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L'ombra è l'opposto del sole, ma si nutre di esso.
Un cielo grigio non genera ombre: nessun contrasto, nessun pensiero.


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sabato 6 settembre 2025

Organetto

L'organetto

Hai tu la notte mai, giacendo in letto
Fra sonno e veglia a tard’ora sospeso,
Hai tu la notte mai da lunge inteso
Singhiozzar nella strada un organetto?

Singhiozzar lento, affaticatamente,
Un’aria dolce che piange ed implora,
Un’aria udita da fanciul sovente
E non scordata più dopo d’allora?

Sono povere note di soprano
Un po’ rauche, un po’ rotte, un po’ stonate;
Ma singhiozzan nel bujo e di lontano
Così dolenti, così sconsolate!

E tu pensando ai dì fuggiti, al santo
Riso materno, ad un perduto amore,
Piover ti senti giù dagli occhi il pianto,
Senti una lama che ti passa il core.

Arturo Graf

Bellini Enzo
"Suonatore di organetto", china, 1979
Organetto 

L'organetto è uno strumento musicale a mantice appartenente alla famiglia degli aerofoni (strumenti il cui suono è generato da un flusso d'aria).
L'organetto usa la scala diatonica, mentre la fisarmonica utilizza la scala cromatica.
L'organetto è uno strumento "bitonico": ogni tasto premuto emette due suoni a seconda della direzione del mantice, mentre la fisarmonica è "unitonica".
(dalla rete)

L'eterno potere della musica,
ora la sento poco, lontana, sola;
nella presenzialità del quotidiano
diventa mera utopia, anche lei...

domenica 20 aprile 2025

Corno (da caccia)

Corno Inglese

Il vento che stasera suona attento
– ricorda un forte scotere di lame –
gli strumenti dei fitti alberi e spazza
l’orizzonte di rame
dove strisce di luce si protendono
come aquiloni al cielo che rimbomba
(Nuvole in viaggio, chiari
reami di lassù! D’altri Eldoradi
malchiuse porte!)
e il mare che scaglia a scaglia,
livido, muta colore
lancia a terra una tromba
di schiume intorte;
il vento che nasce e muore
nell’ora che lenta s’annera
suonasse te pure stasera
scordato strumento,
cuore.

Eugenio Montale 

 Il corno inglese è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia, appartenente alla famiglia degli oboi. È un oboe più lungo e più basso, intonato una quinta sotto l'oboe, e ha un suono caratteristico, spesso descritto come pastorale e malinconico (dalla rete).

Suoni di caccia e bruma,
campagna all'inglese e mist.
torno con la mente al vento
riappare Cornwall negli occhi...

lunedì 2 dicembre 2024

Bongos

Visioni rubate

Chi ha rubato i miei bonghi?
Chi ha fermato il battito al cuore della città?
Non più sante ciambelle ribelli &
frenetiche danze zen tra veli narcotici
Mentre hipster barbuti & eremiti tropicali
perdono spontaneamente la testa
Soffiando acuti lamenti beep bob
urlando folli grrrroar & strilli-guaiti a go-go
Versando benzina sull’er(b)a della bomba h,
celebrando la nostra (o)scena
Trasformando la grigia inquadr-ealtà
in un cerchio d’amore sempreverde.

 Karen Blessed

Preda di un inconscio stuprato
il seme dell'indifferenza assolve
peccati commessi in giovane età;
distolgo lo sguardo e medito...

Il bongo, generalmente definito al plurale Bongos (in spagnolo: bongó), è uno strumento musicale a percussione.
È costituito da una pelle di origine africana a una sola membrana (posta nella parte alta) e di un risuonatore di legno a corpo doppio con due suoni di diversa altezza: medio e acuto.
Si percuote con una o più dita a seconda dell'intensità desiderata.
È usato nella musica latina.
In Africa il bongo si usa in occasione di danze, feste e riti.
In genere questo tamburo viene fabbricato a mano usando una pelle di vero animale, solitamente di capra.

(da wikipedia)

domenica 1 dicembre 2024

Poesia e suono di corno

 
Freddo e aria

Freddo e insieme aria
fredda, come i pensieri
nell'unico attimo di requie
ritornano i dubbi e la via
si restringe, è preclusa.

In continui avvisi di come
ripassare ciò che è stato,
rincuora un suono di corno
al mattino, tra la nebbia,
come sereno orizzonte.

