.
5. Carta avorio: tipo di cartoncino ricoperto con colla e gesso.
6. Punto avorio: tipo di trina, sinon. di puncetto.

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