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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 30 novembre 2019

Vecchio

I vecchi che mi scrivono e so bene perché
i figli chissà dove, i giorni vuoti.

Vecchi tanto per dire, hanno i miei anni,
ma io ai miei non credo,
il passato è una curva
di là da quella io confondo i nomi.

E a chi sa a chi la vede –
confusamente –
cosa ne può importare?
Io non so abitare
che la giovinezza
io nello zaino ho solo la speranza
.

Anna Maria Carpi
da "Far misteri fra parola e cosa"

tutti potremmo diventare vecchi,
si spera, almeno per molti;
dopo gli acciacchi, le pene, i sospiri,
saremo pronti? In attesa? Vigili?..


vecchio - ■ agg.
/'vɛk:jo/ [dal lat. tardo e pop. veclus
per il lat. class. vetulus, dim. di vetus "vecchio"].
-TRECCANI-

a. [di persona, che ha un'età avanzata: due v. sposi] ≈ (lett.) annoso, anziano, attempato, avanti negli anni, (poet.) prisco (ant., poet.) veglio. ↑ (lett.) vetusto. ↔ giovane, in fiore, in verde età, nel fiore degli anni (o dell'età).
b. (estens.) [che ha le caratteristiche fisiche della vecchiaia: un viso v.; un organismo v. e stanco] ≈ appassito, avvizzito, invecchiato, senescente, senile, sfiorito, svigorito, vizzo. ↔ fiorente, florido, fresco, gagliardo, giovane, giovanile, rigoglioso, sano.
c. (fig.) [che ha le caratteristiche psicologiche della vecchiaia: un animo, un cuore v.] ≈ fiacco, senile, spento. ↔ gagliardo, giovane, giovanile, vitale, vivace, vivo.
d. (estens.) [di persona, che ha un'età maggiore rispetto a un'altra: ha trent'anni e suo fratello è di quattro anni più v.] ≈ anziano, grande. ↔ giovane, piccolo.

venerdì 29 novembre 2019

Amnesia


Amnesia

Giorno per giorno qualche nome si eclissa
dalla mia lingua e dalla mia memoria,
usuali parole come sedia bottiglia
Oh, trafelate corse per riprenderne
possesso! Annaspo naufrago
in un mondo che sempre più smarrisce
i suoi eoni, balbetto
come Mosè presso il roveto ardente.


E con nervoso tremito pronuncio
casa farfalla mela
per esorcizzare la buia notte
che si avanza a grandi passi;
ma poi casa precipita, farfalla
si polverizza in porpora,
mela mi è tolta divorata dal verme
che abita il mio cervello.
 
Come mi muoverò, poeta senza
gli amati nomi succo delle cose,
tra i buchi d’un saccheggiato universo?

Fernando Bandini


amnesia
Il termine  si riferisce ad una situazione caratterizzata dalla perdita o alla diminuzione della memoria legata ai ricordi che riguardano fatti, informazioni ed esperienze
(può essere episodica, retrograda, etc. ed avvenire in un lasso di tempo non sempre ben definito).
Generalmente, non è collegata alla dimenticanza della propria identità: le persone con amnesia (chiamata anche sindrome amnestica), infatti, contrariamente a quanto viene spesso rappresentato in molti film, di solito sanno chi sono anche se possono avere problemi nell'apprendimento di nuove informazioni e nella formazione di nuovi ricordi. (dalla rete)

scordarsi le cose, per poco,
quando è troppo è malattia avanzata;
piccoli smemorati crescono al vento
di ricordi a volte troppo pesanti.

giovedì 28 novembre 2019

Affetti

A sera, a notte, la notte tutta
è festa, luce coatta, e tutti frateli
e tutti
così nel bene e nel male
su questo inclinato Titanic terrestre.
Tremano solo nel fondo. Nel buio degli occhi
è il guizzo, l'assillo:
essere amati.
E langue il flauto: la vera gioia sei tu,
cuore dell'altro.

Cuore dell'altro,
forse senti qualcosa, forse
hai memoria, a volte sembra
che qualcosa vorresti,
ma non dai a vederlo,
ah, non c'è tempo,
sei già passato ad altro
e perché non lo sai.

Anna Maria Carpi
da "Far misteri fra parola e cosa"

L'affetto
(dal latino adfectus, da adficere, cioè ad e facere,
che significa "fare qualcosa per") è un sentimento di attaccamento a qualcuno o qualcosa.
Può infatti essere esteso a creature animali o vegetali e persino a particolari oggetti, questi ultimi soprattutto se ricollegati ad una persona cara o a dei ricordi.
(da Wikipedia)

sempre di affetti parliamo,
quando temiamo il distacco,
quando siamo soli nel buio;
rimedio naturale al vivere è morire...

mercoledì 27 novembre 2019

Sciocchezze #4



Sciocchezze #4

Continua la pioggia e mi irrita,
siamo animali che amano il sole...