Anonimo
del XX° Secolo
Poesie ritrovate

Il corno da caccia è un aerofono a bocchino, usato originariamente in ambito venatorio e successivamente passato in ambito orchestrale e bandistico militare. Lo strumento è alla base del corno moderno (da wikipedia).

mercoledì 16 ottobre 2024

Lume a petrolio

La lampada a cherosene o lampada a petrolio è un sistema di illuminazione, ancora utilizzato, che sfrutta come fonte di energia la combustione del cherosene o di altri oli animali o vegetali. 
(da wikipedia)

Il lume a petrolio

Questo grigio d’opale d’ogni vuota
bottiglia che rammemora la luce,
e la sera si dedica all’ignota
che veglia la sua mano mentre cuce.
L’appannato liquore, un taglio obliquo
nel vetro, si consuma questa cera
d’impronte vane, resta un lume esiguo
di trasparenza per la notte nera.

Alfonso Gatto

Temporali improvvisi e candele
a rischiarare paure ancestrali;
ricordi da bimbo sbiaditi nel cuore
passato incrinato, pace e dolore... 
 
La lampada è composta da un bulbo contenente il combustibile, uno stoppino che va dal bulbo all'esterno e un "coprilampade" aperto di vetro che permette quindi il passaggio dell'ossigeno indispensabile per attivare il processo della combustione e l'intensità della fiamma stessa.
Durante la combustione il cherosene risale lungo le fibre dello stoppino per  il fenomeno di capillarità garantendo così un rifornimento costante di combustibile alla fiamma.
In passato, prima della scoperta della raffinazione del petrolio (o altri oli minerali), si usavano oli vegetali o di balena (i quali producevano molto fumo e poca luce).

giovedì 30 novembre 2023

Protocollo cittadino #108 (Buio!)

Buio!

Improvviso il buio irrompe,
tutto è scuro e si teme;
una candela come salvezza
quel poco di luce, di sicurezza...
 
Gujil
 
Candela
 
La candela è uno strumento di illuminazione tipicamente costituito da uno stoppino immerso in una colonna di combustibile solido, in genere un qualche tipo di materiale ceroso.
(da wikipedia)

domenica 15 gennaio 2023

Sciaterica (scioterica)

Il movimento del nostro orologio da polso è meccanico o al quarzo, quello della meridiana è il Sole che con le sue ombre scandisce lo scorrere delle ore sul quadrante. Lo studio delle ombre solari (
Sciaterica o scioterica)  è stato alla base delle prime osservazioni scientifiche e fu applicato in astronomia fin dai suoi inizi (dalla rete).

Del tempo scorgo solo l'ombra

Del tempo scorgo
solo l’ombra,
se mi volto
mi scivola addosso
e mi pesa
quel che pur m’appare
lontano e leggero.
Fermo nell’istante
osservo il futuro
che mi viene incontro,
con un volo
ahimè
basso e breve.

Clirim Muça

 
Nel buio rivedo confini
spesso evasi, sconvolti;
nel senso delle cose individuo
il fare, a volte sconnesso...

La meridiana, detta anche, impropriamente, orologio solare o quadrante solare, è uno strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole
In senso stretto, con meridiana si deve intendere unicamente l'indicatore del passaggio del Sole a mezzogiorno, anche se nella sua accezione più generale il termine viene utilizzato per indicare, erroneamente, gli orologi solari presenti sui muri degli edifici. 
Il termine "quadrante solare", che caratterizza 'non' le meridiane bensì gli orologi solari, trae la sua origine dal latino quadrans che indicava nel Rinascimento la quarta parte di cerchio sulla quale veniva generalmente tracciato un orologio solare portatile, denominato appunto quadrante
Tuttavia, il suo significato è stato generalizzato nel linguaggio popolare, in tempi moderni, divenendo sinonimo di meridianae  orologio solare
A differenza dell'orologio solare, la meridiana indica ogni giorno, lungo una linea retta, l'istante in cui il Sole transita sul meridiano del luogo. Gli orologi solari e le meridiane erano già conosciuti nell'antico Egitto e presso altre civiltà, e successivamente tra quella dei Greci e dei Romani. L'origine di questa scienza è tuttavia ancor più antica rispetto alla civiltà egizia e le prime testimonianze risalgono addirittura al Neolitico. Lo studio degli orologi solari è chiamato gnomonica o, meno frequentemente, sciaterica (da wikipedia).

