Hollywood
Ogni mattina, per guadagnarmi da vivere,
Vado al mercato dove si comprano le bugie.
Pieno di speranza
Mi metto tra chi vende.
Bertolt Brecht
menzognere, belle,
le mie mani indugiano,
poi,
si scostano
e tutto finisce...
Hollywood
è un distretto della città di Los Angeles, in California, situato a nord-ovest del centro cittadino. La popolazione è stimata sulle 300.000 unità (i distretti di Los Angeles non hanno confini ufficiali).
Nonostante non sia una città, ma un distretto, è detta "La città dei V.I.P." e il debutto di molti film americani avviene nei suoi immensi cinema. Inoltre, in una delle sale di Hollywood, vengono consegnati i premi Oscar.
È formata da bassi edifici e da larghe strade e viali posti ai margini delle due celebri vie, Sunset Boulevard e Wilshire Boulevard; all'interno raccoglie i grandi teatri di posa (21 nel periodo di massima prosperità) e le abitazioni degli attori, dei registi e dei produttori, situate in genere alle pendici della vicina collina di Beverly Hills. Sia in questo quartiere della città losangelina che nei non distanti centri di Burbank, Glendale, Culver City e Santa Monica sorgono inoltre stabilimenti di sviluppo e stampa dei film, di sincronizzazione e così via.
Il nome Hollywood (che significa letteralmente "bosco di agrifogli") sarebbe stato coniato nel 1886 dall'imprenditore H.J. Whitley, definito il "padre di Hollywood" per le grandi opere che realizzò come l'Hollywood Hotel e la Banca di Hollywood. Il nome venne poi utilizzato la prima volta ufficialmente su di un atto notarile da H.H. Wilcox, quando vi impiantò la sua azienda agricola di 160 ettari nel 1887.
A partire dagli anni venti la storia di Hollywood venne ad intrecciarsi con la storia stessa del cinema americano: alla fine del XIX secolo Hollywood doveva essere ancora un ranch, divenuto un villaggio soltanto agli inizi del secolo successivo.
L'incremento demografico e la fama di "mecca del cinema" arrivarono non molto più tardi, nel 1910, più o meno grazie alla lotta per i brevetti cinematografici, scatenatasi negli Stati Uniti proprio in quegli anni (con esattezza nel 1907): quella che allora rappresentava la più potente compagnia, la Motion Picture Patents Company, monopolizzava tutti i brevetti, impedendo ai concorrenti di realizzare film; da New York e maggiormente da Chicago (che era allora il centro della produzione cinematografica) i produttori indipendenti iniziarono a trasferirsi con le loro troupe in California, stato in cui il monopolio della MPPC non era legalmente valido, e fu così che giunsero ad Hollywood. Il villaggio venne scelto sia per le favorevoli condizioni climatiche sia per la vicinanza al mare, alle montagne e al deserto (quello di Mojave), ambienti che si prestavano chiaramente come ottimi sfondi naturali per girare gli "esterni" per i vari filoni cinematografici.
Già nel 1920 Hollywood era divenuta il centro dell'industria cinematografica americana per eccellenza, e qui nacque e si sviluppò su vasta scala il fenomeno del divismo, non senza tuttavia alcune conseguenze negative. Benché fosse ricercata per il lusso e la popolarità che la più grande macchina di produzione per il grande schermo poteva offrire, il tutto alimentato dalle cronache mondane e dagli uffici stampa pubblicitari, non va dimenticata l'immensa folla di questuanti che, provenienti da ogni parte dell'America ma anche dall'Europa, attendevano invano l'occasione propizia per inserirsi nel mondo del cinema: anche scrittori famosi, chiamati a Hollywood, si adattarono alla vita di soggettisti e sceneggiatori e spesso il lavoro non venne neppure utilizzato (è il caso di Scott Fitzgerald). Su tutto regnavano i produttori i quali, prima che le ragioni artistiche, valutavano le qualità commerciali di un'opera. Dagli anni Trenta gli studios di Hollywood svilupparono una maniera di fare cinema che tutt'oggi è un punto di riferimento in tutto il mondo: il cinema narrativo classico.
La storia di Hollywood è segnata da un graduale ma quasi inarrestabile declino della sua fortuna nel secondo dopoguerra. Molteplici furono i motivi di questa decadenza, tra cui una legge antitrust che, impedendo la concentrazione di numerose attività economiche legate al cinema nelle mani di poche industrie, causò una crisi delle grandi compagnie cinematografiche; a questo si aggiunse la concorrenza della televisione e il distacco del pubblico giovanile. Di conseguenza furono inevitabili la riduzione del numero di film prodotti, lo spostamento di numerose produzioni a New York o in Europa (per es. a Cinecittà), la chiusura di numerosi studi.
Negli anni settanta si registrò un miglioramento della situazione; i produttori cinematografici, infatti, riuscirono a superare la crisi a tutti i diversi livelli elencati. Le produzioni si attennero a politiche di decentramento delle attività, con ampi ricorsi a produzioni televisive (molti telefilm che vediamo ancora oggi sui nostri teleschermi sono prodotti delle grandi case hollywoodiane). Hollywood resta, comunque, il sogno di centinaia tra coloro che desiderano far carriera "sul grande schermo", il più grande centro di produzione filmica passata e presente, la casa del film per antonomasia.