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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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venerdì 15 novembre 2024

Carme 60 (Scilla)

60

Una leonessa sui monti di Libia o Scilla
che dentro ringhia sordamente, chi,
chi t'ha generato con l'animo cosí inumano
e duro da disprezzare il grido che t'implora
nella sventura estrema, cuore, cuore selvaggio?

Publio Valerio Catullo 

Domande percuotono la mente
durante i freddi pensieri e Novembre
conduce a mano le impalpabili nebbie;
rimane gelo nel cuore, anche ora... 
 
Nel carme 60 Catullo si rivolge all’amata, che molti identificano con Lesbia, che ancora una volta ignora o peggio, deride, le sue attenzioni e le sue premure; questa viene paragonata agli esseri più crudeli che riesce a immaginare Catullo, come le leonesse di Libia o il mostro Scilla, in effetti insultandola, al fine di sottolineare la sua cattiveria e sperare forse in un pentimento che possa portare la sua amata a considerarlo ancora.
(dalla rete)

giovedì 14 novembre 2024

Protocollo cittadino #148 (sole novembrino)

Sole di novembre: dettato sull’autunno per i bambini della scuola primaria. Un testo breve, scritto da Renato Fucini, con una equilibrata combinazione di difficoltà ortografiche e adatto ai bambini che frequentano le classi seconda e terza della scuola primaria. Un testo che può essere usato in un percorso sull’osservazione dell’autunno e dei suoi splendidi colori.

Sole novembrino
 
Ancora e adesso mi sento
precario e impreparato al sole
che scalda un Novembre qualunque;
sarò come sempre all'altezza...
 
Gujil

 
dettato per la scuola primaria
 
Il primo sole di novembre si affaccia malinconico alle utile cime della montagna, già biancheggianti per la neve caduta di fresco.
Esso, mandando i suoi languidi raggi attraverso i rami brulli dei castagneti, tinge di rosa la croce di ferro del campanile e l’asta della bandiera confitta sulla vecchia torre del castello.
Qualche nuvola bianca sta fissa sui monti più lontani, uno strato bigio di nebbia allaga la pianura, e il villaggio dorme ancora sotto un freddo e splendido sereno d’autunno.
Renato Fucini
 

mercoledì 13 novembre 2024

Poesia e riflesso

L'altro

L'Iddio che a tutto provvede
poteva farmi poeta
di fede; l'anima queta
avrebbe cantata la fede.

Mi è strano l'odore d'incenso:
ma pur ti perdono l'aiuto
che non mi desti, se penso
che avresti anche potuto,

invece di farmi gozzano
un po' scimunito, ma greggio,
farmi gabrieldannunziano:
sarebbe stato ben peggio!

Buon Dio, e puro conserva
questo mio stile che pare
lo stile d'uno scolare
corretto un po' da una serva.

Non ho nient'altro di bello
al mondo, fra crucci e malanni!
M'è come un minore fratello,
un altro gozzano: a tre anni.

Gli devo le ore di gaudi
più dolci! Lo tengo vicino;
non cedo per tutte Le Laudi
quest'altro gozzano bambino!

Gli prendo le piccole dita,
gli faccio vedere pel mondo
la cosa che dicono Mondo,
la cosa che dicono Vita... 

Guido Gozzano

Nel chiedersi cose si crede
di avere soluzioni concluse
in attimi, speciali attenzioni;
siamo spesso preda dei venti...

martedì 12 novembre 2024

Occhi verdi

Eppure- chissà – là dove qualcuno
resiste senza speranza,
è forse là che inizia la storia umana,
come la chiamiamo,
e la bellezza dell’uomo.

Ghiannis Ritsos

Estese, vaghe visioni improntano
due chiare finestre sul mondo,
come gocce di acqua smeraldina
che scendono rigando le gote... 
 
Gli occhi verdi sono i più rari. Le persone che hanno gli occhi di questo colore, si contraddistinguono per essere soggetti indipendenti, imprevedibili e che si arrabbiano raramente. Questi soggetti sono molto misteriosi, originali, creativi e persino affascinanti (dalla rete).

lunedì 11 novembre 2024

Protocollo cittadino #147 (Aspettando)

Aspettando

 Camminerò nel freddo oggi
e l'attesa poi come un arrivo
di cose da fare, di gesti e di calma;
sono sempre un uomo d'affetti...

Gujil
 
Aspettando, 
 Prevedere, 
con speranza o timore.

domenica 10 novembre 2024

Poesia e riflesso

Il calcio a volo

Ventidue figure incrostate di fango che
si battono su un campo fangoso.
Un acuto abbaiare di numeri,
Quelli della prima fila si stringono gli uni agli altri,
Quelli della seconda si rannicchiano per avventarsi
Sugli uomini che cercano di passare.
Il fradicio tonfo di una pelle di porco presa a calci,
E sale il pallone sempre più in alto nell’aria
Mentre, sporche e infangate,
le figurine schizzano via sul campo. 

Ernest Hemingway

Campi con erba scomposta
mi ricordano giochi di fanciullezza;
legato alle immagini televisive
ora non ho che rimpianto...