martedì 7 dicembre 2021

Flauto

Il flauto

Stanotte liberami dalla verità dello specchio
Chiamami, perché la notte sta per finire, e l’alba è già qui
In questa spiaggia dove ho confinato me stessa
Lascia che io mi riconosca
L’inverno ha lasciato una cicatrice azzurra sulle mie spalle
Invitami alla verde stagione primaverile
Che ne sai della paziente melodia del mio silenzio?
Fammi accordare con il flauto
L’infausto bruciare della fiamma sta scritto sulle ali della falena
Fammi andar via dalla buia moltitudine della creazione
Sono già stata condannata al tormento della segregazione
Stanotte liberami dalla verità dello specchio

Ziagol Soltani 

 

 

FLAUTO
(prob. di origine onomatopeica;
fr. flûte; sp. flauto; ted. Flöte; ingl. flute
- TRECCANI -

 

Si usa col vocabolo flauto indicare, per quanto non esattamente, quegli antichi strumenti a fiato che prendevano presso i Greci il nome di αὐλός e presso i Latini quello di tibia.
Ora questi strumenti formati di tubi di diversa grandezza avevano anche imboccature di diverso genere e comprendevano oltre che strumenti a imboccatura naturale, anche strumenti ad ancia del genere del nostro clarinetto e degli oboi.
Alcuni flauti poi erano a tubo doppio.

 

  il suono melodioso arriva nel profondo,
istanti di inaspettata requie mi avvolgono;
il pensiero è contiguo, costante e indecente
lo specchio riflette il cuore che batte...

 


sabato 2 ottobre 2021

L'istantanea

L'istantanea

Voi non vedeste questa mattina,
mentre uscivamo per la tranquilla
via solitaria di casa, ed io,
guardando i fiori di mussolina
che trasparivan su un nastro lilla,
dimenticavo di dirvi addio,

voi non vedeste, poco lontano,
il «pocket kodak»  d'una britanna
dal dolce viso lentigginoso,
lunga e sottile come una canna,
che sorprendevaci, la mano in mano,
nel nostro idillio silenzioso.

 Così la piccola fotografia,
entro le pagine d'un albumetto
con i ricordi di Roma bella,
con i costumi di Ciociaria,
le guardie svizzere, l'antico Ghetto,
San Pietro, il Foro, la Navicella ,

andrà lontano, lontano assai,
verso la casa dell'inglesina,
verso un salotto sovra il Tamigi
freddo e nebbioso, donde più mai
vedrà il sol biondo di stamattina
romper ridendo dai cieli grigi.

A volte forse con l'esil mano
alle sue magre pallide amiche
l'ospite bionda ci mostrerà:
a volte gli occhi ceruli, invano
rievocanti le spiaggie apriche
su noi nostalgica rivolgerà,

ché fra le cose rammemoranti
tutto il Baedeker del suo viaggio
la ricordanza più seducente
le saran forse gli ignoti amanti
che in un giocondo mattin di maggio
ella intravide fuggevolmente.

Passeran gli anni. Quanti tramonti
entro al Tamigi s'affogheranno
fra l'alta neb~ia! Diverrem vecchi,
scoloriranno le nostre fronti,
e le memorie scoloriranno
fra i mazzolini di fiori secchi.

E nella piccola fotografia,
un po' sbiadita, noi resteremo
come persone d'un'altra età:
con una pallida. malinconia
ancor la mano ci stringeremo:
ma l'amor nostro dove sarà?

Oh, chi sa dove saremo, amica,
chi sa che avremo nel cuore stanco,
dove saranno quest'ore liete!
Noi già saremo la moda antica:
il vezzo d'ambra, l'abito bianco,
cose lontane... Perché piangete?

Guelfo Civinini
da "I sentieri e le nuvole"

 

Istantanea
 
La fotografia istantanea è un tipo di fotografia che permette di ottenere stampe fotografiche in tempo relativamente breve a seguito di uno scatto. 
Le più popolari macchine fotografiche in grado di eseguire questa tecnica erano prodotte dalla Polaroid Corporation e da Kodak.
(da wikipedia)

non ho che poche immagini a dirmi
chi fosti, chi ero, che fu
il contesto è cambiato, moderno
scenario che stempera affetti...

domenica 24 gennaio 2021

L'organetto di Barberia

L'organetto di Barberia

Nella piazza che inghirlandano le rondini
al cuor ci scendi, canzone lontana.
In un solco di scivoli giocondi
son fuggite le fanciulle che ascoltavan borbottare la fontana.