Gujil

martedì 26 novembre 2019

Haiku e cinciallegra


La cinciallegra
(Parus major) è lunga circa 15 cm ed ha un piumaggio verdastro nelle parti superiori e giallastro in quelle inferiori, il vertice e la gola sono nere, le guance bianche ed una striscia nera longitudinale attraversa l'addome. Molto attiva, curiosa e allegra, la cinciallegra scende di rado al suolo. Il suo canto è semplice, ma non sgradevole, e le sue note sono limpide e chiare come suoni di campanelli.


Haiku n°30

cince paffute cinguettano

semi scomposti e larve nascoste
l'autunno insegna loro a cercare.

Anonimo
del XX° Secolo
Haiku

Nonostante abbia un'indole socievole si dimostra poco tollerante con gli altri uccelli. Si è assistito ad episodi in cui un esemplare debole o malato fosse assalito e maltrattato a morte da un suo simile. Non di rado attacca anche uccelli di dimensioni maggiori, ai quali può provocare gravissimi danni assalendoli di sorpresa nel tentativo di fratturare loro il cranio con il becco. Se ne ha l'occasione non esita ad uccidere i nidiacei di altri uccelli. Caratteristico risulta il suo continuo svolazzare tra i rami e l'appendersi a testa in giù per beccare formiche e pidocchi delle piante lungo i rami.
E' un uccello voracissimo, si ciba prevalentemente di insetti, e loro larve, e continua ad ucciderne anche quando è sazio. Nel periodo invernale arriva a snidare le api rinchiuse negli alveari. Sminuzza il cibo con il becco tenendolo saldo con le zampe come fanno corvi e cornacchie. Quando il cibo abbonda ne tiene da parte delle riserve per i giorni di magra. Completa la sua dieta con ragni, piccoli molluschi, lombrichi, frutti e semi.

lunedì 25 novembre 2019

Urna

Urna di vetro

Ho provato a seppellirmi, per un poco,
dietro la porta, seduto tra le ante
della piccola bussola. -
                    tutta la botanica del creato
- di là dai vetri, è ridotta a un vialetto
con una quercia, i cedri,
e due emerocallidi.

                    I godimenti di una volta,
quando l'organismo era me stesso
secondo il desiderio - tutta la materia, credo,
vibri così, trascorsa dalla vita,
anche gli antri aridi dei vulcani, quando fuoriescono
le lave che si consolidano, e che s'imponga sempre la giovinezza
per i canalicoli seminali.
                    Come può darsi
che uno come me, senza castità,
possa un giorno salire sino a un eremo,
distaccarsi in preghiera, esalarsi di sera

se non nel maggio, trascinando con sé un'intera foresta
e la volatile polvere dei suoi profumi,
che apre le bocche dappertutto
per nutrimento, per amore?

Questa è un'urna di vetro - ma all'esterno
le generazioni metodiche delle ombre
si spostano, e un tepore penetra il legno,
dà sussulti, scotimenti, moti
d'atomi:
e anche le parole sono fiato, soglia dell'audiogramma,
energia-materia
che rientra nell'eterno.

Pier Luigi Bacchini


Un' Urna
è un recipiente in forma di cassetta, con un'apertura sulla parte superiore, destinato a custodire le cose per impedirne il degrado e mantenerne la conservazione più a lungo possibile nel tempo.
Quelle  fatte di vetro permettono di vedere il loro contenuto anche se non lo proteggono dall'azione negativa esercitata dalla luce. 
(dalla rete)

nelle rune riponiamo noi stessi,
oppure le cose che vogliamo conservare;
tramandare reliquie fa parte dell'uomo,
cerchiamo di fermare la nostra fragilità...



domenica 24 novembre 2019

Il mio nome?


che t'importa del mio nome?
Esso morirà, come il triste rumore
Dell'onda, che batte contro una lontana riva,
Come un suono notturno in un profondo bosco.

Esso sul foglietto di un album
Lascerà una morta traccia, simile
Al ricamo di una iscrizione tombale
In una lingua sconosciuta.

Che c'è in questo nome? Da tempo dimenticato
Nelle agitazioni nuove e ribelli,
Alla tua anima esso non darà
Puri, teneri ricordi.

Ma nel giorno della tristezza, nella quiete,
Pronuncialo con nostalgia;
Di': c'è una memoria di me,
C'è al mondo un cuore nel quale vivo
...



Aleksander Puskin


quanti sogni, pensieri, voli;
eppure siamo persone di requie,
un angolo caldo e ristoro...
quante domande nella vita,


Il Nome è quella parte del discorso che nelle grandi lingue del mondo occidentale si contrappone alla categoria del verbo, da cui si distingue per la flessione detta ‘declinazione’, sebbene esistano forme nominali tratte dal sistema del verbo (‘coniugazione’), come participi, infiniti, gerundi, nomi d'agente, nomi d'azione; la nozione di nome si associa a quella di ‘individuazione, precisazione’.