 

 

sabato 9 novembre 2024

Abbraccio

Virgo fragilis

Un languor di stanchezza io riconosco
nel volger delle tue pupille schive.
Fragil tu sei com'edera di bosco
che solo a un tronco avviticchiata vive.

Come l'acqua tu sei, che in ogni chiosco
verde si lagna e geme in fratte e in rive,
finchè tremando, giù pel greto fosco,
sposi al fiume le sue acque giulive.

Si porgono le tue docili mani,
sè stesse offrendo a una catena grave
con fervor d'umiltà nei gesti piani.

L'anima tua in fondo a' tuoi sfuggenti
occhi, saprà sorridere soave
sol quando per amare s'annienti. 

Amalia Guglielminetti

Non fu poi così bello e gioia,
ricordo il timore e il freddo;
ora resta il calore lontano
di quel tiepido abbraccio... 
 
Un abbraccio 
può variare da una breve stretta di un secondo, con le braccia non completamente attorno all'altra persona, a una presa estesa. La durata di un abbraccio in ogni situazione è socialmente e culturalmente determinata.
(dalla rete)

venerdì 8 novembre 2024

Un ricordo e la scighera

Ricordo

Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell’ora in cui l’aria s’arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l’arcata del cielo.
Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.
Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.

Giorgio Caproni

 
 La scighera 
(/sci-ghé-ra/, pronunciato [ʃi'ge:ra]) 
è il modo con cui tradizionalmente i milanesi chiamano la nebbia.
La parola ha una etimologia tutta sua e deriverebbe direttamente dal latino caecus (cieco) e indica proprio qualcosa che acceca, che impedisce di vedere oltre il naso.
 
 Dei mesi freddi è il buio
costante presente a luci fioche
diradanti le nebbie padane
baci come tiepidi messaggi...
 
Quella nebbiolina bassa bassa, che sale con lente volute dalle strade, dai marciapiedi, dai prati, che si insinua nei cantieri e nelle fabbriche abbandonate, confondendo il vecchio e il nuovo, il vicino e il lontano un tempo veniva chiamata scighera.
La scighera (ciamada anca gheba, nebia o borda se la visibilità l'è sotta de 1 km, ghiberinna o nebiètta quand che la visibilità a l'è pussee de 1 km ma de men de 10Km) (dalla rete).

giovedì 7 novembre 2024

Quando..?

Caspar David Friedrich


"Riva del mare al chiaro di luna"
Quando

Ripieghi indistinti affiorano
da queste nebbie autunnali,
quando il cuore geme rimane
quel senso di vuoto, di stanco.
 
Le rive del fiume, bagnate
di umidi sentori tracciano
percorsi indistinti, vaghi,
quando la luce li investe.

Orsono un contesto solo
come un manto impalpabile
velante i miei occhi spossati
quando resta rimasuglio di gioia.

Si scorge indistinta profilare la costa
al navigante sì cara e lontana
come una prece devota scontata 
quando cessa violenta burrasca.

Anonimo
del XX° Secolo
"Poesie ritrovate
"
 
 
quando /quàn·do/
avverbio e congiunzione
  1. avverbio
    Come avverbio interrogativo definisce il tempo come un punto sia in proposizioni interrogative dirette ( q. sei nato? ; q. ritornerai? ), sia in quelle indirette ( gli domandò q. era nato, q. sarebbe tornato ).
  2. congiunzione
    Come congiunzione può introdurre una proposizione relativa temporale ( proprio in questo giorno q. tutto sembrava andare per il meglio, nel quale tutto ecc.), oppure avere valore tipicamente temporale ( q. si faceva vedere, tutti tremavano).

mercoledì 6 novembre 2024

Paura (della paura)

Il cane nella casa bianca 

«Ti dico che è una vita da cani qui
Il mio padrone non tollera cani arroganti
Così cerco di adeguarmi e gli lecco le scarpe di tanto in tanto
proprio come fa ogni
scimmia quando vede un'altra scimmia farlo
e ho una certa posizione qui
sono un Cane da Guardia» 

Lawrence Ferlinghetti

La paura ha tante facce e tanti nomi, è un’emozione potente ed un sentimento che ci blocca ed ostacola il naturale sviluppo di ogni essere vivente. In un’epoca di crisi come quella in cui viviamo abbiamo necessità di sentirsi sicuri e forti, per questo abbiamo paura della paura... 

Il tempo delle sconfitte, nero
avanza la notte del cuore;
"mala tempora..." e sale
un senso di profonda paura... 
 
La paura ha una grande utilità, che ci costringe ad uscire dalla nostra zona di confort, oltre che fuggire da tutte quelle situazioni di tensione che possono agire sul benessere psico-fisico. Quando la paura c’è e si fa sentire è bene agire con il coraggio, ovvero agire con il cuore, senza abbandonarsi ad un senso di solitudine e di insoddisfazione. Gestire la paura significa saper seguire il cuore e seguire quella voce interiore che ci dice cosa è meglio per noi.
(Rossella Panigatti - La paura della paura)