– L’organetto di Barberia! –
son tornate danzando in tondo
– L’organetto di Barberia
col suo musico vagabondo. – 

Al cielo, al cielo prima che il sole muoia
i tinnuli campanelli della gioia.
Dentro l’erba della brughiera lustreggiante
affondiamo la tarantella zoccolante. 

– L’organetto di Barberia!
O fanciulle, giostriamo in tondo.
L’organetto di Barberia
con le danze di tutto il mondo. – 

Sergio Ortolani


L'organo a rullo o a cartone, detto anche
organetto di Barberia

in onore del suo inventore Giovanni Barbieri che lo elaborò nel 1702, è uno strumento musicale meccanico realizzato con una serie di canne e un mantice o soffietto, in maniera piuttosto simile ad un organo o quanto meno a un organo a pompa, e da un cilindro con delle sporgenze simili a chiodi o punte che corrispondono, in base alla posizione, ad una particolare nota.
Il cilindro viene chiamato in inglese "barile" (barrel), ma è molto più piccolo dei barili utilizzati come contenitori.
Di solito l'organo è costruito con legno e metallo e finemente lavorato e ben rifinito; evidentemente molto resistente, dal momento che la maggior parte di quelli ancora esistenti hanno mantenuto nel tempo la stessa efficienza e precisione nonostante l'evidente lavoro meccanico al quale il gran numero di aste e leverismi è soggetta nell'uso.
La rotazione continua del cilindro, attraverso una vite senza fine e una ruota dentata che fa girare lentamente il cilindro, fa sì che i chiodi tocchino le leve sollevando un pistoncino che apre la valvola che lascia fuoriuscire l'aria dal mantice nella canna d'organo.
Il mantice è azionato dallo stesso meccanismo per mezzo di un albero a gomito.
Il movimento è generato da una manovella azionata da un suonatore d'organetto o dalla sua scimmietta.
 
In musica contemporanea sono molti gli esempi di letteratura per questo insolito strumento.
Lo stesso G. Ligeti gli dedicò diverse composizioni, tra cui spicca la trascrizione del brano pianistico "Musica Ricercata", dedicata al più importante suonatore di organo meccanico francese: Pierre Charial.
È autore di moltissimi brani per organo meccanico anche il compositore tedesco Michael Riessler. (da wikipedia)
Molto amato da alcuni poeti crepuscolari lo ritroviamo anche in una bella e toccante poesia di Sergio Corazzini (da leggere).
 
 ricordi di un passato lontano,
anni luce da me, dal mio odierno;
è un ricordo sereno, di sentimenti,
il mio guidogozzaniano immaginario...

giovedì 26 novembre 2020

Tavolozza

Tavolozza

Stempererò questo stare in silenzio
sulla tavolozza dei pensieri racchiusi,
colori tenui, come pastello di obli.

Tonalità che diano sereni costanti.
recuperate dai fondi dell'anima, riposte,
in un sorriso, anche solo accennato.

Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate

 

La tavolozza è uno strumento utilizzato in pittura per preparare e mescolare i colori prima della loro stesura sul supporto pittorico. Può avere varie forme e dimensioni, ma solitamente è una piccola asse o tavoletta (di legno o di plastica, di forma ovale o rettangolare), dotata di un foro che permette di sorreggerla infilandovi il pollice e facendo aderire l'oggetto al braccio (da wikipedia).


domenica 1 settembre 2019

Cetra

Sola cetra
 
Sento che forse i miei occhi
sono estinti dalla troppa luce
e dal troppo fissare il sole,
il cielo alto. Sento
d’essere divenuto un cieco
che si muove per istinto
lungo deserte strade.
E il cuore, sola cetra
capace d’illudermi ancora.

David Maria Turoldo
 
 
cetre, lire, musica del cielo,
io amo un arpa, quella di un amico;
vorrei rivederlo presto, vorrei,
lontano per lidi antichi, come la musica...

 
La cetra (in greco antico: κιθάρα, kithára) era uno strumento musicale dell'antichità classica, appartenente alla famiglia dei cordofoni.
Il termine ha radici antiche e comuni alla chitarra, al sitar indiano e al setar persiano, deriva appunto dal persiano "chahar" (quattro) e "tar" (corde), in quanto i primi liuti arabi avevano appunto quattro corde.
La storia della cetra si perde nei tempi bui dell'antichità.
Dalla lettura della Bibbia in Genesi 4:21 l'inventore di tale strumento fu Iubal discendente di Caino.
E sempre nella Bibbia veniamo a conoscenza che la usò molto Re Davide per i suoi salmi, da noi attualmente chiamati anche inni, tanto che in molti di essi compare il nome di questo strumento musicale.
La cetra era utilizzata anche dai cretesi, per dare la cadenza dei passi ai soldati mentre entravano in battaglia.
La cetra ebbe una notevole diffusione sin dall'antica Grecia dov'era suonata da citaredi professionisti ed era molto spesso utilizzata, sia negli atenei che nelle corti; troviamo tracce di questo strumento anche nella grande tradizione della mitologia.
Il suo uso inoltre prese corpo anche a Roma e in Corsica.
Si sono sviluppate molte varianti fra i popoli, come l'arpa turca, il nebhel egizio, il kinnor ed il dulcimer (ebraici), il salterio (romano), il tar (Persia), l'arpa celtica ed il gusli russo, fino a giungere alla chitarra come la conosciamo oggi. 
Vi sono tracce di strumenti tipo cetre anche nell'impero cinese antico, durante la dinastia Chou.

Anonymous
"Apollo che suona la cetra
su uno sfondo di città"
In particolare la prima cetra asiatica fu il Guqin, una cetra a sette corde.
Nel corso dei secoli la sua struttura venne ulteriormente modificata, fino ad arrivare ad intendere per cetra quella che viene più correttamente chiamata cetera, ossia uno strumento in uso nel Rinascimento dalla cassa di risonanza piatta le cui doppie corde metalliche venivano pizzicate, dotato di un lungo manico e dalla struttura paragonabile a quella di una pera.
L'iconografia greca del V e VI secolo, quella relativa alle pitture sui vasi, ci permette di capire la forma di questo strumento che il più delle volte era raffigurato in mano al dio Apollo mentre era intento a suonare.
La cetra era costruita come la lira ma di dimensioni maggiori, arrivando a essere grande circa la metà di una persona umana.
La cetra aveva una cassa armonica con due bracci, che all'interno erano vuoti, e che collegati tra loro da una traversa; tra questa traversa e la base della cassa erano tese le cinque corde: per aumentare la tensione della corda si usava ripiegarla con un legnetto intorno alla paletta che poi veniva bloccato con un pezzo di ferro o di legno.
Dal punto di vista organologico, la cetra antica non appartiene quindi alla famiglia delle cetre definita nella classificazione Hornbostel-Sachs, ma invece a quella dei liuti a giogo (o lire).
(da Wikipedia)
 

sabato 10 agosto 2019

Haiku e trombone

 
Trombone jazz,
Tende che si muovono,
Pioggia di primavera.
 
Jack Kerouac
 
 
 Il Dixieland fu principalmente una musica improvvisata.
Il trombone non abbozzava nemmeno gli accordi suonando qualcosa di simile al tuba o al basso, o – più probabilmente – un controcanto alla cornetta.
La caratteristica più marcata del controcanto era il glissato e altri effetti rauchi che potevano essere prodotti con la coulisse.
Mentre il trombonista improvvisava il controcanto, il clarinetto suonava una linea obbligata sulla melodia della cornetta.
La sezione ritmica supportava queste tre linee con un ritmo del tipo della marcia.
Il solista di trombone in queste prime jazz band usava una serie di glissati e growl con meno finezza rispetto ai soli della cornetta e del clarinetto...
(dalla rete)
 
senso musicale presente,
il contesto, lo strumento;
la musica come catarsi, karma,
poi si ripiomba nel silenzio...

sabato 8 giugno 2019

Ancora sulla parola

È vana la parola e non ci assiste
Quando, a colmare il cuor nostro, vorremmo
La liquida vertigine dei tasti,
Le matasse degli archi,
Le cacce degli ottoni.
Oh misera parola, grave
Di definite significazioni,
Negata a libertà, d’inferno schiava.

La parola significa. E ben questa
È la sua morte –
Scindere dalle corde del destino
La nostra vera dignità celeste
E ritrovare il tuono che declina
La nostra umanità terrestre,
Scaricare la soma che ci ingombra
E il terrore dell’ombra,
Nulla significare, nulla dire:
Tale forse il supremo atto d’amore.
 
Tommaso Landolfi
 
 
la parola può essere affascinante, magica,
uno strumento potente in bocca a pochi;
i più ne usano così in minima parte
che ciò che dicono è banale e irrisorio 
Gujil
 
quanta verità, eppure il suono,
quello che affascina e armonizza;
ci mancherebbe la parola, il dire,
chi ha solo gesti è un po' più solo...